Oscar Piastri, dopo la diatriba legata ad Alpine ad a McLaren, ha rivelato con quale numero correrà la prossima stagione in F1.
Il pilota australiano, Campione del Mondo di F2 nel 2021, era destinato a prendere il posto di Fernando Alonso passato ad Aston Martin. Il giovane aveva però già firmato con McLaren ad inizio Agosto e questo aveva portato ad una diatriba tra le due scuderie.
Alla fine, la FIA ha deciso che Oscar Piastri correrà con McLaren al fianco di Lando Norris nel 2023, di fatto appiedando Daniel Ricciardo. Il giovane pilota seguito da Mark Webber non poteva però ancora scegliere il proprio numero fino ad oggi, quando lo ha rivelato in un podcast australiano.
Con quale numero correrà Oscar Piastri in F1?
Oscar Piastri, intervistato nel podcast australiano “The Fast Lane”, ha dichiarato: “Quando dovevo partecipare alla mia prima gara sui go-kart, dovevo scegliere un numero a 1 o 2 cifre. Entro in questo negozio di ricambi auto ma avevano solo l’1…ovviamente non lo potevo usare. Fu così che ne presi 2 e per un paio di corse ho corso con il #11.”
Oscar Piastri ha poi continuano a raccontare aggiungendo: “Più avanti nella mia carriera sono arrivato a correre le gari statali nel Victoria, non mi ricordo chi aveva già preso il mio stesso numero; non mi ricordo esattamente per quale motivo, ma decisi di sostituire il primo numero con un 8. Da allora ho cambiato molti volte numero, la #81 è rimasto il mio.”
Oscar Piastri correrà quindi con il #81, anche se McLaren non ha ancora inviato richiesta formale alla F1; difatti, dal 2014, in caso di controversia sui numeri la F1 da precedenza al pilota meglio piazzato nella stagione precedente. Ma il pilota australiano è apparso tranquillo in merito: “Credo sia parecchio tempo che non si vede l’ #81 in griglia, sono abbastanza tranquillo che nessuno me lo ruberà; direi proprio che è al sicuro.”
Il #81 non è nuovo in F1, essendo stato usato da Maurice Trintignant nel GP Germania 1951 mentre oltreoceano è stato usato per la prima volta nella 500 Miglia di Indianapolis 1957 da Tony Benadies.