Kyler Murray, QB dei Cardinals deve ripulire la propria immagine. La serie HBO “Hard Knocks” ne sta offrendo una pessima impressione.
Dove Kyler Murray ne esce come uno sboccato, un’immaturo e scostante, una visione di certo non lusinghiera, ma comunque nemmeno definitiva.
Il primo sguardo arriva mentre Kyler il “maledetto” sta uscendo dal campo a testa bassa dopo l’ennesima sconfitta, ed il primo suono che sentiamo è una sua imprecazione prima di sbattere il casco a terra per la frustrazione.
Poi la situazione peggiora ulteriormente.
Che si tratti degli studi sulle partite, delle discussioni sulla pioggia o persino sull’incoraggiamento ai compagni di squadra ogni suo commento è colorito da imprecazioni e parolacce, il tutto rigorosamente sotto l’occhio della telecamera e trasmesso nella serie: “ehi, amico, dobbiamo solo vincere, non me ne frega un c***o di come lo facciamo”.
E così per tutta la puntata.
Kyler Murray riuscirà a ripulire la propria immagine?
Kyler Murray non è certo l’unico a dire parolacce nello show e nell’NFL, né è il più giovane.
Non si tratta nemmeno di dare il buon esempio ai ragazzi, comunque esposti ad un linguaggio scurrile attraverso la musica, i film, i social media, la televisione, gli amici e, sì, i genitori.
Le critiche di fondo sono piovute sull’atteggiamento che dovrebbe avere chi dovrebbe invece dare dimostrazione di leadership, autodisciplina e crescita.
Ma Kyler è troppo bravo per lasciarsi abbattere, ma deve imparare a gestirsi e a mantenere la calma.
Non deve più sbattere i caschi, quel genere di cose che ti rende un bersaglio, gli avversari sanno che se riescono a frustrarti, possono batterti.
Kyler Murray sarà sempre uno dei più talentuosi, uno dei più bravi ed ora ha l’opportunità di dimostrare autodisciplina e leadership con i suoi discorsi e i suoi modi di fare che possono essere trasferiti in altri settori della sua vita.