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Nino Salukvadze alla sua decima Olimpiade a Parigi 2024

Nino Salukvadze alla sua decima Olimpiade a Parigi 2024

Nino Salukvadze è entrata ufficialmente nei libri di storia siglando il record di partecipazioni Olimpiche per un’atleta donna.

Oggi inizia ufficialmente l’edizione numero 33 dei Giochi Olimpici che verranno disputati a Parigi a distanza di esattamente 100 anni dall’ultima volta.

Come in ogni Olimpiade che si rispetti, ci sono delle curiosità e dei record particolari. Una di queste riguarda il maggior numero di partecipazioni alla rassegna a cinque cerchi. A firmarlo è un’atleta georgiana.

La fantastica carriera di Nino Salukvadze

Nino Salukvadze è nata nel lontano 1969 nell’ex Unione Sovietica dove partecipa con la nazionale URSS alla sua prima spedizione Olimpica a Seul 1988.

Inizia con il botto vincendo due medaglie: oro nella pistola 25 metri e argento nella pistola 10 metri aria compressa. Con la caduta dell’Unione Sovietica Nino Salukvadze sceglie di rappresentare la sua Georgia dove partecipa alle successive edizioni Olimpiche di Barcellona 1992, Atlanta 1996, Sydney 2000, Atene 2004 senza ottenere alcuna medaglia.

Tuttavia, la sua resilienza gli permette di tornare al successo a Pechino 2008, esattamente 20 anni dal primo successo Olimpico. Infatti, la georgiana si porta a casa, alla soglia dei 40 anni la medaglia di bronzo nella pistola 10 metri aria compressa.

La sua ammirevole costanza permette a Nino Salukvadze di qualificarsi anche per le edizioni di Londra 2012, Rio de Janeiro 2016 e Tokyo 2020 senza però ottenere trofei.

Lo scorso anno riesce a qualificarsi per l’ennesima volta alle Olimpiadi diventando la prima e unica atleta femminile a partecipare a ben 10 edizioni dei Giochi Olimpici (tra l’altro consecutive). Un record impressionante frutto di duro lavoro, costanza e tanta professionalità.

Nino Salukvadze ha raggiunto così l’ex cavaliere canadese Ian Millar che deteneva in solitudine tale primato. Inoltre, la 55enne georgiana a Rio 2016 ha visto partecipare anche suo figlio Tsotne Machavariani diventando il primo caso di madre e figlio presenti nella stessa disciplina olimpica.