Robinho, ex calciatore brasiliano del Milan, è stato condannato a nove anni di prigione con l’accusa di aver stuprato, insieme ad altre persone una ragazza che, nel 2013, aveva 23 anni.
Respinto, dunque, il ricorso presentato per mano degli avvocati dell’ex attaccante della nazionale verdeoro sui fatti risalenti al 22 gennaio di nove anni fa. Il tutto, ricordiamo, accadde in un loto locale di Milano in zona Bicocca.
La sentenza: 9 anni di carcere per Robinho
Decisive, in negativo per lui, sono state le telefonate in cui Robinho raccontò lo stupro ad un amico: “Sto ridendo perché non mi interessa, la donna era ubriaca, non sa nemmeno cosa sia successo.”
Resta il problema dell’estradizione: la giustizia italiana dovrebbe infatti inviare una richiesta formale a quella del Brasile che dovrebbe poi avviare una valutazione interna sulla vicenda. Questo ciò che riporta la Gazzetta dello Sport sul caso:
“Robinho e Falco non possono essere estradati in Italia, poiché la Costituzione del 1988 vieta l’estradizione dei brasiliani. Inoltre, il trattato di cooperazione giudiziaria in materia penale tra Brasile e Italia, firmato nel 1989 e tuttora in vigore, non prevede l’applicazione in territorio brasiliano di una condanna imposta dalla giustizia italiana.
I due, quindi, corrono il rischio di essere arrestati solo se viaggiano all’estero, non necessariamente in Italia. Per questo lo Stato italiano deve emettere un mandato d’arresto internazionale che potrebbe essere eseguito, ad esempio, in qualsiasi Paese dell’Unione Europea.”