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F1: monoposto più piccole per il 2026?

F1: monoposto più piccole per il 2026?

La F1, dopo aver approvato le Power Unit 2026, si trova ad affrontare la discussione sulle dimensioni delle monposto.

Il regolamento tecnico della F1, cha ha riportato il concetto di “effetto suolo” nella stagione in corso, è destinato a cambiare già nel 2026 con una rivoluzione sia sui motori che sulle dimensioni delle monoposto.

Mentre il regolamento sulle Power Unit prevederà l’adozione di motori 1.6 litri turbo a 6 cilindri con l’aumento della parte ibrida al 50% della potenza, rimangono dubbi e perplessità sulle dimensioni delle vetture nelle future generazioni.

Attualmente le vetture di F1 sono larghe oltre 2 metri e lunghe più di 5, dimensioni molto importanti che specie nei circuiti cittadini come Monaco si fanno sentire.

Come cambieranno le dimensioni della F1

L’dea di base è quella di scrivere la parte del regolamento legato a telaio ed aerodinamica ed approvarlo entro la fine della stagione 2023, di modo che i Team della F1 possano cominciare a studiare le varie soluzioni applicabili a partire dal 2024. Il concetto base dalla quale i costruttori, insieme alla FIA, sono partite è quello di ridurre sensibilmente le dimensioni delle monoposto.

All’inizio delle discussioni, si era fatta largo la voce che a partire dal 2026 le vetture di F1 sarebbero state più compatte puntando molto anche su un nuovo motore, un 4 cilindri montato trasversalmente così come la trasmissione; a questa proposta, la Ferrari seguita a ruota dagli altri costruttori aveva posto subito un veto dato anche il fatto che questa soluzione avrebbe spostato tutto il peso meccanico al posteriore rendendo difficile il bilanciamento all’anteriore. In poche parole, le vetture 2026 sarebbero state più lente sui rettilinei ma sicure in curva.

Il regolamento tecnico su telaio ed aerodinamica passerà giocoforza dai motori del 2026, che dovranno essere sviluppati guardando anche al budget cap fissato in 95 milioni di dollari già a partire dalla prossima stagione; impossibile quindi scostarsi dall’attuale architettura per i prossimi anni, dato il fatto che uno sviluppo di un nuovo motopropulsore significherebbe sforare questa cifra. Inoltre, il grosso della ricerca sulle Power Unit sarà finalizzata sulla camera di combustione, dato il fatto che i futuri carburanti saranno sintetici a bassissime emissioni di CO2.

A questo punto, per rendere anche più accattivanti telai ed aerodinamica per i costruttori di F1, si sta facendo sempre più strada l’idea di un passo delle vetture ridotto di 300 mm, con vetture quindi più compatte e con linee più filanti per ridurre il coefficiente aerodinamico e, di conseguenza, avere vetture capaci di velocità superiori alle attuali e con una maggiore efficienza dei motori. Inoltre, non è da escludere l’abbandono del DRS, dato il fatto che una rivoluzione aerodinamica sulla strada dell’efficienza ne escluderebbe l’ingegnerizzazione.

Aldilà di telaio ed aerodinamica, alla base delle discussioni in atto ci sarebbe anche la riduzione delle dimensioni dei serbatoi per il carburante; una vettura più efficiente dal punto di vista aerodinamico permetterebbe di avere bisogno di meno carburante e pertanto anche un serbatoio di dimensioni ridotte potrebbe ridurre non solo i costi ma anche il peso delle vetture, enfatizzando ancora di più la svolta Net Carbon 2030 della F1. Le future monoposto viaggiano quindi su un filo molto sottile, dato il fatto che da una parte c’è l’esigenza di seguire gli sviluppi tecnologici (già molto più avanzati rispetto ad anni fa) dell’automotive senza però imbrigliare il talento dei piloti in soluzioni a controllo elettronico.

Non è un caso, infatti, che la F1 stia vagliando l’utilizzo delle sospensioni attive a partire dal 2026; il dispositivo, adottato agli inizi degli anni ’90, venne poi bocciato nel 1993 per questioni di sicurezza dei piloti ma soprattutto di costi. Non ci resta quindi che aspettare il 2023 per avere un quadro più chiaro dei regolamenti per il 2026.