La F1 è stata formalmente denunciata dalla BIRD (Bahrain Institute for Rights e Democracy) per aver violato le linee guida OCSE.
La BIRD è un’organizzazione no-profit del Bahrain che lavora nel campo della difesa dei diritti umani. Stando ad alcune testimonianze di “due sopravvissuti alle torture del Bahrain” (così come riportato, in base al lavoro svolto per conto del GP Bahrain) la stessa organizzazione ha sporto denuncia legale nei confronti della F1.
Stando alle carte bollate in possesso dello UK National Contract Point, BIRD ha denunciato la F1 in quanto non ha rispettato le linee OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico).
La denuncia del BIRD alla F1
Standa a quanto riportato nell’atto formale della denuncia, la F1 avrebbe prolungato il contratto per il GP Bahrain oltre i termini consentiti. In particolare, ci sono alcuni punti portati da BIRD al UK National Contract Point.
Nel comunicato, si legge: “La F1 non si sarebbe confrontata con le parti interessate per ciò che riguarda i diritti umani, tra cui le organizzazioni dedicate a tale problema, i legislatori di tutta Europa, le vittime legate ai fine settimana di gara e tutti coloro che hanno subito rappresaglie per i loro lavoro sui diritti umani. Non è stato dato alcun sostegno alle vittime di abusi collegate ai GP, tra cui Najah Yusuf, che si è opposta al GP il cui figlio è detenuto per rappresaglia da parte del governo del Bahrain; la F1 non ha condotto processi di diligence sui diritti umani, tra cui figurano sparizioni forzate, uccisioni extragiudiziali e torture che si sono intensificate dal 2011 ad oggi.”
Il comunicato continua elencando: “Il GP Bahrain è stato responsabile di un considerevole aumento delle violazioni dei diritti umani, in quanto il governo ha agito per prevenire e reprimere le proteste nel periodo di svolgimento del week-end di gara; caso più lampante è stato quello di Salah Abbas Habib, trovato morto alla vigilia del primo GP nel 2012 dove che aveva partecipato ad una protesta pacifica. Nel 2017 la Yusuf, come detto in precedenza, e anche Hajer Mansoor sono state trattenute e maltrattate; tutto questo, evitando che la F1 ne uscisse colpita e anzi il governo del Bahrain ha rafforzato la propria immagine di fronte al mondo intero.”
Nel comunicato della BIRD si fa riferimento anche al principe Nasser bin Hamad Al-Khalifa, figlio del sovrano del Bahrain e comandante della Guardia Reale, secondo alcune voci coinvolto nella tortura dei manifestanti dell’opposizione.
Sayed Ahmed Alwadei, direttore del BIRD, ha aggiunto: “Sembra che la F1 abbia preso la decisione di disimpegnarsi con tutte le parti interessate, in violazione alla propria politica nonostante la gli avvertimenti arrivati dagli esperti che hanno cercato di metterli in guardia; abbiamo cercato di coinvolgere la F1 in ogni modo possibile, ma tutto è caduto nel vuoto. Già dal 2021 abbiamo cercato di intensificare il dialogo sui diritti umani nel paese arabo, specialmente perchè abbiamo appreso il prolungamento del contratto con il Bahrain di modo che diventasse il più lungo nella storia delle corse automobilistiche; dato il fatto che nessuno ci ha ascoltato, porteremo avanti la questione da un punto di vista legale.”
Ancora nessuna reazione da parte della F1 che comunque si è sempre impegnata nel combattere la discriminazione e la violazione dei diritti umani che avviene in Bahrain fin dal 2011, anno del primo GP in terra araba.
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— Motorsport.com Italia (@Motorsport_IT) October 27, 2022