Sebastian Vettel ha parlato di come chi gestisce la Forrmula 1, e non solo, dovrebbe domandarsi se la sua caccia al denaro supera i valori morali.
Vettel says #F1 should ask itself if the chase for increased revenue from new races should come above concerns over its morals.
“Do you just say ‘yes’ to any big deal that’s around the corner, but for the wrong reasons?”https://t.co/UuoyX8KH2Z
— Motorsport.com (@Motorsport) October 14, 2021
Sebastian Vettel e la sua critica ai Gran Premi nei paesi con pochi diritti umani
“Penso che ad oggi lo sport è comandato dai singoli, che hanno opinioni individuali e scenari dietro, quindi è difficile. Ma dobbiamo cercare la gente giusta per governare la disciplina e crescere. Esiste più di un interesse economico, ma penso che dopo un po’ chi organizza dovrebbe farsi una domanda: Avete una morale? Quindi, sapete dire no a certe cose? Oppure dite si ad ogni grande accordo dietro l’angolo, ma per i motivi sbagliati? Penso che questi siano quesiti per cui chi gestisce questo sport dovrebbe rispondere”.
Parole di fuoco per Sebastian Vettel nei confronti di chi organizza gare, come le tappe in Qatar e in Arabia Saudita, puramente per scopo economico, senza guardare alla situazione dei diritti civili, in paesi dove ne sono pochi o sono inesistenti.
Vettel, nel corso della stagione, non è stato nuovo a difendere molte battaglie, come per esempio quella legata ai diritti delle persone della comunità LGBTQ+ al GP di Ungheria, dove prima della gara ha indossato una maglietta arcobaleno, andando contro la politica di Viktor Orban, premier ungherese, fortemente contrario alle unioni tra persone dello stesso sesso.
Il pilota della Aston Martin continua così: “Penso che alcuni argomenti siano troppo grandi per essere trascurati. Siamo tutti d’accordo sul fatto che la gente dovrebbe essere trattata equamente. Non posso parlare per tutti i paesi del mondo ed essere esperto, perché non conosco, ma ci sono alcuni aspetti che, col tempo, ho imparato a conoscere. Andiamo in alcuni paesi dove srotoliamo degli striscioni con parole belle, ma più delle parole, c’è bisogno di azioni“.
“Non so quale sia la miglior forma di comunicazione oltre a quella su una bandiera che mostriamo per due minuti in pista, ma sento che il nostro sport può dare pressione e un aiuto immenso per diffondere l’equità nel mondo. In fondo, non vedo perché si dovrebbe impedire alle persone dello stesso sesso di amarsi. Ogni forma di separazione è sbagliata, perché non esisterebbe il progresso. Pensate se in Formula 1 le auto fossero tutte le stesse, sarebbe noioso e non ci sarebbe alcun tipo di evoluzione. Lo stesso vale per noi, ci siamo evoluti grazie alla diversità e dovremmo celebrarla, invece che averne paura”.