Audi e Porsche costruiranno due motori differenti per correre in Formula 1. La scelta è stata presa per favorire una migliore integrazione con i diversi telai.
La casa automobilistica tedesca ha finalmente confermato la sua partecipazione alla F1 per il 2026 in occasione del Gran Premio del Belgio di venerdì scorso, rivelando che progetterà e produrrà la propria power unit dalla sua sede di Neuburg. È prevista una collaborazione con la Sauber, come vi avevamo precedentemente riportato, ma non è stato fatto alcun annuncio definitivo in merito.
La scelta di Audi di realizzare una power unit suscita una notevole curiosità negli addetti ai lavori. Il motivo è legato al fatto che Porsche, molto probabilmente, si unirà a Red Bull nel corso della stagione 2026. E produrrà, per quest’ultima, anche i motori.
Ciò significa che la casa madre di entrambe, la Volkswagen, dovrà finanziare due programmi separati di sviluppo dei motori, il che sarà molto più costoso rispetto alla condivisione dei progetti e al rebadging.
Audi: anche i fan nella scelta della divisione?
Il presidente di Audi, Markus Deusmann, ha affermato che ci sono state delle lunghe discussioni all’interno dell’azienda. L’idea iniziale era quella di mettere in comune le risorse e sviluppare, assieme a Porsche, un propulsore unico.
Tuttavia, alla fine, il presidente ha dichiarato che la necessità di ottimizzare le power unit per i singoli team e il fatto che ormai sia un marchio ben riconosciuto, ha spinto Audi alla scelta di correre in totale libertà dalla sorella.
“Potete immaginare che ci sia stata un’enorme discussione”, ha dichiarato in un intervista. “Ma abbiamo deciso, dato che entrambi i nostri marchi hanno molti fan ed entrambi i nostri marchi hanno il loro carattere speciale, di tenerli completamente separati e di fare due operazioni.
“Avevamo diverse ragioni per farlo. Avremo squadre diverse e la catena deve essere progettata appositamente per il telaio. Per questo motivo abbiamo deciso di dividere il progetto, perché avremo telai e propulsori completamente diversi”.
Oliver Hoffmann, responsabile dello sviluppo tecnico Audi, ha aggiunto: “Dobbiamo rispettare la tabella di marcia. E il lavoro di integrazione della parte elettrificata sul gruppo propulsore, insieme al telaio, costa tempo per realizzarlo in due vetture. Quindi si tratterà di operazioni completamente diverse, e il lavoro di integrazione lo faremo da soli”.
Una crescita che dovrà essere molto veloce
Audi è molto indietro rispetto ad altri costruttori, come ad esempio Mercedes e Ferrari, per quanto riguarda la comprensione delle regole turbo-ibride della F1, quindi deve recuperare molto se vuole essere competitiva a partire dal 2026.
Tuttavia, la casa automobilistica ritiene che il modo in cui sono state formulate le nuove regole, per dare più libertà ai nuovi concorrenti, dovrebbe consentirle di recuperare in tempo.
Hoffmann ha aggiunto: “Prima di tutto, è davvero una grande sfida portare a termine questo lavoro [entro] il 2026.
“Ma credo che riusciremo a trovare dei compromessi con le regole che ci consentiranno di partecipare a condizioni paritarie con tutti gli altri concorrenti. E ci piace questa sfida.
“Siamo riusciti a correre la Dakar e a sviluppare la vettura Dakar, che è anche una trasmissione molto complessa, in meno di un anno. E credo che saremo in grado di sviluppare questa trasmissione anche entro il 2026”.
Deusmann ha aggiunto: “È chiaro che siamo in un momento in cui ci troviamo. E gli altri hanno già dei propulsori che funzionano. Ma i cambiamenti nelle regole sono stati abbastanza importanti da permetterci di vedere la possibilità di intervenire ed essere competitivi”.
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