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Analisi del match Los Angeles Rams – Arizona Cardinals, week 2

Analisi del match Los Angeles Rams - Arizona Cardinals, week 2

Gli Arizona Cardinals spezzano una striscia di 9 sconfitte consecutive in casa contro i Rams – e di 8 divisionali – disputando un match quasi perfetto.

Dopo una gara d’esordio in cui Kyler Murray e compagni avevano dato segnali incorraggianti nel primo tempo, salvo poi spegnersi nel secondo dominato dai Bills, alla prima in casa gli Arizona Cardinals disputano una partita senza sbavature contro l’avversario più ostico degli ultimi 7 anni.

I Rams infatti si presentavano a Glendale con un record di 13-2 contro Arizona dall’avvento di McVay (2017). Tra le 13 vittorie c’è anche quella schiacciante inflitta ai playoff 2021, più volte citata dallo stesso Murray come momento più basso, almeno emotivamente, in carriera.

Come sono arrivati gli Arizona Cardinals a una vittoria così schiacciante?

La partita, a cui entrambe le squadre si presentavano con un record di 0-1 (i Rams erano stati sconfitti in week 1 all’overtime dai Lions) e avevano, a modo loro, dato segnali positivi.

Per i Rams sono inevitabilmente pesate le numerose assenze: la linea d’attacco, priva di 3 titolari, ha faticato tutta la partita a gestire la pass rush di Arizona, insufficiente contro i Bills. In più, all’assenza di Puka Nacua si è aggiunto l’infortunio a partita in corso di Cooper Kupp.

Per quanto i Rams siano una squadra profonda, è difficile pensare a una squadra capace di reggere perdite così pesanti e in ruoli così centrali.

Al di là degli infortuni, che hanno colpito maggiormente l’attacco, i Rams non sono mai riusciti a fermare l’attacco di Arizona. Kyler Murray e Marvin Harrison Jr hanno completamente stravolto la secondaria di LA, costretta a cambiare gameplan dopo appena un quarto.

In meno di 15 minuti di gioco Harrison Jr ha infatti collezionato 4 ricezioni per 130 yard e 2 touchdown, scacciando le cattive sensazioni lasciate dall’esordio mediocre.

Murray, dall’altra parte, ha usato le sue eccellenti doti da scrambler e il suo talento come passatore, non solo disinnescando con continuità la pass rush dei Rams ma ottenendo anche grosse giocate, che hanno spezzato le gambe all’intera difesa di LA.

La difesa degli Arizona Cardinals ha invece giocato una partita diametralmente opposta rispetto a quella di Buffalo. I Cardinals, complice una linea sotto livello dei Rams, hanno costantemente messo sotto pressione Stafford e impedito a Los Angeles di acquisire una qualsiasi inerzia sul gioco di corsa.

Escludendo il lancio più lungo della serata di Stafford – una bomba da 42 yard arrivata per un errore grossolano di Budda Baker, l’unico in una partita impeccabile del numero 3 di Arizona – la media per lancio del QB si attesta su un mero 6.7 a tentativo.

 

Analisi della partita

Analizzando le statistiche avanzate della partita, balza subito all’occhio la partita di Dennis Gardeck, outside linebacker di Arizona. Gardeck era stato parecchio criticato dopo la gara con i Bills in cui aveva subito le fughe di Josh Allen.

Contro i Rams Gardeck ha messo a segno 6 placcaggi totali, 3 sack e un fumble forzato. Numeri a parte, però. è riuscito a mettere pressione a Stafford, dinamica che i Cardinals, negli ultimi anni, erano raramente riusciti a compiere contro i rivali.

Altra arma vincente degli Arizona Cardinals sono state le corse. Arizona presenta uno dei giochi di corsa più variegati e difficili da difendere in NFL e dal rientro di Murray lo scorso anno questo punto di forza si è ovviamente accentuato.

In particolare, la linea di Arizona è atipica e decisamente più atletica della media in NFL, con Froholdt e Johnson Jr in testa, e permette all’Offensive Coordinator Drew Petzing di chiamare pull e incroci con una creatività senza precedenti.

Questo aspetto, unito alla fisicità di James Conner e alle abilità di Murray, hanno permesso ai Cardinals di guadagnare 231 yard, la quinta volta che Arizona sorpassa le 200 yard dallo scorso anno, primi in NFL, coincidentalmente (o forse no) dall’arrivo di Petzing.

La scena, tuttavia, è stata tutta per Marvin Harrison Jr. In una settimana con enormi pressioni e dubbi sul suo effettivo talento, Harrison Jr ha dimostrato in un solo quarto (quanto bastava) non solo le sue doti, ma la capacità di prendere una partita e plasmarne le sorti a suo piacimento.

L’attacco degli Arizona Cardinals è uno dei più affascinanti dell’intera NFL, con un personale giovane e costruito metodicamente, un playcall innovativo e un QB che sembra aver trovato il contesto e la maturità per compiere quello step in più.

Proprio Kyler Murray è solo il secondo QB di Arizona ad aver mai completato una partita con un rating perfetto (l’altro era Kurt Warner) e ieri si è rivista la sua abilità unica nel lanciare profondo con precisione robotica – 5/5 in passaggi oltre le 20 yard con 3 touchdown.

Sbloccare le potenzialità di Murray e dargli continuità rappresenta il passo cruciale per gli Arizona Cardinals per fare il salto anche in termini di ambizioni.