Michele Broili ha combattuto contro l’italo marocchino Hassan Nourdine, in un incontro valido per il titolo italiano dei pesi super piuma disputatosi lo scorso 18 Settembre.
In quell’occasione venne sconfitto da El Tuiburon, ma le problematiche più grandi arrivarono, per lui, dopo l’incontro.
Il pugile originario di Trieste, infatti, salì sul ring con il corpo coperto da tatuaggi raffiguranti simboli nazisti e sul suo petto campeggiava la scritta “Ritorno a Camelot”, il nome del raduno quinquennale organizzato dal Veneto Fronte Skinheads.
A seguito delle polemiche sollevate dalla suddetta simbologia, la Federazione Pugilistica Italiana aveva sospeso Michele Broili che era stato oggetto anche di un’indagine da parte della polizia di Trieste.
Michele Broili cerca la redenzione e il riscatto
Già all’epoca l’allenatore ed il team del pugile lo avevano difeso asserendo che, nonostante i tatuaggi, Broili fosse una persona molto riservata e pacata nei modi che si allenava con costanza.
Tuttavia, ovviamente, tali giustificazioni non erano bastate a sopire le polemiche ed ad evitare le sanzioni corrispondenti.
Oggi, come riportato da un articolo del Piccolo, quotidiano di Trieste, Michele Broili, cerca la redenzione e, a tal fine, ha coperto tutti i tatuaggi arrecanti simboli nazisti.
Il pugile insegue il riscatto e vorrebbe poter avere di nuovo l’opportunità di combattere per il titolo italiano a suggello di una nuova fase della sua esperienza sportiva e personale