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Dillon Danis: il buttafuori racconta la rissa

Dal nostro partner: FIGHT

Fabrizio Giovagnoli
Dillon Danis: il buttafuori racconta la rissa

Dillon Danis non combatte abbastanza per entrare nelle notizie sportive sulle MMA, la cintura nera BJJ, infatti, è 2-0 a Bellator ma non è più entrato nella gabbia dal giugno 2019, tuttavia riesce spesso a salire agli onori delle cronache in altri modi

Inizialmente un incontro di boxe, a lungo previsto e pubblicizzato, con Jake Paul, aveva goduto di una certa visibilità per poi svanire a causa delle precarie condizioni del ginocchio di Danis.

L’incidente più recente che lo ha coinvolto, invece, è avvenuto la scorsa settimana, quando Dillon Danis è stato arrestato in un bar del New Jersey, e filmato mentre un buttafuori lo bloccava e lo sottometteva per strangolamento.

Finora i dettagli sulla rissa erano scarsi ma , Al Iaquinta, combattente dei pesi leggeri UFC, ha trovato e intervistato per il suo podcast, “Call Me Al” il buttafuori, già oggetto di vari riconoscimenti da parte del nutrito gruppo di detrattori di Dillon Danis, permettendogli di raccontare la sua versione dei fatti

Dillon Danis voleva entrare nel bar senza documento

Secondo il buttafuori, che, nel podcast, viene semplicemente chiamato Chance, la rissa è iniziata perché Dillon Danis ha cercato di entrare nel club senza un documento:

Scusa, fratello, non puoi entrare. Ho bisogno di un documento d’identità.’” Ha detto Chance . “E poi lui ha risposto: “Oh, non sai chi sono?‘ E io ero tipo, ‘Scusa, amico, non so chi sei. Ho bisogno di un documento d’identità.’

Quindi ha cercato su Google e mi ha mostrato la pagina di Google, e io gli ho detto: ‘Non è un documento d’identità, fratello. Ho bisogno di una patente di guida, passaporto, qualcosa così per sapere quanti anni hai.

È stato allora che Dillon ha cercato di tirare un pugno, ha aggiunto Chance. “Non è stato un gran pugno. Ha provato a tirare un pugno, mi ha mancato, e l’ho afferrato per il collo e l’ho tirato giù.

Di solito, ogni volta che lo faccio, applico il soffocamento per un secondo o due finché non ti rendi conto della situazione in cui ti trovi. Nel video, lo si vede toccarmi per arrendersi e gli ho chiesto, ‘Va tutto bene, amico ? Stai bene?’ Lui mi ha mostrato il pollice in su, quindi l’ho bloccato finché i poliziotti non hanno avuto tutti gli altri sotto controllo e hanno potuto darmi una mano

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