Zhang Weili pensa che i controversi commenti politici di Rose Namajunas prima del loro precedente combattimento abbiano, di fatto, messo i fan dell’UFC contro di lei.
In vista della lotta per il titolo all’UFC 261 lo scorso aprile, Rose Namajunas, atleta amerciana di orgine lituana, ha usato la frase “meglio morto che rosso”, uno slogan anticomunista nato durante la Guerra Fredda negli anni Cinquanta.
Secondo Namajunas, l’allora campionessa Zhang Weili rappresentava il “rosso”, il comunismo, in quanto cinese.
Zhang Weili inizialmente aveva minimizzato i suddetti commenti, ma dopo aver sperimentato l’ostilità del pubblico nell’incontro in cui perse il titolo per KO alla prima ripresa, ha ammesso che i fischi potrebbero aver avuto un ruolo e ritiene che l’attuale campionessa sia stata scorretta.
Zhang Weili: quei commenti hanno superato il limite
“Penso che mi abbia decisamente influenzato un po‘”, ha dichiarato Zhang su “The MMA Hour”. “I commenti che Rose ha fatto, penso che siano riusciti a farmi fischiare dal pubblico.
Ma penso che sia un mio problema perché dovrei concentrarmi sul combattimento e non sul pubblico. Non posso controllare chi piace al pubblico. Quindi mi sto concentrando di più sul mio match“.
Ha continuato: “Nella mia mente, penso che, sì, quei commenti abbiano superato il limite perché penso che tutti pubblico e combattenti, ci riuniamo tutti nell’UFC perché condividiamo tutti la passione per le MMA.
Nella mia mente, vengo qui perché voglio fare amicizia perché tutti abbiamo l’amore comune per le arti marziali.
Penso che non sia una buona cosa mescolare lo sport con la politica, ma penso che forse fosse il suo piano. Penso che Rose volesse usare quei commenti per farmi fischiare dal pubblico“.
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