23XI Racing e FRM stanno andando contro la NASCAR per la politica sui rinnovi dei charter per le prossime stagioni, facciamo il punto della situazione.
Già settimana scorsa, alla Southern 500 Cup Series, Curtis Polk si era presentato con una scritta dietro alla sua schiena che recitava: “Per favore, non chiedetemi del mio Charter. Non voglio denigrare la NASCAR e perderla”. Il messaggio dell’investitore del team di Michael Jordan e Denny Hamlin era una frecciata alla clausola anti-denigrazione che fa parte del nuovo accordo per il noleggio dei numeri a partire dalla prossima stagione del campionato Americano.
Hamlin, intervistato durante le qualifiche della Quaker State 400, si è espresso a sua volta su questa clausola: “Sì, è una minaccia. Si tratta di una clausola che, se parli in modo negativo, puoi essere penalizzato. Se non gli piace quello che dici, sì, stanno cercando di riservarsi il diritto di bloccarti.”.
Parlando di ciò che questo nuovo accordo potrebbe significare per la struttura di potere all’interno della NASCAR, Hamlin ha aggiunto: “Chi è la giuria, il giudice e il boia? Sembra che sia la stessa persona. Non è mai stata la stessa persona, ma ora stanno proponendo che lo sia”.
Molti dettagli della proposta NASCAR non sono ancora di dominio pubblico, tuttavia quello che sta emergendo ha portato i due team a rifiutarlo e a proseguire una battaglia. E Denny Hamlin, comproprietario del team con Michael Jordan, sta usando la sua popolarità per far diventare di dominio pubblico una situazione che potrebbe portare ad un lockdown completo prima della stagione 2025.
Va sottolineato che l’accordo, che andava firmato entro venerdì, non è stato approvato proprio per le distanze prese da Front Row Motorsport e il team 23XI.
Il comunicato del 23XI Racing sulla situazione dei charter
Nella giornata odierna, il team ha rilasciato un comunicato sulla situazione attraverso i propri social media. Il comunicato recita:
“23XI ha deciso di non rispettare la scadenza imposta dalla NASCAR ieri sera per firmare i contratti di noleggio per le sue due vetture per il 2025-2031. La posizione di 23XI, come dichiarato in una lettera inviata alla società, è che non abbiamo avuto l’opportunità di contrattare equamente per un nuovo contratto di noleggio.
Abbiamo comunicato le questioni da affrontare, per iscritto, alla scadenza. Siamo interessati a intraprendere discussioni costruttive con la NASCAR per affrontare questi problemi e andare avanti in un modo che porti a una risoluzione equa, rafforzando al contempo lo sport che tutti amiamo. Al team 23XI rimaniamo impegnati a competere ai massimi livelli, pur rimanendo fermi nella nostra convinzione che la NASCAR debba essere governata da pratiche giuste ed eque”.
Il team 23XI e Front Row Motorsports sarebbero le uniche due organizzazioni, su 15 con i charter, a non aver firmato l’accordo.
Statement from 23XI ownership pic.twitter.com/z0z5rjRjEP
— 23XI Racing (@23XIRacing) September 7, 2024
A cosa serve l’accordo sui charter?
Il charter system è una vera e propria licenza di noleggio dei numeri che permette alle varie squadre di correre tutte le gare del campionato senza competere in altre leghe. Questo, unito all’incentivo economico pagato dalla società della famiglia France, aiuta le squadre a competere come franchigie, migliorando lo spettacolo.
La NASCAR ha introdotto i charter nel 2016. Tutti i team a tempo pieno, 36 (di 15 organizzazioni), hanno una licenza che garantisce loro l’ingresso in ogni gara della Cup Series. Il valore del charter è legato a una base garantita di denaro per ogni evento e alle sue prestazioni.
L’attuale accordo di noleggio, che è stato prorogato nel 2020, termina dopo questa stagione. L’accordo era allineato al rinnovo dei contratti sui diritti mediatici del campionato Americano. La proposta d’accordo su cui si sta discutendo avrebbe una durata di sette anni e dovrebbe arrivare fino alla stagione 2031.
Quale futuro ci aspetta con la protesta di FRM e 23XI Racing?
La tensione tra i team e la NASCAR è stata particolarmente evidente lo scorso fine settimana, quando il pilota della 23XI Tyler Reddick ha vinto il titolo della stagione regolare a Darlington. Nessuno dei vertici della NASCAR ha partecipato alla cerimonia di consegna del trofeo. “Sicuramente sono rimasto deluso dal fatto che nessuno della NASCAR abbia consegnato il trofeo a Tyler – ha dichiarato Hamlin – È stato un po’ deludente”.
La situazione è poi peggiorata durante la giornata mediatica per la prima gara dei Playoff. Denny Hamlin, intervistato sulla gara, ha pensato di affondare un nuovo colpo affermando, senza una domanda specifica, che la situazione legata ai charter è stagnante. Il pilota e comproprietario ha poi successivamente dichiarato che: “Nonostante altri potrebbero dire che l’accordo è vicino, le cose continuano ad andare nella direzione sbagliata. Una delle due parti dovrà svegliarsi ed essere ragionevole”.
Questo porterebbe ad un possibile lockdown, come successo in passato anche in NBA, se la protesta dovrebbe proseguire.
Un altro dato che va tenuto in considerazione è che sia il team 23XI che il team FRM avevano annunciato di voler correre la prossima stagione con tre vetture, situazione che potrebbe ora bloccarsi e non permetterebbe di avere così le 40 vetture in griglia richieste dalla NASCAR per correre la singola corsa.
Pensando nuovamente sull’accordo e sulla possibilità di avere 3 vetture già dalla stagione 2025, Hamlin ha risposto: “Credo di sì dal nostro punto di vista, ma dipende da chi lo chiede. Ci sono probabilmente una manciata di squadre che sono felici di accettare qualsiasi accordo e altre che, con un po’ di senso degli affari, dicono che questo è irragionevole”.
Brad Keselowski difende la NASCAR
“Rispetto sicuramente la capacità decisionale di 23XI e FRM” ha dichiarato Keselowski, tramite Bob Pockrass di FOX Sports, “Per noi è stato giusto fare un accordo e andare avanti”.
Per quanto riguarda la “minaccia” o la “forzatura” che è iniziata oggi da parte dei due team, ha respinto il fatto che sia un’idea di tutto il paddock: “Beh, non so necessariamente da dove provenga. Costretto è un termine molto forte, ma stiamo arrivando a un punto in cui è importante risolvere queste cose. Siamo contenti che le condizioni economiche siano migliorate e che il panorama mediatico si sia evoluto”.
Parlando dell’accordo sui diritti mediatici, secondo Keselowski questo è uno dei punti chiave per cui è iniziata la protesta: “Siamo certamente contenti di vedere lo sport perpetuarsi, ma in questo momento lo sport vive e muore grazie ai diritti mediatici. Non c’è modo di evitarlo. Quindi, quando l’accordo sui diritti mediatici è stato concluso quest’inverno, è stato un grande, grande affare per lo sport, e ora si vedono le tessere del domino che cadono dietro e si nascondono dietro a questo, ma non dimenticate qual è la prima tessera del domino“.
“Ci sono molti paragoni tra la NASCAR e le altre leghe sportive. Credo che questo settore guardi dalle spalle la NFL, l’NBA e così via e veda che la loro situazione continua a migliorare drasticamente e tutti noi vogliamo lo stesso. E questo crea un’aspettativa o uno standard che credo sia alla base di alcune trattative“.
RFK co-owner Brad Keselowski on a couple of teams not signing the charter agreement, whether he felt “forced” to sign it, what he sees in the new agreement that he likes and what the level is of frustration among team owners. pic.twitter.com/QQXIWuTkKb
— Bob Pockrass (@bobpockrass) September 7, 2024