Tokyo 2020 ci sta regalando tante emozioni, sorprese e solide conferme nelle prestazioni da parte degli atleti. Ci sono stati degli atleti che si sono messi in mostra più degli altri e andiamo a vedere chi sono.
Tokyo 2020: ecco a voi i protagonisti della trentaduesima edizione dei Giochi Olimpici
Caeleb Dressel (Nuoto): 5 ori in 6 gare.
Il numero uno del nuoto è indiscutibilmente lui: Caeleb Dressel. Il passaggio di consegne a Rio con il più grande nuotatore di sempre Michael Phelps è avvenuto con successo. Il venticinquenne americano si è confermato in questa olimpiade di essere il nuovo cannibale del nuoto.
Cinque medaglie d’oro in sei gare è il bollettino di questa spedizione di Tokyo, ma Dressel non si è fermato qui. È stato in grado di registrare ben due record olimpici e due mondiali (nei 100 farfalla e nella staffetta 4×100 misti) nonostante le condizioni non proprio favorevoli nel nuotare la mattina presto, circostanza che ha fatto cadere pochi record del mondo in questo sport a Tokyo 2020.
Non è stato facile il percorso per Dressel. L’australiano Chalmers ha fatto tremare l’americano sfiorando l’oro per soli 6 centesimi nei 100 metri stile libero e l’ungherese Milak per 23 centesimi di secondo nei 100 farfalla, ma alla fine sul gradino più alto del podio c’è finito sempre lui, Caeleb Dressel, il nuotatore più vincente di queste Olimpiadi.
Katie Ledecky (Nuoto): 2 ori e 2 argenti anche in questa Olimpiade
Si sta per chiudere un decennio immenso sotto il profilo lavorativo per la Ledecky. L’americana stupì il mondo a Londra 2012 quando, appena quindicenne, vinse gli 800 metri stile libero. Da quel debutto tra i grandi Katie non si è più fermata conquistando 15 medaglie d’oro ai mondiali di nuoto (e 3 argenti) e ben dieci medaglie olimpiche (7 ori e 3 argenti), il tutto a soli 24 anni.
Nella spedizione di Tokyo si porta a casa due medaglie d’oro trionfando negli 800 e 1500 metri stile libero, mancando l’appuntamento con l’oro nei 400 stile libero e nella staffetta 4×200 metri stile libero.
Il suo palmarès conta 38 medaglie su 38 finali disputate, con ben 30 medaglie d’oro, 7 d’argento e un solo bronzo. Sì, non è fantascienza.
Katie Ledecky è già sui libri di storia dello sport mondiale e la sua storia è destinata a continuare.
Gianmarco Tamberi (Atletica): storica medaglia d’oro nel salto in alto
L’altro eroe della domenica del primo agosto 2021 è Gianmarco Tamberi. Gimbo riesce a diventare il primo Italiano a vincere la medaglia d’oro alle Olimpiadi nel salto in alto.
La storia di questa medaglia è ben nota a tutto il popolo italiano. Tamberi nel luglio 2016, pochi giorni prima delle Olimpiadi di Rio, batte tutti i migliori saltatori al mondo alla Diamond League con un bel salto di 2.39 m. Tenta poi di superarsi alzando l’asticella a 2.41 m, ma al secondo tentativo si infortuna alla caviglia e sarà costretto a guardare i giochi di Rio da spettatore.
In ospedale si fa scrivere sul gesso dalla ragazza “Road to Tokyo 2020”. Gimbo ci crede, vince l’oro agli Europei indoor con 2.32 m. Si presenta ai giochi di Tokyo 2020 in ottima forma non sbagliando un salto fino a 2.39 m. Non ci riesce neanche il suo amico Barshim a saltare 2,39 m e i due decidono di accettare entrambi l’oro scrivendo una pagina indelebile di questi giochi.
Mutaz Barshim (Atletica): medaglia d’oro nel salto in alto
È d’obbligo menzionare anche l’altro campione olimpico del salto in alto perché Barshim ha meritato tanto quanto Gimbo questa medaglia d’oro. Una rincorsa lunga dieci anni.
Barshim a Londra ha conquistato il bronzo, a Rio l’argento, per poi arrivare al meeting della Diamond League 2018 saltando due metri e quaranta. Barshim prova a battere il record del mondo di 2.45 m, detenuto dal più grande saltatore in alto di sempre Javier Sotomayor, alzando l’asticella a 2.46m. Al primo tentativo c’era quasi riuscito con Barshim che stava già esultando, ma l’asticella cade proprio all’ultimo.
L’ultimo tentativo per il record si fa male alla caviglia, proprio come accaduto all’amico Gimbo, quell’amico con cui condividerà la medaglia d’oro di Tokyo 2021 saltando entrambi 2.41 m.
Veniteci a dire che questa non è una favola.
Yulimar Rojas (Atletica): oro e battuto il record del mondo nel salto triplo femminile dopo 26 anni.
La grande giornata di atletica del primo agosto (soprattutto per noi italiani) ha regalato un momento storico. La Venezuelana Yulimar Rojas si presenta come la grande favorita del salto triplo femminile e non tradisce le aspettative.
Mette subito in cassaforte la medaglia d’oro con un bel 15.41, mentre le altre due atlete del podio Patricia Mamona (Portogallo) e Ana Peleteiro (Spagna) saltano 15.01 m e 14.87 m stabilendo il rispettivo record nazionale. Yulimar ha solo un tentativo per provare a fare la storia, per provare a battere il record della disciplina che nessuna donna è riuscita a superare da quel lontano agosto 1995, quando Inesa Kravec si prendeva oro e record ai mondiali di atletica leggera con 15.50 m.
La Venezuelana nascerà due mesi dopo quella data e dopo 26 anni registrerà un immenso 15.67 m, aumentando il nuovo record mondiale ad un incredibile +17 centimetri. Prima medaglia d’oro olimpica per lei e prima per la Venezuela prendendosi la rivincita di Rio 2016 dove si fermò all’argento.
Il mondo si inchina a Yulimar Rojas, il salto triplo femminile ha la sua regina.
Mijain Lopez (Lotta): quarta medaglia d’oro nella lotta greco romana (record di sempre)
Uno sportivo di cui purtroppo non si sta parlando, almeno in Italia, è sicuramente il leggendario lottatore cubano Mijain Lopez capace di vincere a 39 anni la sua quarta medaglia d’oro olimpica stabilendo un record per la disciplina.
Lopez ha iniziato la sua avventura olimpica nel 2004 dove non riesce a prendere nessuna medaglia. Si rifà a Pechino dove si sbarazza della concorrenza salendo sul gradino più alto del podio per poi ripetersi a Londra, a Rio e infine anche a Tokyo.
Il portabandiera cubano di 198cm e 130 kg in questi giochi olimpici è riuscito a registrare questo record che sfuggì persino al più grande lottatore della storia degli sport, il russo Aleksander Karelin capace di vincere 887 incontri e perdendone soltanto 2 tra cui l’ultima gara della sua vita valida per quella che sarebbe stata la sua quarta medaglia d’oro olimpica perdendo a Sydney 2000 contro l’americano Rulon Gardner.
Aron Szilagyi (Scherma): terza medaglia d’oro olimpica in tre edizioni
Il fenomeno ungherese della scherma è riuscito a vincere una medaglia d’oro individuale anche a Tokyo 2020 battendo il nostro Luigi Samele per 15-7. Szilagyi dimostra ancora una volta di essere il numero uno nella sciabola ripetendo i successi di Londra 2012 e Rio 2016.
Considerando i suoi 31 anni, l’ungherese potrebbe scrivere la storia anche fra tre anni in Francia portando a casa una leggendaria quarta medaglia d’oro olimpica. L’unico neo per il fenomeno è il fatto di non essere riuscito a conquistare una medaglia olimpica con il torneo a squadre. Magari potrà togliersi questo sfizio a Parigi 2024.
Andrew Hoy (Equitazione): secondo atleta più anziano a vincere una medaglia olimpica
Le pazze Olimpiadi di Tokyo 2020 regalano un’altra pagina meravigliosa con il successo di Andrew Hoy. Il cavaliere australiano alla sua ottava Olimpiade riesce a salire sul podio, quel podio su cui non saliva da Sydney 2000.
Hoy porta a casa la sua sesta medaglia di una carriera olimpica iniziata nel lontano 1984 a Los Angeles. Il cavaliere in questi quasi trent’anni di carriera ha vinto ben tre ori, due argenti e un bronzo.
Con la vittoria del secondo posto di Tokyo 2020 Andrew Hoy diventa il secondo atleta più anziano a vincere una medaglia Olimpica. Il record è ancora nelle mani di Louis Noverraz che vinse l’argento nella vela a Città del Messico 1968 alla veneranda età di 66 anni.