Nella canoa slalom K1 il nome di Giovanni De Gennaro non appare trai dieci qualificati per la finale odierna, data una chiusura al 14° posto.
La canoa slalom K1 ha quindi i suoi dieci qualificati per la finale odierna: Jiri Prskavec, Boris Neveu, Michal Smolen, Jakub Grigar, Bradley Forbes-Cryans, Lucien Delfour, Hannes Aigner, David Llorente, Felix Oschmautz, Erik Holmer.
Il nome di Giovanni De Gennaro dunque non c’è. Dopo aver chiuso al primo e al secondo posto le due manche di qualificazione, il bresciano ha mancato l’accesso alla finale chiudendo al 14° posto mettendo assieme quattro penalità con due tocchi di palina: davvero troppo per potere sperare in un risultato migliore.
Canoa slalom K1 con numeri troppo bassi per l’azzurro
Nella Canoa slalom K1, il tempo complessivo dell’azzurro dunque è stato di 100.23, mentre per il decimo posto (l’ultimo utile per passare alla finale) serviva far meglio di 98.45. Dunque l’azzurro sarebbe passato se avesse accumulato al massimo 2 penalità e non 4.
“Non ero io, se questa gara si fosse fatta ieri avrei vinto con 5” di vantaggio. Una giornata da cancellare”, ha ammesso l’azzurro, classe 1992, che ha dovuto anche fare ricorso alle cure del medico dopo la sua prova: fa davvero molto caldo oggi a Tokyo e quella di De Gennaro era una carta importante per l’Italia. Lui cercherà senza dubbio di rifarsi a Parigi 2024, mentre il medagliere della spedizione azzurra resta così fermo per ora a 19 medaglie: 2 ori, 7 argenti, 10 bronzi.
Per questa Canoa slalom K1 più umiltà non sarebbe guastata
In questa Canoa slalom K1, De Gennaro e l’allenatore Molmenti si sono presentati a Tokyo dicendo: “Non siamo certo qui per il 2° posto1” Il che ha senso dal punto di vista motivazionale: bisogna infatti puntare sempre in alto. Bisogna però inquadrare meglio determinate esclamazioni in base al tono.
Data la 14ma posizione, un tono spocchioso sarebbe stata una presunzione inaccettabile, peraltro ingiustificata (De Gennaro era il 7° del ranking mondiale): ma siccome bisogna assumersi la responsabilità di ciò che si dice, a fronte di un fallimento così enorme, Molmenti (cui andranno sempre i ringraziamenti per l’oro della scorsa Olimpiade) aggiusti un po’ il tiro nelle prossime interviste!
Perché se si parte con il dichiarato intento di vincere con supponenza e poi non si arriva nemmeno in finale, il risultato dei fattori non è molto distante dal fatto che come allenatore si abbia fallito, nonostante si avesse per le mani un fenomeno.