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Jean Alesi: Accanimento per solo uno scherzo

Jean Alesi: Accanimento per solo uno scherzo

Jean Alesi nella giornata di Lunedì pomeriggio si è visto protagonista, a suo malgrado, di uno spiacevole episodio di uno scherzo finito male.

 

Fermato dalla polizia Francese per aver aver lanciato un petardo in uno studio di architetti (dove in teoria doveva essere uno scherzo per l’ex compagno della sorella dell’ex pilota Ferrari), verrà processato a Gennaio dal tribunale di Nîmes.

Jean Alesi ha più volte ripetuto che era solo un ‘brutto scherzo’ agli inquirenti e in un’intervista al Corriere Della Sera ha voluto calmare ancor di più gli animi:

Mi sembra tutto sproporzionato, c’è stato un grosso malinteso: per esempio l’ex-fidanzato di mia sorella è diventato ‘mio cognato’. Era solo uno scherzo, non mi sarei mai immaginato che un petardo potesse provocare tutto questo […]

Passavamo di lì per caso, così l’ho buttato davanti allo studio di questo architetto, ma non mi aspettavo che potesse fare un botto del genere e quei danni” .

 

Jean Alesi e il figlio Giuliano rischiano 10 anni

Jean Alesi e il figlio Giuliano Alesi, per questa ‘bravata’ rischiano (secondo l’Equipe) 10 anni di reclusione e 150.000 euro di risarcimento per danni procurati.

Difficile che ciò avvenga visto che il 57enne francese ha spesso specificato che fosse solo uno scherzo al suo ex cognato e non un atto terroristico.

Jean Alesi a inoltre spiegato più volte il suo legame con l’ex compagno di sua sorella e di come sia andata all’interno del commissariato nella serata di Lunedì:

“Siamo sempre stati in ottimi rapporti, con mia sorella si sono lasciati da due anni e ormai non parliamo più di lui. Sono stato io a presentarmi il giorno dopo alla polizia per chiarire.

Ho subito detto che avrei ripagato tutto, il vetro rotto, i danni. Che c’ero io su quella macchina, e non mio fratello. […]

Mi hanno trattenuto ventiquattr’ore. Prima ero stato chiuso dentro a una stanza su ordine del magistrato e successivamente i poliziotti mi hanno liberato.

Non capivano perché ci fosse tanto accanimento nei miei confronti. E nel commissariato abbiamo passato una serata fantastica a parlare di F1, vecchi aneddoti, delle sciocchezze che si facevano da giovani e del Mondiale vinto da Max Verstappen. E dopo mi hanno rilasciato per tornare a casa“.

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