Chijindu Ujah faceva parte della staffetta 4×100 britannica che venne battuta sul filo di lana dai nostri atleti nella magica estate di Tokyo 2021
Subito dopo la cocente sconfitta la suadra e la federazione della Gran Bretagna, con il team statunitense a fargli eco, puntarono il dito contro gli italiani, soprattutto contro Marcel Jacobs, parlando apertamente di doping e proponendo pesanti accuse.
Tali illazioni risultarono infondate mentre, al contrario, l’ombra del doping si stagliò sul team d’oltremanica e, oggi, è arrivata una sentenza definitiva.
Chijindu Ujah ha ammesso le sue colpe
Il velocista di Ponders End, nella provincia dell’Enfield, Chijindu Ujah ha appreso oggi l’entità della pena comminatagli dalle autorità competenti.
L’atleta aveva ammesso l’assunzione di ostarina e S-23, due sostanze dopanti vietate dai regolamenti, ma, per sua fortuna, la Athletics Integrity Unit (AIU) gli ha riconosciuto l’attenuante dell’ingestione involontaria, avvenuta a causa di un integratore contaminato.
Nonostante le suddette attenuanti, comunque, Chijindu Ujah è stato squalificato per 22 mesi. Tale squalifica, come spesso accade in questi casi, è retroattiva e decorre dall’agosto del 2021, quando avvenne il test. L’atleta, quindi, potrà tornare a gareggiare nel Giugno del 2023.
The AIU has banned Chijindu Ujah of Britain for 22 months from 6 August, 2021, for the presence of Ostarine and S-23.
Details here: https://t.co/dsEI0T5oUy pic.twitter.com/TfPBAeFhLm
— Athletics Integrity Unit (@aiu_athletics) October 10, 2022