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US Open 2021: Berrettini e l’extraterrestre di Belgrado

US Open 2021: Berrettini e l’extraterrestre di Belgrado

Agli US Open 2021 l’azzurro Matteo Berrettini è eliminato  5-7, 6-2, 6-2, 6-3 da un Novak Djokovic in gran forma. L’italiano nei quarti degli US Open 2021 cala al servizio dopo aver vinto uno strepitoso primo set, e non riesce così a contrastare il serbo in gran giornata che limita le sbavature iniziali e con i successivi tre parziali per 6-2, 6-2, 6-3 fa un passo in più verso l’appuntamento con la storia: due partite ancora per il Grande Slam.

Agli US Open 2021 “Djokovic riesce a prendere energie dal set che perde”

Dopo gli US Open di quest’anno Berrettini ci metterà un po’ per riprendersi. Ora è scioccato. Seduto su una sedia a casa si starà grattando la testa davanti a un muro. Che quell’ extraterrestre sia un mostro o quel mostro sia un extraterrestre, poco cambia, rimane il fatto che l’azzurro sicuramente ritornerà più volte con il pensiero a quell’unica crepa aperta nel muro serbo sul 5-5, come nella finale di Wimbledon, quando si era aggiudicato il primo set al tie break.

Il break conquistato con un passante incrociato di dritto che pare scaturito dal martello di Thor e poi difeso con un turno di servizio impeccabile varrà tutte le ore della notte impegnate dal pensiero di averlo fatto. Con un 7-5 all’Italia pareva l’inizio di un’altra possibile impresa sei anni dopo il capolavoro di Roberta Vinci sempre agli US Open contro Serena Williams lanciata verso il Grande Slam che non realizzerà mai più.

L’occasione sembrava propizia. A Matteo,che ha 25 anni contro i 34 del rivale, il cemento di New York. Ha il tifo tutto per sé e dal cilindro estrae 17 ace. Tutto questo però non basta. L’extraterreste di Belgrado punta i piedi all’US Open e da lì non si fa trascinare più.

US Open 2021: Berrettini e l’extraterrestre di Belgrado
US Open 2021: Berrettini e l’extraterrestre di Belgrado

Agli US Open 2021 e altrove Novak vince perché è renitente

Agli US Open 2021 Novak Djokovic, l’uomo delle imprese assurde, il migliore in quanto a tenuta, resilienza, contrattacco, dichiara: «Ho perso il primo set, ho cercato subito di dimenticare, sono ripartito come se nulla fosse successo».

 Detto fatto, questa sarebbe la ricetta per vincere agli US Open e altrove. I numeri della partita ai quarti degli US Open 2021 aggiungono però varie sfumature al tutto. Si legge uno sforzo contrario alla corrente opposta, mossa dal forte mulino dell’avversario, ma non sufficiente. Novak si dimostra renitente a qualsiasi tentativo di sopraffazione. Stanca a tal punto l’avversario che bastano poi dei colpi ben assestati e un servizio potente per l’attacco finale alla giugulare.

Novak è un renitente essenzialmente dunque: non ha infatti l’incertezza ritrosa del restio o del riluttante, non è chiuso e sordo come il refrattario, non è circoscritto nel suo gioco come il disubbidiente, vedasi Nick Kyrgios, né generale come il resistente, e non evoca l’immagine agguerrita e decrepita del ribelle.

La qualità del renitente prende corpo in uno sforzo contrario, in un puntarsi preciso di una netta posizione di gioco: e tale qualità si traduce relazionalmente in un opporre resistenza, nel rifiuto di conformarsi a leggi e volontà altrui.

In semifinale a New York, il nostro renitente dalle mille vite trova una vecchia conoscenza, quel Sasha Zverev che lo ha battuto in semifinale al torneo olimpico di Tokyo, privandolo della possibilità di conquistare l’oro che avrebbe impreziosito il Grande Slam in fieri. Un dolore per il quale ci si aspetta la vendetta venerdì. L’altra sfida di semifinale è tra il n.2 del tabellone Medvedev e il giovane canadese Auger-Aliassime.

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