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MotoGP potrebbe aprire alla Safety Car

MotoGP potrebbe aprire alla Safety Car

MotoGP, come Moto2 e Moto3 potrebbe introdurre la possibilità di usare la Safety Car in gara per aumentare la sicurezza in pista.

La questione della sicurezza è sempre stato un punto focale del motomondiale, sopratutto negli ultimi anni, ma a causa del grave episodio accaduto in Moto2 a Phillip Island è tornata sulla bocca di tutti.

In Australia Jorge Navarro è stato soccorso a bordo pista con una frattura al femore mentre la direzione gara non ha interrotto le ostilità e le moto gli sfrecciavano a tutta velocità a meno di 5 metri di distanza.

Con queste premesse si stanno valutando possibili alternative per evitare la bandiera rossa in caso di incidenti gravi come quello accaduto in Australia.

 

Safety Car in MotoGP: Michelin frena

Dopo l’incidente di Phillip Island, la MotoGP sta valutando di far inserire la Safety Car all’interno delle gare per evitare di usare la bandiera rossa in tutte e tre le classi del motomondiale, usando un modello come nell’automobilismo e nel mondiale EWC.

Una soluzione del genere potrebbe consentire ai commissari e ai medici presenti sulla pista di soccorrere i piloti coinvolti in un incidente senza interrompere le gare con bandiera rossa, ma allo stesso tempo di lavorare in condizioni di sicurezza.

Tuttavia Piero Taramasso, responsabile di Michelin in MotoGP, intervistato da The Race ha dichiarato che al momento ci sarebbero diversi problemi di natura tecnica per far introdurre la Safety Car già dalla prossima stagione:

“Lo vediamo regolarmente quando un pilota esce di pista, lo pneumatico sporcandosi perde temperatura ed diventa molto faticoso riprendere il ritmo. Ecco perché dovremmo riprogettare gli pneumatici e al momento non sarebbe possibile“.

Ma nonostante ciò, Taramasso ha anche dichiarato che in futuro si potrebbe lavorare sulla riprogettazione delle gomme per far si che la possibilità di utilizzare la Safety Car nel motomondiale può essere concreta:

Penso che ci vorrebbe una stagione, ossia un tempo minimo per progettare, costruire e testare.

Con una quantità sufficiente di test saremmo in grado di mantenere le stesse delle ultime stagioni. In teoria nulla è impossibile ma ci vuole il giusto tempo“.