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Il nuoto azzurro chiude con 6 medaglie a Tokyo 2020

Il nuoto azzurro chiude con 6 medaglie a Tokyo 2020

Per il nuoto azzurro non sono mancate le emozioni, sia per le medaglie che per il cambio generazionale: il grande assente però è l’oro. “Quasi perfetta, i ragazzi ci hanno regalato forti emozioni aprendo con la medaglia della staffetta veloce e chiudendola con quella mista, un’altra prima volta storica” sintetizza Cesare Butini, il commissario tecnico che c’era pure da coach nel 2000 a Sydney.

Sono sei le medaglie del nuoto azzurro a Tokyo: due argenti con Gregorio Paltrinieri negli 800 e la staffetta 4×100 sl, composta da Alessandro Miressi, Thomas Ceccon, Lorenzo Zazzeri e Manuel Frigo, e quattro bronzi negli 800 sl con Simona Quadarella, nei 100 rana con Nicolò Martinenghi, nei 200 farfalla con Federico Burdisso e nella 4×100 mista con Thomas Ceccon, Martinenghi, Burdisso e Miressi. Record di podi eguagliato dunque.

Il nuoto azzurro è una potenza europea

Il nuoto azzurro si rinnova ma sempre in meglio. La spedizione però del cambio generazionale – l’addio della Pellegrini, l’ingresso dei ‘98—2001 si chiude quindi sì con 6 medaglie, eguagliando il risultato di Sydney 2000, ma senza ori.

Il nuoto azzurro chiude con 6 medaglie a Tokyo 2020
Il nuoto azzurro chiude con 6 medaglie a Tokyo 2020

Mancano infatti i due ori di Paltrinieri che se fosse stato in condizione ottimale avrebbe vinto anche bendato (visti i tempi degli altri). La Quadarella invece al momento non può lottare contro Titmus e Ledecky, ma il margine per migliorarsi c’è eccome. Molto bene le staffette. Molto male la Panziera che ha pagato la pressione o una condizione non all’altezza. La Pilato ha 16 anni, lasciandola giustamente in pace, migliorerà anche nei 100 m e darà grandi soddisfazioni.

Nel confronto tra Usa e Australia (a proposito di medaglie, Dressel chiude con 5 ori di cui 3 individuali), la Gran Bretagna è stata paese leader ma l’Italia si è confermata potenza europea. È stata la spedizione che ha segnato il cambio generazionale:

con l’uscita di scena di Federica Pellegrini dopo cinque Olimpiadi e l’irruzione al potere della generazione del ‘98-2001. Lo dicono le medaglie, ma anche la profondità dei progressi cronometrici. È stato anche da record il numero di finalisti (19), di record italiani (8) e di primati personali (13).

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