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Intervista a Nives Arvetti, bandiera alla Formula Woman

Intervista a Nives Arvetti, bandiera alla Formula Woman

La nostra intervista a Nives Arvetti, pilota di Drift e futura rappresentante dell’Italia nella Formula Woman Nation Cup!

Fan dei motori oggi vi portiamo nel mondo del Drift con la pilota Italiana Nives Arvetti. La futura rappresentante dell’Italia nella Formula Woman Nation Cup, che si terrà dal 13 al 15 dicembre 2024, si è concessa ai nostri microfoni durante l’evento Expo Motori a Pisa.

Abbiamo parlato ovviamente del drift e della competizione internazionale. Ma non ci siamo concentrati solo su quello. Scoprite di più leggendo la nostra intervista!

Intervista a Nives Arvetti: “Il drifting è l’arte di controllare la perdita di controllo”

TSOS: Parliamo un attimo del presente, del Drifting. Per qualcuno è una materia oscura che deriva da Fast And Furious. Puoi parlarcene maggiormente e raccontarci com’è iniziato?

Nives Arvetti: Ho conosciuto il drifting 10 anni fa, anche se da piccolina a casa lo facevo da sola. Abitando in un’azienda agricola e avendo un sacco di macchine per andare in campagna usavo il freno a mano per far partire il posteriore e per controllare la macchina. Poi ho scoperto che questa cosa che facevo da piccola si chiama Drifting: l’arte di controllare la perdita di controllo. La Derapata. C’è un vero e proprio campionato in Italia e all’estero. Quando mi sono avvicinata, da autodidatta, ho iniziato nei piazzali e guardavo gli altri per cercare di imparare. Seguivo i consigli degli amici. Nel 2017 ho poi comprato una M3 e ho iniziato a fare il campionato. La mia prima gara è stata una tappa del campionato Europeo e sono rimasta soddisfatta perché sono rientrata nei TOP-16 di tutti e 2° nella classifica femminile. E da lì non ho più smesso!”

TSOS: Moltissimi utilizzano le BMW, soprattutto in Italia. Più andiamo verso l’estero e più vediamo le JDM. Puoi spiegarci il perché di questa differenza?

Nives Arvetti: “Le Giapponesi, o JDM, sono proprio nate per fare drifting. La scocca è fatta in modo tale che è molto facile driftare. Il BMW no. Però, a differenza delle JDM il BMW ha un motore che non si rompe mai. Lo puoi maltrattare finché vuoi e lui continuerà a lavorare. Comunque è una trazione posteriore e quindi ti permette di derapare. Io ne ho 3 e sono contenta!”

TSOS: Qual è la tua BMW preferita, tra le 3 che possiedi?

Nives Arvetti: “La mia fidanzata è una E36 (M3). Poi possiedo una E46 328 tagliata a Pickup e colorata di rosa, che tutti mi dicono essere simile all’auto della Barbie, con cui faccio gli eventi. Infine l’ultima arrivata è una E30 come scocca ma è più vicino ad un prototipo. Il motore è quello di una Corvette 7000 con 700 cavalli. Con questa ci faccio solo il campionato”.

TSOS: Sappiamo che nel drifting va tantissimo il motore aspirato, ma recentemente siamo passati maggiormente al turbo?

Nives Arvetti: “Perché siamo salendo sempre di più di livello. I cavalli continuano ad aumentare e si deve ricorrere al turbo. Quando io ho iniziato la M3 era la macchina più grossa/potente con 300cv aspirati. Adesso anche chi ha una M3 inserisce un turbo per aumentarne la potenza. La media attuale è di circa 700 cavalli all’interno del campionato Italiano.”

TSOS: Parlando della Formula Woman, che sensazione hai nel rappresentare l’Italia?

Nives Arvetti: “Nel rappresentare l’Italia è il mio sogno che si realizza. Quando ero piccolina sognavo di fare la pilota di Formula 1. Non è Formula 1 ma Formula Woman, ma siamo lì vicino! Sono molto onorata perché comunque ho iniziato questo percorso 2 anni fa ed eravamo 1200 ragazze da tutto il mondo e sono riuscita, fra le varie selezioni, a finire tra le prime 50 finaliste. E ognuna delle 50 rappresenterà la propria nazione alla gara di dicembre.”

TSOS: Quali sono le tue sensazioni a guidare in velocità, su una Radical, invece che in drift?

Nives Arvetti: “Inizialmente mi sono un po’ spaventata. Non avendo mai fatto gare di velocità, ho cercato di allenarmi con delle auto storiche. Il motivo è perché queste vetture sono senza controlli, che non ti aiuta alla guida. Mi sono messa, grazie a dei miei amici che hanno una squadra, a correre nel Campionato Italiano Auto Storiche Velocità su Circuito. 2 anni fa ho iniziato con un’Alfa, una GTV 2000, l’anno scorso invece volevo qualcosa di più cattivo e sono passata ad una TVR Griffith. L’ho scelta perché nessuno la voleva guidare perché è molto scorbutica e perde il posteriore. Ma avendo fatto drifting, riesco a gestirla molto bene. L’unico difetto è che non ha freni, quindi devo rallentare prima e gli altri riescono a superarmi. Ma almeno mi alleno anche con i sorpassi! E mi diverto, perché è difficile e più ho gusto nel correre! L’anno scorso sono riuscita a fare due podi, di cui uno a Monza, circuito che avevo provato solo al simulatore.”

TSOS: A proposito di simulatori, abbiamo avuto un esplosione di Sim Racer e sappiamo che molti piloti professionistici si allenano lì per imparare i nuovi circuiti. Puoi dirci la differenza principale che hai riscontrato un simulatore ben fatto e la realtà?

Nives Arvetti: “Ti aiuta per imparare la pista, per imparare le curve in che marcia farle, quando staccare. Ti aiuta in quel senso lì. Ma non hai la vettura sotto. Ti manca la sensazione proprio della vettura. È una buona scuola che ti può assolutamente aiutare. Io, ad esempio, non avendo mai fatto certe piste ma avendole provate al simulatore mi sembrava di averla già fatta. Ad Imola, invece, ero andata senza provarla al simulatore e ho avuto bisogno di 3/4  giri prima di ingranare e girare bene.”

TSOS: In Formula Woman correrai su una Radical, potresti spiegarci cosa è?

Nives Arvetti: “Immagina una Formula 1, ovviamente più piccola e più maneggevole. Io che vengo dal drifting sono abituata che devo alzare il piede dall’acceleratore. Invece lì devi tenerlo giù per mantenere l’aderenza. E gira in una maniera spaventosa. Ho fatto due training, ma mi sono divertita un sacco! Sono scesa che quasi non avevo sudato, abituata alle auto storiche e al drift!”.

TSOS: Il drifting sta prendendo molto piede recentemente anche  grazie ad una maggiore diffusione social. Hai qualcuno che adoreresti sfidare in competizione del circuito internazionale?

Nives Arvetti: “L’ho già fatto in realtà! Io guardo sempre le altre donne e c’è Karolina Pilarczyk che stimo tantissimo. Ho avuto l’onore di sfidarla nel 2017 quando io avevo una macchina con 300 cavalli in meno di differenza. Ma il circuito di Castelletto di Branduzzo era piccolino e mi ha un po’ aiutata. Nel primo round, dove lei partiva davanti, mi ha battuto 8-2. Nel secondo round che ero davanti io sono riuscita un po’ a frenarla e abbiamo concluso con un 5-5!”

TSOS: Puoi spiegare i punteggi del drifting?

Nives Arvetti: “Si guarda l’angolo, quanto angolo fai e più ne fai rispetto alla curva meglio è. La velocità con cui affronti la curva e il circuito. Poi i giudici ti valutano la linea che ti spiegano alla mattina. Ci sono dei clip point e delle clip zone dove il pilota deve passare creando una linea perfetta. Infine lo show e lo spettacolo. Il punteggio, in ogni round, va da 1 a 10 e ci si sfida sempre in un testa a testa, alternandosi su chi parte davanti. Vince, ovviamente, chi fa più punti!”

Ringraziamo Nives Arvetti per questa lunga intervista e vi invitiamo a seguirla sui suoi social!

 

 

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