Anthony Joshua, che ha da poco difeso le sue cinture dall’assalto di Kubrat Pulev, come tanti pugili si è visto stravolgere, in senso positivo, la vita dalla boxe.
Per molti campioni questo sport è spesso molto più di una semplice disciplina, è un amore che pone le radici nel profondo dell’anima di un pugile e lo trasforma come giovane atleta prima, campione poi e uomo una volta ritirato.
Ora la sopravvivenza di questo splendido movimento è messa a rischio dalla crisi che stiamo attraversando e Joshua ha deciso di mostrare la sua gratitudine e generosità nei confronti dello sport amato andando a sostenere con una donazione a sei zeri i veri e propri motori della noble art: le palestre di base.
Le parole del campione
“Senza dubbio le palestre di base sono tra le realtà economiche più’ colpite da questa crisi […] per questo credo sia fondamentale portare l’attenzione dei media sull’argomento. Senza i dilettanti non ci sarebbero campioni olimpici e senza campioni olimpici non ci sarebbero campioni del mondo come me in questo paese”
L’esempio di Anthony Joshua
L’importanza sociale della boxe e dello sport in generale è qualcosa che non solo in Inghilterra è stata spesso trascurata in questi mesi complicati.
Al riguardo Joshua ha portato la sua esperienza di vita per sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema.
Come tanti giovani, Anthony si è avvicinato alla palestra per problemi disciplinari a scuola e a casa. Nonostante gli enormi benefici, nel 2011 è stato sospeso dalla Nazionale per possesso di stupefacenti.
Qui la sua vita ha rischiato di prendere nuovamente una china scivolosa, ma ancora il richiamo della palestra l’ha salvato.
“Avevo iniziato a frequentare la mia vecchia compagnia, avevo iniziato di nuovo a fumare. Poi il mio allenatore è venuto a suonare alla mia porta e ha detto a mia madre di riportarmi in palestra. Ripensare a tutto questo in un momento difficile come quello che stiamo attraversando ora mi ha fatto capire quanto sia importante per me dare una mano alla comunità a cui appartengo e per questo ho deciso di agire”.