Team Aqua e l’intervista ai giocatori prima della partenza per l’edizione 2024 dei Campionati Mondiali di Pokémon.
Cari amici di The Shield Of Sports, in occasione dell’annuncio della nostra partnership con il Team Aqua ASD (prima associazione sportiva dilettantistica a tema Pokémon ufficialmente riconosciuta in Italia), è con piacere potervi presentare questa serie di interviste con alcuni dei suoi membri che prenderanno parte alla prossima edizione dei Campionati Mondiali di Pokémon, che si terrà a partire da venerdì fino domenica alle Hawaii.
Tra questi figurano Carmine Ragone, Davide Fazio, Davide Miraglia, Francesco Rasini e il campione del mondo 2022 Eduardo Cuhna, le cui sensazioni e previsioni in vista del mondiale più grande di sempre (con ben 864 giocatori qualificati, oltre 500 in più rispetto al numero dello scorso anno), sono state raccolte in questo articolo.
È dunque tempo di approfondire cosa aspetterà i giocatori tra poche ore e scoprire come si sono preparati alla competizione più importante dell’intera stagione.
La nostra intervista esclusiva ai giocatori del Team Aqua
Le risposte di Carmine Ragone
Raccontaci brevemente di te. Da quanto tempo fai parte del Team Aqua?
“Ne Faccio parte da ormai 2 anni. La scorsa è stata la mia prima stagione giocata per intero indossando una maglia prestigiosa come quella del Team Aqua.
Sono molto contento perché è stata una bella esperienza che mi ha fatto subito rendere conto di poter crescere e migliorare in un ambiente privilegiato, dove il gruppo e le amicizie che si creano sono la cosa più importante.”
Se dovessi descrivere cosa significa essere un membro del Team Aqua a chi lo scopre per la prima volta, cosa gli diresti?
“Gli direi che essere parte del team significa avere la responsabilità di non sentirsi arrivati, ma essere consapevoli di aver ricevuto i mezzi, economici e non, per fare il passo successivo nella propria carriera come atleta e competitor.
È una sorta di trampolino di lancio, un punto da cui partire per raggiungere nuovi traguardi.
Allo stesso tempo, però, è anche una famiglia, dove i tuoi compagni di viaggio sono anche i tuoi amici e ti sostengono, ti aiutano e ti mettono nelle condizioni di dare il meglio di te.
Si respira un’unità sincera, che spinge tutti a remare nella stessa direzione per il bene di un progetto comune.”
La competizione all’interno del team. Come la vivi?
“Ovviamente c’è competizione anche tra i membri di uno stesso team perché è ciò che ti spinge a fare di più e a cercare di migliorarti, ma nel nostro caso è una competizione sana.
Come già detto, tutti sono disponibili a dare una mano a tutti, dispensando consigli e opinioni, ma anche condividendo le proprie squadre di Pokémon nel caso ce ne fosse bisogno.
La competitività arriva quando ci si trova al tavolo, con le Nintendo Switch in mano. Ci devi mettere del tuo per riuscire a guidare una Ferrari dopo averla ricevuta.”
Giocatore più forte o comunque quello a cui guardi maggiormente come esempio da seguire?
“Ti direi Eduardo Cuhna (campione del mondo 2022 e ultimo acquisto nel Team Aqua, n.d.r.), Davide Fazio e Francesco Pio Pero, tutti e tre fortissimi.
Con il primo all’inizio c’era una sorta di timore reverenziale per via del suo storico e dei tanti successi ottenuti, ma con il passare del tempo abbiamo stretto una bella amicizia e adesso ci scambiamo consigli e opinioni.
Davide invece è molto generoso ed è sempre pronto a condividere la sua squadra lotta con me o con chi ne avesse bisogno. Francesco, infine, è uno stacanovista ed è molto metodico nel modo di giocare.
Guardarlo allenarsi mi ha permesso di imparare a prepararmi al meglio.”
Quale caratteristica ritieni fondamentale per eccellere come giocatore?
“Andare ai tornei locali è importante per imparare a gestire il fattore imprevedibilità.
Saper valutare chi si ha davanti e a che livello è il proprio avversario è infatti una caratteristica fondamentale per eccellere in questo e-sport, perché ti permette di adattare il tuo stile di gioco e di affrontare meglio determinati match-up o situazioni che si possono verificare nel corso di una partita.”
Parliamo ora del mondiale. Hai già una squadra o un Pokémon da cui vorresti partire?
“Un’idea me la sono fatta, nel senso che so da chi voler partire per costruire la squadra che mi accompagnerà al mondiale, ma la situazione non è ancora del tutto definita.
Il metagame attuale (che consente di avere un solo Pokémon leggendario per squadra, n.d.r.) è molto carta-forbice-sasso a seconda del leggendario che si decide di giocare.
Risulta perciò difficile avere una risposta a tutto e le possibilità di scelta, così come le cose delle quali bisogna tenere conto, sono davvero tante.
Ancora una volta saper gestire il fattore imprevedibilità è fondamentale, ma anche prendere momentum, portandosi subito in vantaggio sull’avversario, lo è altrettanto. La mia scelta finale sulla squadra da portare sarà fortemente influenzata da ciò.”
Come e con chi ti stai preparando?
“Il mondiale è il torneo principe, a cui solo i migliori della stagione parteciperanno, e per questo non lo si può paragonare agli altri tornei per qualità dei giocatori che saranno presenti quel giorno.
Al mondiale è inoltre più probabile scontrarsi tra membri del team, per cui c’è la tendenza ad allenarsi divisi per gruppetti, magari a seconda dell’idea di base dalla quale si vuole partire.
Ciononostante ci teniamo sempre aggiornati tra di noi su come sta andando la preparazione e sulle ultime novità riguardanti il metagame.”
L’arrivo di Eduardo Cuhna come ha cambiato gli allenamenti e la preparazione ai tornei? La World Champ Difference si sente davvero?
“Sì, si sente. Ma ti ripeto, lui è disponibilissimo nonostante i tanti impegni ed è sempre pronto ad aiutare tutti.
A me, per esempio, è stato di grande aiuto al Regionale di Stoccolma (primo torneo ad aver introdotto il metagame attuale questa stagione, n.d.r.).
Per quel torneo non ero riuscito a trovare una squadra di Pokémon che mi soddisfacesse appieno, arrivando pochi giorni prima a non avere niente di concreto in mano, e in quell’occasione Edu si arrabbiò perché non gli avevo chiesto nulla.
Da quella volta abbiamo lavorato insieme e ci siamo scambiati consigli e strategie, come nel caso del NAIC (North America International Championships, n.d.r.), dove Edu è arrivato quarto.”
Ultima domanda. Chi pensi vincerà?
“Edu ha tutte le carte in tavola per portarsi a casa la vittoria finale. È attualmente il primo giocatore nella classifica globale e la sua prestazione al NAIC non fa che confermarlo, sebbene non abbia vinto.
Al di fuori del team ti direi Aurelien Soula, al quale manca davvero solo la proverbiale ciliegina sulla torta per essere coronato tra i più forti giocatori attualmente in circolazione, e la cosa ha dell’incredibile se si pensa che è ancora giovanissimo.”
Una tua dichiarazione in vista di Honolulu (location dei Campionati Mondiali di Pokémon 2024, n.d.r.).
“Il mondiale sarà per me l’occasione di fare quel salto di qualità che ancora penso mi manchi e spero che abbia per me gli stessi benefici che hanno avuto le precedenti due edizioni per Francesco.
Voglio togliermi delle soddisfazioni con lavoro e impegno, poi si vedrà. La prossima stagione o la vivrò al 100% o farò delle considerazioni personali, ma ora come ora la testa è tutta al 16 agosto.
Colgo poi l’occasione per ringraziare tutti i membri e lo staff del Team Aqua, che hanno sempre continuato a credere in me e non mi hanno mai fatto mancare parole di incoraggiamento.
È onestamente difficile non menzionare tutti singolarmente, ma sono davvero grato per averli incontrati e per essere entrati a far parte della mia vita anche al di fuori dei confini del gioco.”
Le risposte di Davide Fazio
Raccontaci brevemente di te. Da quanto tempo fai parte del Team Aqua?
“Ho preso parte alla prima Team Aqua Research Lab (scuola di competitivo Pokémon che il Team Aqua organizza una volta all’anno a Livorno, n.d.r.) a 15 anni, quando ancora si chiamava Team Aqua Academy, e in quell’occasione ho conosciuto gli insegnanti che sono poi diventati i miei amici e con i quali condivido ancora oggi un gruppo di testing in preparazione ai tornei.
Ricordo ancora di aver vinto con i miei compagni la finale del torneo di fine corso.
È stata una bella esperienza e ha dato il via al mio partecipare a tornei locali fino allo scoppio della pandemia di Covid, con la quale ho deciso di prendermi una pausa obbligata che è durata fino al 2023.
Il Regionale di Utrecht, che ha segnato il mio ritorno nelle competizioni, ha riacceso una fiamma in me che mi motiva ancora oggi.”
Se dovessi descrivere cosa significa essere un membro del Team Aqua a chi lo scopre per la prima volta, cosa gli diresti?
“Penso che un paragone che calza a pennello sia quello con l’atletica. Quando corri i 100 metri lo fai da solo, ma alla fine è anche la squadra che ti sta dietro a vincere con te. Il Team Aqua incarna perfettamente questa filosofia.
I tuoi amici sono anche i tuoi rivali, nel senso che tutti sono pronti a darsi una mano a vicenda, seppur volendo dimostrare a se stessi e agli altri di valere la maglia. E i ogni caso la competizione fa bene al movimento in generale.”
Giocatore più forte o comunque quello a cui guardi maggiormente come esempio da seguire?
“Francesco Pio Pero è un giocatore che ammiro tantissimo, ma ho tanta stima anche per Francesco Rasini.
Il primo lo conosco da un sacco di tempo e ha preso parte con me alla prima TARL, mentre il secondo credo sia il giocatore che ha più possibilità di esplodere e di far vedere a tutti di che pasta è fatto. Sono fiducioso sul fatto che riuscirà a raggiungere quel livello, a fare quell’ultimo passo per affermarsi definitivamente come top player.”
Parliamo adesso del mondiale. Hai già una squadra o un Pokémon da cui vorresti partire? Come ti stai preparando?
“Sì, 5/6 della squadra (le partite si giocano scegliendo quattro Pokémon alla volta, n.d.r.) che ho intenzione di portare al mondiale è già decisa e mi sto allenando per trovare la quadra.
Adesso il metagame si è stabilizzato e ciò ti permette di testare i match-up sapendo, bene o male, cosa ti aspetterà.
Ogni tanto qualche sorpresa mi è capitata di trovarla comunque e ammetto di sentire un po’ di ansia, ma sono convinto che se gioco al meglio delle mie possibilità e rimango concentrato potrò togliermi delle soddisfazioni.”
Sparring partner preferito?
“Oltre appunto a Francesco Pio Pero, ti direi Alessandro Tucci e Simone Sanvito.
Il primo è un altro ragazzo che ho conosciuto in occasione della TARL, mentre il secondo è un grandissimo giocatore che non fa però parte del Team Aqua, ma a cui sono legato da una sincera amicizia.
Sebbene sia un mio vicino di casa, cosa che ha sicuramente facilitato il nostro legame, ci siamo trovati prima di tutto a livello personale e, in secondo luogo, come sparring partners.
Simone conosce un sacco di persone della community globale, il che mi aiuta indirettamente ad avere un occhio sull’evoluzione del metagame anche al di fuori dei confini italiani e quindi a prepararmi al meglio.”
L’arrivo di Eduardo Cuhna come ha cambiato gli allenamenti e la preparazione ai tornei? La World Champ Difference si sente davvero?
“Il giorno dell’annuncio ha spiazzato un po’ tutti perché non ne eravamo a conoscenza. Il suo arrivo ha cambiato davvero tutto e ha portato esperienza, voglia di fare, idee e soprattutto attenzione mediatica.
Inoltre, Edu si è trovato perfettamente fin da subito con tutti gli altri membri e ha dimostrato di interessarsi al bene del team. È il top player giusto attorno a cui costruire i successi futuri e crescere tutti insieme.”
Cosa ne pensi del metagame. Ti sta piacendo?
“Sinceramente preferivo il metagame precedente senza Pokémon leggendari, per via di quanto mi stessi trovando bene con la squadra che stavo giocando in quel periodo e che mi ha fatto arrivare 9° all’EUIC 2024 (Europe International Championships, n.d.r.).
Se non fosse cambiato, probabilmente avrei portato gli stessi sei Pokémon anche il mondiale.”
Ultima domanda. Chi credi abbia più possibilità di vincere il mondiale?
“Per quanto riguarda il Team Aqua ti rispondo Edu.
Al di fuori del team invece ti direi Aurelien Soula, sebbene ci siano un sacco di giocatori che hanno tutte le carte in regola per portarsi a casa la competizione più importante della stagione.
Un altro di questi è Alex Gomez (membro del Team KOI insieme a Eric Rios, n.d.r.), con il quale ho un conto in sospeso dallo Special Event di Barcellona e per questo motivo spero che il mondiale sia per me l’occasione per prendermi la rivincita.”
Una tua dichiarazione in vista del 16-18 agosto a Honolulu.
“Voglio prima di tutto dire che mi auguro davvero che Carmine Ragone riesca a raggiungere il Day 2 del mondiale, se lo merita perché è un vero underdog e non vedo l’ora di vederlo raggiungere questo traguardo.
Per quanto riguarda me, invece, ho sempre detto che se fosse arrivato un torneo in cui non contasse la resistance (indicatore che serve a determinare la difficoltà della run di un giocatore in un torneo e che influenza la sua posizione finale in classifica, n.d.r.), lo avrei vinto.
Con il mondiale questo momento è arrivato e adesso devo dimostrare di saper mantenere la parola, per evitare di passare per qualcuno che ha fatto il passo più lungo della gamba.”
Le risposte di Davide Miraglia
Raccontaci brevemente di te. Da quanto tempo fai parte del Team Aqua?
“Dal 2021, nello specifico dalla prima PTC (Pokémon Team Championship, n.d.r.) organizzata da Francesco Pardini. In quella competizione feci molto bene, al punto da arrivare a vincere nove partite, perdendo in finale.
Quella fu l’occasione di mettermi in mostra e fu proprio grazie a quella prestazione che Francesco si accorse del potenziale che c’era in me e mi contattò, facendomi i complimenti e chiedendomi poi di entrare a far parte del Team Aqua.
Non ci ho pensato due volte ad accettare la sua proposta, anche perché mi sono sempre trovato in sintonia con la filosofia sulla quale si basa il team, fatta di supporto reciproco nonostante il gioco sia una competizione pressoché individuale.”
Se dovessi descrivere cosa significa essere un membro del Team Aqua a chi lo scopre per la prima volta, cosa gli diresti?
“Detto molto semplicemente: un gruppo di amici che condivide una passione comune, nel quale tutti si aiutano e sono sempre pronti ad avere confronti costruttivi e che ti aiutano a migliorare non solo come persona, ma anche come giocatore.
Allo stesso tempo è come vivere un sogno, se penso a quello che andremo a fare a Honolulu dal 16 al 18 agosto.
Vivere l’esperienza dei Campionati Mondiali di Pokémon tutti insieme non fa altro che valorizzarla ulteriormente, sarà un ricordo che porterò per sempre con me.”
C’è anche competizione all’interno del team. Come la vivi?
“Sì c’è, ma è complicato spiegarlo. Nel Team Aqua siamo tanti e io sono pienamente favorevole all’allenarsi tutti insieme, sebbene sia chiaro che è molto difficile riuscire a farlo con regolarità.
Per questo ci sono tanti piccoli gruppi che si creano in base al tipo di preparazione e alla squadra di Pokémon che si decide di giocare.
Ciononostante la collaborazione non manca mai prima di un torneo e solo quando è il momento di sedersi ai tavoli si sente davvero la sana competitività che c’è tra di noi.
Io, per esempio, sono una persona che punta sempre a vincere e se perdo ci tengo a capire il motivo per cui ho perso.”
Giocatore più forte o comunque quello a cui guardi maggiormente come esempio da seguire?
“Eduardo Cuhna è oggettivamente il più forte, ma anche Andrea Olea non scherza.
Ha una mentalità incredibile e mi ha insegnato l’importanza di mantenere la calma in qualsiasi situazione.
Prima facevo più fatica sotto questo aspetto, ma grazie al suo esempio e ai suoi consigli ho capito che rimanere calmi, arrendendosi solo quando la matematica ti condanna, è una delle qualità più importanti per riuscire ad avere successo in questo gioco.”
Parliamo adesso del mondiale. Hai già una squadra o un Pokémon da cui vorresti partire?
“Un’idea c’è. Dopo una prima fase di testing su Calyrex Cavaliere Glaciale (Pokémon leggendario introdotto con i DLC dei giochi di ottava
generazione, n.d.r.), un po’ passato in sordina nell’ultimo periodo nonostante la sua forza e le possibili strade ancora inesplorate per farlo rendere al meglio, ho deciso alla fine di cambiare il protagonista della squadra che mi accompagnerà al mondiale.
Senza entrare troppo nel dettaglio sui nomi che andranno a completarla, posso però rivelare che la scelta finale è ricaduta su Miraidon (Pokémon leggendario introdotto invece con i giochi di nona generazione, n.d.r.).”
Sparring partner preferito?
“Anche in questo caso nomino Andrea Olea, del quale mi fido ciecamente per i preziosi consigli che riesce sempre a darmi e per la sua capacità di calcolo del danno durante le partite.
Ma oltre a lui ti direi Andrea Di Tivoli, sempre disponibile a provare le mie squadre lotta e a darmi dei feedback e delle dritte prima di un torneo, e Leonardo Bonanomi, mio grande amico.
Al di fuori del Team Aqua invece direi Davide Carrer, un altro grandissimo giocatore con cui ho il piacere di potermi allenare.”
L’arrivo di Eduardo Cuhna come ha cambiato gli allenamenti e la preparazione ai tornei? La World Champ Difference si sente davvero?
“Ovviamente il talento di Edu non si discute ed è sotto gli occhi di tutti, ma a livello personale il suo arrivo non mi ha influenzato così tanto come invece è accaduto per altri membri del team.
Questo perché, come ti dicevo prima, non sempre ci si riesce a trovare tutti per elaborare nuove strategie o provare dei match-up, ma in ogni caso nei miei confronti si è sempre mostrato disponibile e io sono solo che contento della sua firma perché ti fa capire quanto il progetto, al quale tutti abbiamo deciso di prendere parte, sia importante.”
Cosa ne pensi del metagame. Ti sta piacendo?
“È un metagame molto legato ai match-up e che ha degli equilibri ben definiti, nel senso che ci sono dei leggendari dai quali non puoi prescindere se non vuoi rischiare di partire in svantaggio fin da subito.
Il loro impatto sull’economia della partita pesa molto e si fa sentire.”
Ultima domanda. Chi credi abbia più possibilità di vincere il mondiale?
“Vedo molto in forma Alex Gomez, ma anche lo stesso Edu, Marco Silva (vincitore di due Internazionali nel 2020 e nel 2023, n.d.r.) e Wolfe Glick (da molti considerato il più forte giocatore attualmente in circolazione, n.d.r.) possono portarsi a casa il trofeo.
Molto dipenderà da come si evolverà la competizione nel corso dei due giorni, ma tanti giocatori che solitamente hanno le idee ben chiare questa volta sembrano essere un po’ in difficoltà. Staremo a vedere.”
Una tua dichiarazione in vista del 16-18 agosto a Honolulu.
“Vorrei ringraziare la mia ragazza, che mi ha supportato e sopportato durante questi anni e che ancora oggi continua a stupirmi e a essere la roccia sulla quale posso appoggiarmi sempre e comunque.
Ringrazio poi tutti i miei compagni di team, con i quali sto per vivere un’esperienza indimenticabile e per la quale faccio un grosso in bocca al lupo a tutti. E che vinca il migliore!”
Le risposte di Francesco Rasini
Raccontaci brevemente di te. Da quanto tempo fai parte del Team Aqua?
“Dall’estate del 2023, poco prima dell’arrivo di Eduardo Cuhna. Fui annunciato alla Hall of Fame del Team Aqua, durante la quale furono messi in mostra tutti i trofei vinti fino a quel momento.
Quindi questa è la mia prima stagione effettiva, sebbene abbia sempre militato intorno al team e mi sia sempre allenato con loro fin dalla TARL del 2022.”
Se dovessi descrivere cosa significa essere un membro del Team Aqua a chi lo scopre per la prima volta, cosa gli diresti?
“È una grande famiglia, nella quale tutti si aiutano sia nel testing che nella vita all’interno della community.
Allo stesso tempo essere parte del Team Aqua significa ritrovarsi a rappresentare qualcosa che è più grande di te e questa cosa si percepisce anche dal tifo costante delle persone che ad esso sono legate.
Dal punto di vista del gioco effettivo, invece, è un vero e proprio bacino di informazioni. Tutti questi elementi sono i punti di forza effettivi del team.”
C’è competizione all’interno del team?
“In realtà non tanta. Anche ai tavoli di gioco non c’è una competitività così marcata.
Anzi, quando mi ritrovo a dover giocare contro un mio compagno di squadra sento un po’ di tristezza perché c’è la possibilità che uno dei due possa venire eliminato dal torneo.
Poi all’interno del team ci sono sicuramente persone più competitive di altre, ma io personalmente non mi ritengo tra queste.”
Giocatore più forte o comunque quello a cui guardi maggiormente come esempio da seguire?
“Sulla carta sicuramente Edu, ma il più talentuoso secondo me è Roberto Parente (altro giocatore del Team Aqua, n.d.r.).
Talvolta non riesce a completare la preparazione a un livello ottimale, ma ha una capacità innata nel leggere i mind-game come nessun altro.
Anche Davide Fazio è un fenomeno vero. Ha una calma glaciale e secondo me ha tutte le carte in regola per diventare il prossimo Alex Gomez.
In generale comunque il livello dei giocatori nel Team Aqua è molto alto.”
Quale caratteristica ritieni fondamentale per eccellere come giocatore?
“La vita ti porta a fare delle scelte che influenzano le tue performance di gioco, vedi i vari impegni di lavoro, le relazioni, ecc..
La risposta alla domanda è quindi sapere bilanciare la sfera personale con lo sforzo che serve per essere un giocatore di VGC.
È questa la caratteristica fondamentale per eccellere a mio avviso, anche perché Pokémon è una competizione pesantemente segnata dalla preparazione. Le due cose devono andare di pari passo.
Poi c’è ovviamente da tenere conto anche dell’aspetto mentale e della creatività nel plasmare una squadra lotta che si adatti al proprio stile di gioco, ma le prime due cose le metto un gradino sopra.”
Parliamo adesso del mondiale. Hai già una squadra o un Pokémon da cui vorresti partire?
“Avevo una squadra molto performante, con la quale sono riuscito a vincere anche dei tornei a livello locale. Purtroppo però, quando il metagame si è evoluto, ho dovuto fare dei sacrifici per trovare la quadra.
La squadra è comunque lontana dalla perfezione, ma questi giorni di testing efferato, durante i quali ho provato un po’ tutti gli archetipi a disposizione, sono stati di grande aiuto e ora mi sento decisamente più sicuro.”
Sparring partner preferito?
“Quello che sto per dire può far ridere, ma il mio sparring partner preferito è mia madre.
Ne capisce molto in termini di gioco ed è la persona che vedo di più. Il suo aiuto è prezioso perché mi sostiene anche a livello emotivo e per quanto riguarda la preparazione mentale.
Ci tengo però a ringraziare tantissimo Riccardo Appamea, una vera e propria pietra miliare del VGC, per la grande mano che mi sta dando e per la quale mi sento davvero onorato.”
L’arrivo di Eduardo Cuhna come ha cambiato gli allenamenti e la preparazione ai tornei? La World Champ Difference si sente davvero?
“Lo sento spesso e abbiamo stretto una grande amicizia. È una bellissima persona e sta dando tanto al team, sia a livello umano che a livello di risultati.
L’annuncio della sua firma ci ha fatto capire quanto il progetto fosse serio e ci ha responsabilizzato ulteriormente.
Tutti sentono di dover ripagare la fiducia che Angelo Perazza (presidente del Team Aqua, n.d.r.) e tutto lo staff hanno riposto in noi e di voler restituire con le prestazioni il supporto anche economico ricevuto.
Edu è stata la proverbiale ciliegina sulla torta che ha culminato questo processo di crescita e che ha portato il team, nel giro di due anni, a diventare ambito da tanti sponsor che facilitano il suo affermarsi sempre di più nella scena degli e-sport.”
Cosa ne pensi del metagame. Ti sta piacendo?
“Il metagame attuale non mi fa impazzire.
Poter giocare un solo leggendario invece che due (come ai Campionati Mondiali di Londra 2022, n.d.r.) è abbastanza limitante e, inoltre, il ventaglio dei Pokémon accessibili è ridotto per via dell’enorme potenza di fuoco degli Uber.
Le partite ruotano intorno al supportarli il più possibile e questo lo rende molto dipendente dal match-up.
Esistono comunque squadre che non fanno leva su questa logica, ma sono poche e partono in svantaggio quanto ci si ritrova a dover fare i conti con una squadra lotta avversaria basata su quello a cui facevo riferimento prima.”
Ultima domanda. Chi credi abbia più possibilità di vincere il mondiale?
“Oltre a Edu ti direi Davide Fazio, che nelle grandi occasioni e davanti ai grandi giocatori tira fuori il meglio di sè.
Al di fuori del team, invece, l’intramontabile Wolfe Glick e Luca Ceribelli, che quest’anno ha dimostrato ancora una volta il suo valore.”
Una tua dichiarazione in vista del 16-18 agosto a Honolulu.
“Spero che Honolulu sia un po’ una nuova alba per il me giocatore. È stato un anno complicato, che mi ha insegnato come i risultati non determinano il tuo valore, sebbene performare bene ti faccia sentire meglio rispetto a quando le cose non vanno come dovrebbero.
Certe volte si tende a dare troppa importanza al risultato e troppo poca alle proprie capacità. Per questo ci tengo a invitare i miei compagni del Team Aqua, ma anche la community in generale, a non basare tutto su quello.
Non è un buon indicatore delle qualità che davvero determinano il valore di una persona.”
Le risposte di Eduardo Cuhna
Raccontaci brevemente di te. Da quanto tempo fai parte del Team Aqua?
“Faccio parte del team dall’ottobre 2023, ma conoscevo già Francesco Pardini, che considero un vero fossile di questa disciplina, e tante delle persone che gli militano attorno.
Le collaborazioni su Twitch e l’aver preso parte a tornei organizzati da lui ci hanno poi avvicinato sempre di più.
È stato lui a chiedermi se avessi interesse a unirmi a loro, presentandomi l’idea di avere alle spalle un gruppo ben strutturato, dove si cresce e ci si allena insieme, che mi è piaciuta fin da subito.
Prima di accettare la sua proposta, infatti, ero seguito da un’agenzia che gestiva la mia immagine, ma con la quale non mi sono trovato perché credo non si rendessero conto di quanto ci fosse davvero dietro questo gioco.
Il Team Aqua invece porta attenzione alla scena competitiva e ciò aiuta il movimento in generale.”
Sei attualmente l’unico campione del mondo nel Team Aqua. Qual è il miglior consiglio che hai dato ai tuoi compagni?
“Alla TARL che si è appena conclusa (tenutasi dal 24 al 27 luglio, n.d.r.) ho fatto due chiacchere con Francesco Rasini. Era giù di morale per via dei dubbi sulla squadra di Pokémon che aveva intenzione di portare al mondiale.
Il consiglio che gli ho dato è di non buttarsi giù e continuare a insistere perché è quello che aiuta a migliorare, anche se poi si potrebbe comunque decidere di rimescolare le carte in tavola.
In generale, però, sento che l’esperienza che ho acquisito con la vittoria del mondiale può essere sfruttata per aiutare gli altri.
Nella vita sono un insegnante e di conseguenza è una cosa che già faccio, che mi piace fare e che mi viene naturale.”
Da campione del mondo tutti si aspettano sempre il risultato da te. Come convivi con questa pressione?
“Preferisco sentirla piuttosto che il contrario perché magari non ci sono aspettative nei miei confronti. È una sensazione con la quale ho imparato a convivere fin da piccolo e proprio grazie a Pokémon.
Credo comunque di dover separare la pressione con cui ho dovuto avere a che fare prima di vincere il mondiale e quella con cui ho a che fare al giorno d’oggi.
Prima volevo vincere, ma per via anche di alcuni colpi di sfortuna, come nel caso del Nazionale Italiano del 2015 vinto da Francesco Pardini, durante il quale lo schermo della mia console smise di funzionare, facevo fatica ad ingranare.
Quando sono però arrivate le prime vittorie ai regionali e la vittoria dell’internazionale del 2019, l’unica cosa che mi rimaneva da fare era vincere il mondiale.
Oggi l’obiettivo è diverso e vincere il torneo più importante di tutti ha segnato questo cambio di mentalità. Dopo aver vinto mi sono infatti chiesto cosa avrei fatto da quel momento in poi.
La risposta che mi sono dato è di continuare a giocare divertendomi, senza aspettarmi nulla da me stesso, ma con la volontà di migliorare costantemente.”
Com’è cambiata la tua vita dopo la vittoria del mondiale?
“Il mondiale è speciale, un torneo unico nel suo genere, e quando diventi campione del mondo cerchi di ottenere il massimo da questo riconoscimento.
Io personalmente l’ho usato come una sorta di trampolino di lancio per fare crescere l’interesse intorno alla mia persona, anche al di fuori dell’ecosistema di Pokémon.
Ho cercato di essere presente a più eventi possibili, di fare tutte le interviste che mi venivano proposte e, perché no, provare a capitalizzare anche economicamente.
Ho però presto capito che non avrei potuto farne un lavoro, ne tantomeno avrei potuto vivere di rendita. Il passato non determina chi sei oggi, bisogna rimanere umili e guardare al percorso che si sta facendo o che si ha intenzione di intraprendere.”
Ray Rizzo detiene attualmente il record per il maggior numero di mondiali vinti (tre, n.d.r.) e in molti lo considerano il migliore di sempre. Cosa succederebbe se dovessi vincerne un altro? Il discorso potrebbe riaprirsi?
“È innegabile che vincerne uno ti faccia per forza di cose pensare a come sarebbe se se ne vincesse un altro, ma vincere non è sempre tutto.
Io ho addirittura pensato di ritirarmi dopo aver trionfato da imbattuto a Londra (unico giocatore ad esserci riuscito insieme allo stesso Ray Rizzo, n.d.r.).
Ciononostante, nel caso in cui dovessi incredibilmente riuscire a vincerne altri due, eguagliando così il record di Ray, dovrei poi per forza di cose vincerne anche un quarto.
E questo può sembrare un controsenso a quanto ho detto prima, ma la vittoria di tre mondiali è qualcosa che dovrebbe rimanere legata al mito di Ray. Il tre è il suo numero (ride, n.d.r.).
Mi dispiacerebbe se venisse dimenticato e non vorrei toglierli l’unicità di questo traguardo. Vedremo cosa succederà, ma sì: se dovessi vincerne un altro il discorso potrebbe riaprirsi.”
Chi credi possa fare meglio al mondiale tra i tuoi compagni del Team Aqua?
“Francesco Pardini e Francesco Pio Pero hanno grandi possibilità di fare bene. Attualmente stanno raccogliendo meno di quello che in realtà è il loro valore, a volte anche per via di condizionamenti esterni.
Le prestazioni di Pardini, ad esempio, tendono talvolta a dipendere dallo stato mentale nel quale si trova in quel momento perché è una persona che sente tanto quando le cose non vanno come dovrebbero.
Deve migliorare sotto questo punto di vista, ma quando è concentrato è veramente forte.
Anche Davide Fazio e Francesco Rasini sono molto forti. Il primo è un vero underdog e mi aspetto possa fare grandi cose, mentre il secondo ha un sacco di esperienza per la sua giovane età.
Comunque in generale tutti i membri del team hanno grandissime potenzialità e stanno migliorando tanto e sotto vari punti di vista.”
Come sta andando la preparazione? Hai già una squadra o un Pokémon da cui vorresti partire?
“La preparazione a questi mondiali è oggettivamente complicata.
Nel 2022, con il formato doppio Uber (due leggendari per squadra lotta, n.d.r.), avevo tre diverse coppie di leggendari sulle quali testare, mentre oggi mi sto concentrando più sul trovare la giusta combinazione di Pokémon da affiancare al leggendario che penso abbia quel qualcosa in più rispettoagli altri.
Scegliere la squadra lotta non è quindi semplice e talvolta è possibile arrivare a dover cambiare tutto all’ultimo, anche se le persone pensano che io sia un giocatore con la tendenza ad insistere dall’inizio alla fine sulla stessa cosa.”
Una tua dichiarazione in vista del 16-18 agosto a Honolulu.
“Pokémon è un gioco che in molti non seguono a livello competitivo perché identificano il brand come più legato all’anime, alle carte, al merchandising, ecc…
I tornei dovrebbero essere visti come una sorta di Comic-Con, uno show a 360° sui Pokémon dove, se anche non si è portati per giocare, ci si può sempre godere l’evento.
Proprio per questo motivo consiglio, a chi non ha mai vissuto un evento del genere, di provare a dargli una chance. Il paragone più adatto è forse il calcio: molte persone non sanno giocare, ma lo guardano.
Spero perciò che anche per i tornei di Pokémon possa succedere la stessa cosa in futuro.”
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