NewsOutdoor

Parigi-Roubaix 2023: L’anteprima

Parigi-Roubaix 2023: L'anteprima

La Parigi-Roubaix, la grande Classica di Pasqua, la più dura delle gare da un giorno, si appresta a vivere la sua edizione numero 120.

L’anno scorso furono Elisa Longo-Borghini e Dylan Van Baarle a uscire indenni dai pavé francesi e dal percorso tortuoso che ogni anno miete molte vittime.

Chi si porterà a casa la gara di quest’anno? Scopritelo insieme a noi e alla nostra presentazione, a cura del nostro partner “Angliru: Ciclismo all’insù”, nella figura del suo autore Carlo Giustozzi.

 

Tutto quello che c’è da sapere sulla Parigi-Roubaix 2023

Un po’ di cenni sulla Parigi-Roubaix

Una “connerie”. Dopo aver dominato la Parigi-Roubaix del 1981, subito dopo la linea d’arrivo, Bernard Hinault volle esprimere il suo pensiero sulla classica monumento appena vinta. La definì una schifezza, per la durezza e la pericolosità del percorso che lui e gli altri del gruppo avevano dovuto affrontare quel 12 aprile.

La Parigi-Roubaix è la gara ciclistica più dura della stagione. L’edizione che rimane nella storia è quella del 1919. La prima guerra mondiale è finita meno di un anno prima, e i 77 partenti dalla capitale francese non hanno idea delle condizioni delle strade dopo il conflitto.

Nei primi chilometri sembra tutto normale, ma piano piano che il gruppo si avvicina a Roubaix i danni e la devastazione della guerra diventano brutalmente evidenti. L’Auto quel giorno scrive: “Entriamo nel centro del campo di battaglia. Non c’è un albero, è tutto spianato. Non c’è un metro quadrato che non sia stato colpito. C’è un cratere dopo l’altro, tutti causati dalle bombe. Le uniche cose che si notano in questa terra desolata sono le croci con i fiocchi blu, bianchi e rossi. E’ l’inferno”. Il vincitore di quella prima edizione della Parigi-Roubaix, nel 1919 è il francese Henri Pélissier, che disse: “Quella non è stata una corsa, era un pellegrinaggio”.

Henri Pélisser, primo vincitore della Parigi-Roubaix nel 1919 (Crediti: BikeRaceInfo)
Henri Pélisser, primo vincitore della Parigi-Roubaix nel 1919 (Crediti: BikeRaceInfo)

Negli anni, i famosi settori di pavè, dove nei giorni di sole si alza una polvere irrespirabile e nei giorni di pioggia i ciclisti indossano una maschera di fango che li ricopre totalmente, hanno regalato momenti spettacolari e di profondo dramma. Il rischio di foratura a ogni pietra, nonostante i progressi tecnologici continui, e il pericolo di rimanere vittime di cadute sono motivi ulteriori che rendono la Roubaix una gara quasi impossibile da decifrare.

Il percorso della Parigi-Roubaix 2023

La 120esima Parigi-Roubaix partirà da Compiègne, comune dell’Alta Francia che ospita la sede di partenza della Classica di Pasqua dal 1968. Da lì i ciclisti, o almeno quelli che concluderanno la gara, dovranno affrontare i 256.6 km che li separano da Roubaix. Quest’anno i settori di pavè, che vengono mantenuti con cura dai Les Amis de Paris–Roubaix, saranno 29, dalla lunghezza complessiva di 54.5 km.

Il più famoso è la Foresta di Arenberg, che il gruppo troverà sul percorso quando mancheranno 95 km all’arrivo. Ha cinque stelle di difficoltà, ed è in questo momento che la corsa si infiamma. Prenderlo in testa significa non prendere rischi e non sprecare energie preziose che saranno fondamentali più tardi.

Gli altri settori più difficili e celebri sono il Mons-en-Pévèle, lungo tre chilometri, e il Carrefour de l’Arbre. Il Carrefour è l’ultimo settore veramente duro prima dell’arrivo, e spesso è qui che i vincitori hanno fatto la differenza. Misura 2,1 km, e una volta concluso al (o ai) battistrada mancheranno 17.1 chilometri prima dell’arrivo, che si troverà come ogni anno nel Velodromo di Roubaix.

I favoriti della Parigi-Roubaix 2023

Il grande favorito per la vittoria della prossima Parigi-Roubaix è Mathieu Van Der Poel. L’olandese della Alpecin ha già corso la Classica di Pasqua negli ultimi due anni, concludendo con un podio e con il nono posto. Con la forma che si ritrova e che abbiamo visto tra Sanremo e Fiandre, solo un grandissimo Tadej Pogacar lo potrebbe battere. Lo sloveno non sarà però presente domenica alla partenza da Compiègne, e il nipote di Poulidor ha i numeri per conquistare la sua quarta monumento.

Proverà a mettergli i bastoni tra le ruote il suo gemello diverso, rivale di mille battaglie tra la strada e il ciclocross: Wout Van Aert. Van Aert è ormai riconosciuto come il ciclista più completo degli ultimi anni, visti i successi raccolti in ogni tipo di percorso. Al fiammingo di Herentals iniziano a però mancare le vittorie pesanti in bacheca, le Monumento. Ne ha conquistata solo una, la Sanremo agostana del 2020, e da allora ha inanellato una serie di piazzamenti. Nella scorsa Roubaix ha chiuso secondo, e per stare sicura di soddisfare il suo capitano la Jumbo-Visma ha firmato il campione uscente, l’olandese Dylan Van Baarle.

Dylan Van Baarle sul traguardo della Parigi-Roubaix 2022 (Crediti: FloBikes)
Dylan Van Baarle sul traguardo della Parigi-Roubaix 2022 (Crediti: FloBikes)

Anche domenica Van Aert può contare su un impressionante cast di gregari: oltre al vincitore dell’ultima edizione, anche Christophe Laporte, uno che farebbe il capitano in qualsiasi altra squadra, e i due passisti Nathan Van Hooydonck ed Edoardo Affini saranno presenti per provare ad aiutare il loro capitano.

Il terzo grande nome per la vittoria di domenica è quello di Filippo Ganna. A inizio stagione, il piemontese della Ineos aveva detto di essere pronto per giocarsi la vittoria nelle classiche più importanti. Pensavamo tutti che con il suo motore sarebbe stato in grado di partire tra i favoriti, ma il secondo posto alla Milano-Sanremo ha dell’eccezionale.

Pippo ha resistito in modo perfetto ai violenti attacchi sul Poggio – van der Poel a parte, ma l’olandese era di un altro pianeta – e nell’atipica volata finale ha staccato Pogacar e Van Aert per conquistare il secondo gradino del podio. Alla Parigi-Roubaix i suoi chili saranno fondamentali per sviluppare potenza sui settori di pavé, e l’Italia può aspirare alla prima vittoria in una Classica Monumento da due anni a questa parte. L’ultimo successo arrivò proprio all’Inferno del Nord, la Parigi-Roubaix 2021, ad opera di uno straordinario – e poi drammaticamente sfortunato – Sonny Colbrelli.

Mads Pedersen ha mostrato una forma strepitosa al Giro delle Fiandre, restando da solo in avanscoperta per tantissimi chilometri e chiudendo sul podio a Oudenaarde. Il danese non è solo forte in volata: non ha paura di attaccare da lontano ed è sempre pronto a spendere energie per cercare il grande risultato finale.

Scorrendo la lista di partenza, sono tanti i nomi pericolosi che potrebbero imporsi, alcuni più e alcuni meno a sorpresa, sul traguardo del Velodromo di Roubaix. Stefan Kung è in un ottimo periodo di forma, e l’anno scorso ha chiuso sul podio della Classica di Pasqua. Matej Mohoric ha collezionato una serie di buoni piazzamenti nelle classiche di primavera, e l’anno scorso aveva dimostrato di avere le gambe per correre sulle pietre francesi con buoni risultati.

La Soudal Quick-Step, in crisi di risultati nelle classiche del nord, affida le sue speranze al danese Kasper Asgreen, che ha chiuso settimo al Fiandre facendosi vedere. In suo appoggio ci saranno Davide Ballerini, il velocista Tim Merlier e un veterano del pavè come il belga Yves Lampaert.

Tra le possibili sorprese che potrebbero entrare in Top 5 alla Parigi-Roubaix ci sono anche Nils Politt, Florian Vermeersch e lo spagnolo Ivan Garcia Cortina. Per la UAE il capitano alla partenza è Matteo Trentin, che alla Ronde si è mosso perfettamente per aiutare Pogacar e domenica avrà spazio per giocare le sue carte. Alexander Kristoff non è sembrato in grande forma dal suo arrivo alla Uno-X, ma il norvegese ha esperienza e vittorie che contano nel palmares. Sarà da osservare il giovanissimo talento Arnaud De Lie, che molti in Belgio considerano il futuro delle classiche, ma ha solo 21 anni.

Chi vincerà la Parigi-Roubaix 2023 femminile?

La terza Parigi-Roubaix femminile della storia si correrà sabato 8 aprile, e la partenza è fissata dalla città di Denain. Da lì le cicliste dovranno affrontare 145,5 km e 17 settori di pavè per arrivare al traguardo a Roubaix. I settori decisivi saranno Mons-en-Pévèle e il Carrefour de l’Arbre, mentre non è prevista la Foresta di Arenberg.

L’anno scorso la vittoria fu di Elisa Longo-Borghini, che si impose nel velodromo con la maglia di campionessa nazionale italiana. La stella della Trek sarà presente al via, ed è data come una delle favorite. La sua grande rivale sarà la belga Lotte Kopecky, che l’anno scorso chiuse seconda e che in questa primavera ha già vinto Omloop, Nokere Koerse e, soprattutto, il Giro delle Fiandre.

Elisa Longo Borghini esulta sul podio della Parigi-Roubaix 2022 (Crediti: ASO/Pauline Ballet)
Elisa Longo Borghini esulta sul podio della Parigi-Roubaix 2022 (Crediti: ASO/Pauline Ballet)

La Trek potrà giocare diverse carte per provare a vincere la terza edizione consecutiva della corsa, e saranno presenti al via anche l’olandese Lucinda Brand e la campionessa italiana in carica Elisa Balsamo, che correrà in appoggio della sua capitana.

Saranno da tenere d’occhio anche Marianne Vos, che si è operata a inizio anno ma sta migliorando corsa dopo corsa, la francese della Cofidis Victoire Berteau e l’italiana della UAE Chiara Consonni.