I Playoff NBA 2022 sono stati tra i più incerti degli anni duemila. Nessuna squadra era nettamente la favorita numero uno tanto che le due più quotate (Phoenix Suns e Milwaukee Bucks) non sono riuscite ad entrare tra le prime quattro.
Stesso discorso vale per i giocatori con Kevin Durant e Kyrie Irving che disputano dei playoff NBA imbarazzanti ed altri cestisti si prendono con prepotenza il ruolo da super star come Jayson Tatum e Luka Doncic. Andiamo a vedere quali sono stati i migliori cestisti di questi Playoff NBA 2022.
PLAYOFF NBA 2022: I PIU’ GRANDI CESTISTI
10) Jalen Brunson
Non ha soltanto fatto girare l’attacco contro Utah visto l’assenza di Doncic, ma ha continuato a giocare ad alti livello per tutti i playoff NBA.
È stato senza dubbio un ottimo secondo violino. Tuttavia, potrebbe lasciare Dallas se non lo dovessero accontentare sullo stipendio, sarebbe un peccato perché con un paio di aggiustamenti alla squadra, Dallas può tornare a sognare come nel lontano 2011.
9) Klay Thompson
È stato due anni senza giocare, fermo ai box per infortunio. Si chiedeva se sarebbe mai tornato su questo palcoscenico. Eccome se ci è tornato e ne esce con un altro anello al dito.
In qualche gara si è intestardito con il tiro da tre, ma con il tempo ha ritrovato la fiducia in sé stesso e ha messo canestri pesantissimi nei momenti più delicati.
Oltre al solito grandissimo lavoro in fase difensiva, Klay ha mostrato ancora una volta al mondo di che pasta è fatto. Curioso come non ha perdonato il suo sosia e al termine delle finals si è preso la rivincita con Jarren Brooks.
8) Jaylen Brown
Ben collaudato nei sorprendenti Celtics, Brown ha giocato i suoi migliori playoff NBA in carriera. Si è preso il ruolo di prima star quando Tatum ha avuto delle giornate negative.
Inoltre, si è preso più responsabilità rispetto a Jayson, anche se ha avuto delle partite decisamente nere in questa lunga cavalcata. È stato protagonista di un grande duello con Draymond Green in cui a volte ha prevalso.
Queste sono state le sue prime finals, così come per i suoi compagni, il futuro può riservare delle grandi sorprese per lui.
7) Draymond Green
Dopo Steph Curry è il giocatore più importante della dinastia Warriors, con buona pace di Klay Thompson. Quando gioca male la squadra ne risente e spesso perdono la partita. Green è l’anima dei californiani.
La panchina negli ultimi minuti di gara 4 delle Finals ha fatto bene a Green che gioca le ultime due partite della stagione ai suoi livelli, da grande giocatore che è.
6) Al Horford
Dato anni fa per un ex giocatore, il vecchio Horford ha fatto sentire tutta la sua esperienza, forza e soprattutto volontà di vincere. Nei momenti delicati ha risposto sempre presente, ha messo canestri pesantissimi da tre ed è stato una spina nel fianco per qualsiasi giocatore.
Al Horford si è rifiutato di perdere in molte occasioni e più volte è stato il migliore di Boston. A 36 anni ha giocato per la prima volta le Finals e ne è uscito a testa altissima. Immortale.
5) Andrew Wiggins
Un altro cestista che nel corso degli ultimi anni sembrava destinato a non lasciare il segno. Tuttavia, Wiggins decide di non mollare e gioca delle serie di playoff stratosferiche; è lui l’uomo in più per Golden State Warriors.
È il jolly da pescare per mandarlo al ferro, per limitare moltissimo Jayson Tatum e soprattutto nelle ultime due serie contro Dallas e Boston, mostra di essere un pezzo insostituibile della squadra di Steve Kerr.
4) Luka Doncic
All’inizio è fuori per infortunio, ma appena torna inizia a fare subito la differenza. Phoenix Suns, la favorita al titolo, cerca in tutti i modi di limitare Luka, ma non c’è nulla da fare.
Lo sloveno continua a far girare l’attacco dei Mavs in ogni modo e Dallas si porta a casa la serie.
Contro i Warriors va in difficoltà, ma è normale considerando la difesa dei nuovi campioni NBA. Luka è cresciuto ulteriormente in questa seria dei playoff NBA è mancato davvero poco allo step finale da dominatore della lega.
Tutti ci aspettiamo a breve grandi cose da Luka Doncic.
3) Jayson Tatum
Veniva considerato come un giocatore incapace di caricarsi la squadra sulle spalle e, invece, fa vedere a tutti che si sbagliano.
Tatum imbarazza, come forse mai si era visto, Kevin Durant con una difesa sontuosa; disputa una serie clamorosa contro i campioni in carica dei Milwaukee Bucks; gioca un’altra grande serie contro Miami Heat, ma stecca però le finals NBA.
A parte gara 1 dove mette a segno il record di assist (13), nelle successive cinque gare fatica moltissimo contro una difesa perfetta dei californiani. Non si prende le responsabilità che un giocatore del suo livello deve prendere e finisce per sprofondare in casa nell’ultima partita dell’anno.
Nonostante ciò, non si possono togliere i meriti per gli incredibili playoff NBA giocati da lui e dalla sua squadra. Come per Brown, il tempo è dalla sua e ha tutto il tempo per portarci a casa il trofeo.
2) Jimmy Butler
In una squadra collaudata alla perfezione dal punto di vista difensivo, Butler si carica il ruolo di scorer a Miami. Molti pensavano che non sarebbe stato in grado di reggere a lungo questo ruolo.
Eppure Jimmy, con la sua solita mentalità d’acciaio, continua a performare alla grande, nonostante i continui problemi fisici. Ha fatto sognare una città con quei 47 punti in gara 6 a Boston, prestazione paragonata a quella di LeBron di dieci anni prima, ma purtroppo non riesce a ripetersi in gara 7 con quell’ultimo tiro da tre che prende il ferro.
Jimmy Butler e i Miami Heat si fermano ad un passo dalle finals, ma con un allenatore come Erik Spoelstra (e un general manager come Pat Riley) e con dei compagni del genere, basta qualche aggiustamento per tornare ancora più forti.
1) Steph Curry
Con la sfortuna contro Toronto nelle finals 2019 sembrava chiudersi nel peggiore dei modi le avventure di una delle squadre più forti di sempre.
Passano degli anni sottotono tra infortuni e quant’altro. Dopo tre anni tornano sul tetto del mondo trascinati dal suo giocatore più importante, dalla loro stella numero uno.
Steph Curry torna più forte di prima e gioca, a detta di tutti, la miglior serie dei playoff di tutta la sua carriera. Non tiene soltanto delle medie elevate, ma si vedono i grandi miglioramenti in fase difensiva, proprio a testimoniare di quanto abbia lavorato un fenomeno come lui che aveva già vinto tutto a ripetizione.
Steph non è sazio e trascina la dinastia ad un altro anello, il quarto. L’uomo che ha cambiato il Basket vince anche – meritatamente e all’unanimità – per la prima volta il premio MVP delle Finals non nascondendo una comprensibile emozione.
L’NBA sta cambiando, le nuove star stanno ricevendo il passaggio del testimone, ma Steph Curry e i Golden State Warriors sono ancora la squadra da battere.