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Anthony Richardson è il giocatore che ci aspettavamo

Anthony Richardson è il giocatore che ci aspettavamo

Anthony Richardson sarà sostituito dal 39enne Joe Flacco come titolare dei Colts, dopo aver registrato un record di 3-3 nelle prime 6 gare.

Il solido record di 4-4 che tiene i Colts in piena corsa playoff ha presumibilmente facilitato la scelta di Coach Steichen. Flacco è già apparso in 4 partite quest’anno (due da titolare) dove ha mostrato di poter gestire fermamente l’attacco, oltre ad aver collezionato prestazioni di tutto rispetto.

Flacco, a Indianapolis da quest’anno, è alla sua quinta squadra NFL in 17 stagioni, Baltimore (11 e 1 Super Bowl), Denver (1), New York Jets (3), Cleveland (1), e dalla stagione scorsa sta registrando numeri eccellenti, che gli hanno permesso di guidare i Browns ai playoff.

Le potenzialità del roster di Indianapolis potrebbero decollare con Flacco al timone, ma il QB ha ormai 39 anni e la squadra ha investito parecchio per assicurarsi Richardson lo scorso anno, pur sapendo di portarsi in casa un prospetto a dir poco acerbo.

Qual era il piano dei Colts per Anthony Richardson?

Pochi giorni dopo aver perso il Super Bowl con gli Eagles, Shane Steichen firmò un contratto da Head Coach con gli Indianapolis Colts, reduci da una stagione turbolenta in cui si erano alternati 3 QB.

La priorità per i Colts era quindi, comprensibilmente, quella di ritrovare la stabilità che la franchigia aveva perso soltanto nei due periodi di transizione da Manning a Luck e dopo il ritiro improvviso dello stesso Luck.

Con la quarta scelta al Draft Indianapolis decise di investire su Anthony Richardson, un prospetto ipertalentuoso ma che era riuscito a giocare con pochissima continuità nell’arco della propria carriera liceale e universitaria. Le doti del QB erano tuttavia estremamente allettanti e il profilo di Steichen si allineava perfettamente al contesto.

Steichen, infatti, aveva allenato Jalen Hurts fino a pochi mesi prima, sviluppando le doti dell’atletico QB e costruendogli un sistema attorno che lo valorizzasse. L’esperimento, andato a buon termine, portò i Colts a convincersi che la scelta di Richardson non fosse così azzardata.

I profili di Richardson e Hurts erano apparentemente molto simili usciti dal College, ma, a guardare più attentamente, l’unico tratto comune era l’atletismo straripante, più per il primo che per il secondo.

Hurts era già un giocatore più composto, con maggior esperienza e in programmi di prestigio come Alabama e Oklahoma, mentre Richardson aveva – e ha tuttora – enormi problemi di meccanica di lancio, nonché di elaborazione delle informazioni in campo.

Già allora in molti avevano sollevato dubbi sulle reali possibilità di Richardson di intraprendere un processo di crescita tecnica e affiancarlo al ruolo di titolare in un team NFL. Casi di questo tipo sono più unici che rari e li vedremo più avanti.

Nonostante queste perplessità, al termine del Training Camp Steichen nominò Richardson titolare e l’inizio di stagione gli diede ragione a pieno titolo. In 4 partite Richardson mise a segno 3 TD di lancio e 4 di corsa – opzione alla quale si mostrò molto propenso da subito – a fronte di un solo intercetto.

 

A cosa è dovuto il crollo di Anthony Richardson?

Dopo soltanto 4 partite Anthony Richardson fu costretto a un’operazione alla spalla, in seguito a un infortunio. La sua stagione da rookie si concluse così decisamente in anticipo, lasciando però a Steichen e ai Colts l’impressione di avere un giocatore più pronto di quanto non fosse effettivamente.

Per molti l’infortunio fu addirittura un colpo di fortuna per il QB, che non avrebbe avuto ulteriori pressioni per il resto della stagione e avrebbe potuto acclimatarsi alla velocità, tattica e, più in generale, richieste di un campionato come la NFL.

Rientrato quest’anno però Richardson non ha mostrato alcun tipo di progresso rispetto al suo stile di gioco del 2023, molto ancorato alla capacità di creare giocate stratosferiche combinato all’incapacità di costruire drive lunghi e metodici.

Con 4 partite da studiare – pochissime in termini assoluti ma un numero sufficiente se si pensa che fino al 2022 Richardson aveva giocato soltanto 28 partite da titolare, di cui 15 in high school – i Defensive Coordinator in NFL hanno potuto aggiustare il tiro e capire quali fossero i punti deboli del QB.

Il fenomeno noto negli Stati Uniti come Sophomore slump è abbastanza comune negli sport americani, ma le straordinarie doti fisico-atletiche di Richardson lasciavano presagire a un Sophomore jump — ovvero un’opportunità per lui di emergere come quarterback molto più maturo e affinato.

Nell’anno in corso, invece, Anthony Richardson è calato sotto ogni parametro statistico: 44,4% di passaggi completati (contro il 59,5 dello scorso anno), 4 touchdown di lancio e 1 di corsa, contro 7 intercetti, a cui si aggiungono 5 fumble, 1 perso (3 TD, 1 INT, 4 TD di corsa e 2 fumble, 1 perso in 4 partite nel 2023).

 

Anthony Richardson è il giocatore che ci aspettavamo
Il quarterback degli Indianapolis Colts Anthony Richardson (5) corre in touchdown contro gli Houston Texans nella partita di domenica 17 Settembre 2023. (Photo Credits: AP Photo/David J. Phillip)

 

Che cosa hanno sbagliato gli Indianapolis Colts fino ad ora nel sviluppare Richardson?

Appare evidente come le colpe dello scarso rendimento di Richardson siano da imputare in primis agli Indianapolis Colts, rei di aver selezionato un talento tanto grezzo quanto dotato, e di non aver programmato un piano di crescita pluriennale e strutturato.

La bocciatura dopo appena 6 gare è solo la dimostrazione inconfutabile della mancanza di un progetto chiaro e progressivo: draftare Richardson significava avere ben presenti gli step necessari per sbloccare il potenziale del QB, o quantomeno, fargli raggiungere un livello funzionale di gioco in campo.

È altrettanto evidente che i progressi di Richardson siano stati limitati e marginali: tutte quelle che erano le preoccupazioni sul suo profilo in termini tecnici sono rimaste tali, e il giocatore è addirittura in una fase di piena regressione.

Non possiamo sapere se le responsabilità siano più dei Colts o più di Richardson, sono tuttavia palesi le lacune di visione a monte, e di programmazione a valle.

Il livello di Richardson lo scorso anno era probabilmente inflazionato dalla scarsa familiarità delle difese con il suo gioco che gli ha permesso, insieme all’atletismo, di avere più successo di quanto preventivabile.

L’errore dei Colts è stato quello di non considerare questa ipotesi e togliere il piede dall’acceleratore, pensando che il QB, dopo una stagione da rookie corta ma promettente, potesse tornare in campo nel 2024 con una maturazione impensabile col senno di poi.

Negli ultimi anni la gran parte dei Quarterback di successo ha passato spezzoni più o meno lunghi di carriera in panchina, per arrivare a un livello di conoscenza della vastissima mole di informazioni richiesta a un QB in NFL.

Tra le rare eccezioni che hanno avuto successo troviamo Josh Allen, riconosciuto praticamente all’unanimità come uno dei migliori due Quarterback al mondo, che ha seguito un percorso molto simile a quello di Anthony Richardson, senza però che i Bills perdessero mai fiducia nelle sue possibilità di crescita.

Cosa cambierà ora negli Indianapolis Colts?

Il profilo di Joe Flacco è forse il più distante in NFL rispetto a quello di Anthony Richardson. Il veterano ha 17 anni in più del QB al secondo anno, caratteristiche tattiche e atletiche diametralmente opposte.

Flacco non ha mai avuto, e a 39 anni men che meno, la capacità di rompere un gioco e correre in campo aperto guadagnando terreno sostanzioso, ma, come Richardson, riesce a coprire enormi fette di campo grazie alla potenza del braccio, uno dei suoi tratti migliori già ai tempi dell’università.

Con 17 anni di esperienza la capacità di Flacco di leggere i fronti difensivi e anticipare le giocate è molto più sviluppata, a differenza di Richardson che ha costantemente avuto bisogno di fare affidamento sulla potenza del proprio braccio per sopperire a delle letture meno immediate.

Anche l’abilità di costruire drive più metodici e lunghi sarà essenziale per Indianapolis che nel 2024 è la squadra fino ad ora con meno tempo di possesso. Tenere palla più a lungo aiuterà la difesa a rifiatare, mettendo anche fuori ritmo l’attacco avversario.

Per quanto la scelta di rinunciare, per ora, a Richardson sia quella più corretta, i Colts non trovano risposte a lungo termine con Joe Flacco. Il QB fungerà semplicemente da ponte, permettendo al roster di Indianapolis di sbloccare il proprio potenziale, magari inseguendo anche il sogno playoff.

Dopo la stagione però, Indianapolis sarà punto e a capo, avendo investito molto su Richardson. Il progetto è destinato a fallire non dovesse Steichen fare un reset complessivo e rimettersi, con molte meno pressioni, al lavoro col proprio QB.

La scelta sbagliata di un Quarterback al primo giro rischia di avere ripercussioni a medio e lungo termine su una squadra se non prontamente rattoppata. Richardson ha il potenziale per giocare in NFL ed è uno degli atleti più forti in circolazione.

Il salto che dovrà fare con Steichen e i Colts sarà quello di diventare tra i giocatori più forti in circolazione.