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DeAndre Hopkins è il ricevitore che Mahomes non ha mai avuto

DeAndre Hopkins è il ricevitore che Mahomes non ha mai avuto

DeAndre Hopkins è stato scambiato dai Titans ai Chiefs mercoledì in cambio di una quinta scelta al Draft (che potrebbe diventare quarta).

L’esperienza ai Titans si conclude così dopo due stagioni in chiaroscuro, in cui il ricevitore non ha mai dato l’impressione di essere realmente se stesso, in parte per la scarsa intesa con i vari QB, da Tannehill a Will Levis, un po’ per un declino fisico.

Hopkins, a 32 anni, attraversa una fase di calo fisiologico – come molti altri ricevitori prima di lui, Julio Jones e AJ Green più recentemente – oltre il quale è difficile spingersi e continuare a performare se si escludono mostri sacri come Jerry Rice, Larry Fitzgerald e Steve Smith Sr.

Parallelamente però, Hopkins arriva a giocare nella miglior situazione della sua carriera, avendo dimostrato appena un anno fa di essere ancora una soluzione solida, sia in termini di performance che statistici.

Che giocatore è attualmente DeAndre Hopkins?

I numeri di Hopkins sono in costante calo dal 2021, anno iniziato molto bene ma deragliato da un infortunio alla coscia sinistra che ha compromesso anche la stagione dei Cardinals. L’anno successivo una sospensione per doping prima, e un infortunio a Murray poi, impedirono a Hopkins di rimettersi in carreggiata.

A fine stagione il ricevitore chiese di essere ceduto e decise di accasarsi ai Titans, vecchi rivali dai tempi di Houston, e squadra in ascesa nonostante le evidenti carenze in alcuni ruoli chiave, Quarterback in primis.

I due anni ai Titans sono stati quantomeno instabili, con Tannehill in enorme difficoltà, complice la dipartita di Arthur Smith, e un Will Levis rookie incapace di garantire qualsiasi tipo di solidità prestazionale.

Nonostante la situazione non ottimale, Hopkins ha comunque registrato più di 1000 yard e 7 touchdown al primo anno, confermandosi un giocatore ancora in grado di cambiare le sorti di un match quasi in solitaria, nonostante l’atletismo non più straripante.

Tecnicamente Hopkins è dotato di ottime mani, indubbiamente tra le migliori in NFL, abbinate a un fenomenale controllo del corpo e a una capacità di posizionarsi correttamente in situazioni di lanci contestati su cui è sempre stato dominante.

Il lato meno sviluppato del gioco di Hopkins, fin dai tempi del college a Clemson, è sempre stato l’abilità nel guadagnare yard dopo la ricezioni, aspetto che comunque riusciva a compensare nei suoi anni migliori grazie a un volume di target e ricezioni molto sopra la media.

 

Come si inserirà DeAndre Hopkins nel sistema dei Chiefs?

Kansas City è attualmente scarna di ricevitori. Tra l’infortunio a Rice, che lo terrà fuori per l’intera stagione, il calo drastico di Kelce e la poca solidità di giocatori come Hardman, Watson e il rookie Worthy, la trade per Hopkins va a puntellare quello che era un nervo scoperto per i Chiefs.

Entrare subito negli schemi di Andy Reid, almeno in forma limitata, non sarà complesso per Hopkins, alla sua quarta squadra NFL e sesto coaching staff.

Anche il dilemma tattico di come impiegarlo dovrebbe essere presto risolto: il profilo di Hopkins, meno atletico e più fisico, è esattamente ciò che manca a Kansas City, piena invece di ricevitori molto più dinamici, capaci di attaccare corto e lungo, ma tutt’altro che solidi nel medio raggio.

Proprio nel medio raggio andrà presumibilmente a lavorare Hopkins, andando a sgravare del peso anche dalle spalle di Kelce, ormai non più in grado di trascinare la squadra in solitaria e ovviare gli evidenti limiti tecnici in quella zona.

La decadente brillantezza fisica di Hopkins è inoltre sopperita da una superiore comprensione del gioco, aspetto in cui ha comunque sempre eccelso, e dall’intelligenza tattica di Mahomes.

Il QB, attualmente a ritmo per la peggior stagione della sua carriera, rimane il migliore nel suo ruolo e sicuramente il più decisivo. La possibilità di essere un protagonista in una squadra che mira al three-peat sarà sicuramente molto più stimolante per Hopkins rispetto a dover scendere in campo senza sapere quale versione del proprio Quarterback scenderà in campo.

Infine, la capacità di Andy Reid e di Patrick Mahomes di inserire giocatori del calibro di Hopkins all’interno del proprio sistema sono impareggiate.

DeAndre Hopkins è il ricevitore che Mahomes non ha mai avuto
DeAndre Hopkins nella giocata più iconica della sua carriera, rinominata Hail Murray (Photo Credits: Arizona Cardinals)

DeAndre Hopkins aiuterà i Chiefs?

A meno di esorbitanti flop la risposta è: decisamente sì. Le lacune nel reparto ricevitori, a cui si aggiunge anche l’infortunio di Pacheco, hanno creato un enorme vuoto che soltanto Mahomes ha saputo colmare.

Il QB, anche se apparentemente con prestazioni insufficienti, e Andy Reid hanno saputo giostrare gameplan più improntati al gioco di corsa, andando a mascherare i limiti del reparto fino a questo momento.

Con Hopkins si aprirà il playbook a disposizione e si aggiunge, nel peggiore dei casi, un giocatore con 12 anni di esperienza in NFL di cui sostanzialmente 11 da prima opzione. Il dato sembra di poco conto, ma indica che il giocatore ha la capacità di prendersi la squadra sulle spalle nei momenti di difficoltà o, addirittura, si aspetta che accada.

Questo punto è tuttavia l’unico che potrebbe ritorcersi contro i Chiefs per dinamiche legate allo spogliatoio. Hopkins ha performato per anni ad altissimo livello il che gli ha permesso di veder ignorati alcuni suoi comportamenti, dentro e fuori dal campo.

Dall’allenarsi praticamente sempre in capacità limitata, alle reazioni dopo giocate negative o in caso di mancato lancio del Quarterback nella sua direzione, gli atteggiamenti di Hopkins potrebbero far storcere il naso a parecchi elementi dell’ambiente Chiefs, molto più abituati, almeno in apparenza, a dar priorità al bene della squadra.

La sensazione è che DeAndre Hopkins, almeno in un primo momento, cercherà di approfittare della prima vera occasione in carriera di arrivare a un titolo, ma se le cose dovessero mettersi male, soprattutto in partite molto tirate, alcuni suoi comportamenti nocivi potrebbero venir fuori.

In passato Reid ha gestito con un approccio molto laissez-faire atteggiamenti di questo genere di Mahomes e Kelce. La presenza di un terzo attore in queste dinamiche, soprattutto se non avvezzo alla cultura dei Chiefs, potrebbe scardinare i punti saldi della franchigia.