UFC, il campione dei pesi medi Israel Adesanya, definisce la vittoria contro Yoel Romero del 2018, come il punto più basso della sua carriera MMA.
Ricordiamo che si è trattato di uno dei combattimenti per il titolo più criticati dell’era moderna dell’UFC, segnata da uno stallo di 25 minuti che ha visto Adesanya e Romero combinare per sferrare
meno di 90 colpi nel totale.
Il tutto ingigantito dal fatto che l’incontro che lo ha preceduto, Zhang Weili contro Joanna Jedrzejczyk, generalmente considerato uno dei più grandi della storia delle MMA.
Durante un’apparizione mercoledì a The MMA Hour, Romero è stato interrogato sui recenti commenti di Adesanya, dove “The Last Stylebender” ha attribuito a Romero gran parte della colpa per
la natura poco brillante dell’incontro.
Romero è attualmente impegnato contro Melvin Manhoef venerdì nel co-main event di Bellator 285, che si svolgerà alla 3Arena di Dublino, in Irlanda.
L’incontro con Adesanya è stato l’ultima apparizione di Romero nell’UFC. Il quarantacinquenne medaglia d’argento olimpica ha quindi chiesto il suo rilascio dall’UFC e ha firmato con Bellator
MMA nel 2020, dove ha ottenuto un 1-1 nei suoi primi due incontri con la promozione. Di recente, Romero ha ottenuto una vittoria per ko al secondo round contro Alex Polizzi a maggio.
UFC, dura la replica di Romero
UFC, anche Yoel Romero ci tiene ad intervenire sull’argomento: “E’ vero il match ha lasciato molto a desiderare, ma mettiamo le cose in chiaro, prima di tutto è stato lui a sfidarmi. Ricordo bene
che disse che se nessuno voleva affrontare la bestia l’avrebbe affrontata lui. E non solo, ha detto di volermi mandare in pensione’. E allora mi sono emozionato, mi sono detto che sarebbe stato
un combattimento incredibile“.
“Così sono salito sul ring per fargli vedere la bestia, mi sono preparato per l’incontro, pronto a mettermi al centro dell’ottagono, pronto a combattere, pronto a far scorrere il sangue e a far
vedere ai fan una vera guerra totale!”
“Ma poi cosa è successo? Inizia a combattere, sente la mia potenza e all’improvviso cosa succede? Inizia a scappare da me. Non mi metterò a rincorrerti ho pensato, non è certo quello che farò.
L’UFC lo stava proteggendo troppo e, fondamentalmente credo che quello che volessero è che gli corressi dietro. No, non lo farò. Se si è sentito intimidito e non ha voluto scambiare pugni con
me,è colpa sua, non mia. Io mi sono solo alzato in piedi e ho voluto combattere come un uomo e scambiare colpi. Lui non ha voluto farlo, è colpa sua. Ma avrebbe potuto essere molto di più di
quello che è stato“.