IndoorNews

Ronnie O’Sullivan parla della battaglia alle dipendenze

Ronnie O'Sullivan parla della battaglia alle dipendenze

Ronnie O’Sullivan è per tutti il più grande giocatore di Snooker di tutti i tempi, ma anche lui ha affrontato dei grandi demoni come Alcol e droghe.

In una intervista radiofonica, il quarantasettenne britannico, sette volte campione del Mondo, si è aperto in merito alle dipendenze che ha affrontato nel corso della carriera e di come ha ritrovato il sorriso dopo tante difficoltà.

Il numero 1 del ranking di World Snooker ha inoltre dichiarato che la felicità è un qualcosa di interno sul quale bisogna lavorare a lungo.

 

Ronnie O’Sullivan si apre sulle dipendenze affrontate nella sua carriera

La storia di Ronnie O’Sullivan con dipendenze come droghe e alcol è una questione ormai risaputa nel mondo dello Snooker, dove colui che per molti è stato il più grande giocatore di ogni tempo ha lottato per tanto tempo contro dei demoni insormontabili.

In una intervista a BBC Radio, dove ha presentato la sua autobiografia, uscita nelle librerie locali proprio oggi, il nativo di Wordsley si è aperto nei confronti dei guai passati tra gli anni ’90 e i 2000 con le sue perdizioni:

Ho perso sette anni della mia vita tra alcol e cannabis, oltre a quattro anni di problemi fuori dal tavolo che non affrontavo in maniera esatta. Non mi focalizzavo sullo sport che praticavo e mi ero perso tra quelli che per me erano dei calmanti dopo l’incarcerazione dei miei genitori. 

Poi ti pulisci, e diventi strano in certe situazioni dove non sai come comportarti. Dovevo reinventarmi e imparare tutto da capo. Ci ho messo molto, ma ho realizzato che dovevo rifare tutto, dovevo avere una nuova vita.

La corsa mi ha aiutato molto. Correre con i miei amici è la cosa che mi rende più felice. Mettetemi in un posto dove si corre e sarò l’uomo più felice al mondo […] Affrontare il recupero mi ha aiutato sul fatto che dovevo ritrovare la felicità attraverso me stesso, ed è dal 2000 che credo in tutto ciò”.

A Ronnie O’Sullivan, che oggi ha annunciato che salterà i tornei in Regno Unito la prossima stagione per concentrarsi sulle tappe in Asia, un titolo gli fu tolto a causa della positività alla cannabis, l’Irish Masters del 1998, mentre nel 2000 entrò in riabilitazione, uscendone pulito e ritrovando così la serenità perduta, anche grazie all’aiuto ottenuto con il tempo, diventando uno dei più grandi nel suo sport.