Il Tennis azzurro non vince una medaglia olimpica dal 1924, quando Uberto de Morpurgo a Parigi perse la semifinale con l’americano Vinni Richards e si aggiudicò il terzo posto contro il francese Jean Borotra.
Sembrava un periodo magico quest’anno, per come andavano le cose, ma le Olimpiadi rimangono un tabù: si potrebbe parlare dell’infinito protrarsi della… “maledizione di De Morpurgo”.
Il Tennis azzurro e la maledizione di De Morpurgo
Infatti il Tennis azzurro non registra più una medaglia dacché il menzionato barone Uberto de Morpurgo, conquistò un bronzo nel 1924 ai Giochi di Parigi – quando giocarono 124 tennisti di 27 nazioni e il tennis era incluso fra le discipline fin dalla prima Olimpiade di Atene del 1896.
Inoltre vi è da sottolineare che de Morpurgo era un italiano per modo di dire: era sì nato a Trieste, ma nel 12 gennaio 1896! Quando il capoluogo giuliano era una città austriaca che divenne italiana soltanto dopo la prima guerra mondiale. Non solo per questo lo si può tranquillamente definire un italiano sui generis.
Sua mamma, infatti, Mary Catherine Lili Branson era inglese. Il padre, Julius von Morpurgo, era un barone di origini tedesche. A Hubert fu fatto prendere un passaporto cecoslovacco, forse perché l’essere nato a Trieste in tempi incerti non dava sufficienti garanzie di continuità. In più, era una sorta di globetrotter in tempi in cui quelli che potevano permettersi di viaggiare alla grande, e di giocare ovunque a tennis, appartenevano certamente a un’assoluta elite iper-privilegiata.
Lui, di famiglia agiata oltre che aristocratica, era stato campione junior inglese nel 1911, perché aveva frequentato in Gran Bretagna la high school. Poi si era trasferito a Parigi e lì aveva vinto nel 1915 i campionati studenteschi universitari. Insomma, Hubert de Morpurgo può dire di essere stato campione inglese, francese, italiano, cecoslovacco.
Il Tennis azzurro ci aveva pure provato
Il Tennis azzurro con Paolino Canè e Raffaella Reggi nel 1984 a Los Angeles, vinse una medaglia di… finto bronzo. Non valeva. Il tennis era …”sport dimostrativo”. Nel 1981 era stato deciso che il tennis sarebbe stato riammesso ai Giochi, 60 anni dopo Anversa (1928). Si sarebbe però ufficializzato il rientro nel 1988 a Seul.
La doppia impresa di Canè e Reggi non è dunque finita in alcun palmares. E ancor meno c’è finito quel torneo che si svolse a Guadalajara nel ’68, durante i Giochi di Città del Messico, e che fu vinto dopo cinque set da Manolo Santana su Manolo Orantes che, diciannovenne, nei quarti aveva sconfitto Nicola Pietrangeli, ormai trentaquattrenne.
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