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Kevin Durant spiega il suo momento con i Brooklyn Nets

Kevin Durant spiega il suo momento con i Brooklyn Nets

Kevin Durant, in una intervista, ha spiegato i motivi che lo hanno portato a cercare lo scambio nel corso dell’ultima stagione.

Tra i motivi di malcontento dell’ex Thunder e Warriors, il fatto che si è sentito solo in una squadra che sulla carta doveva puntare ai playoff e a restare in alto.

I Brooklyn Nets, tra polemiche e licenziamenti, non stanno passando un ottimo momento, e KD ha parlato del suo momento personale con la squadra.

 

Kevin Durant parla del suo momento con i Brooklyn Nets

In una intervista esclusiva rilasciata a Bleacher Report, Kevin Durant ha avuto modo di parlare del suo momento con la franchigia, dalla eventuale trade che lo avrebbe portato fuori dal team alle polemiche delle ultime settimane, tra il licenziamento di Steve Nash e i fatti che hanno portato Kyrie Irving alla sospensione dalla squadra:

Perché ho chiesto di essere scambiato? Semplice. Sono andato da loro e ho detto, ‘Hey, non mi piace come ci stiamo preparando. Non mi piacciono gli shootaround. Mi piacciono gli allenamenti. Ho bisogno di fare di più. Voglio lavorare su più cose. Sentirmi responsabile. Tenetemi il c**o in sala video se questo può aiutarmi a fare il culo a tutti. Voglio lavorare di più.

Questo era il tipo di m***a che gli ho buttato addosso. Non era un ‘Hey, dovete assicurarvi che tutti intorno a me possano semplificarmi la vita.’ Certo che no, sono io che voglio rendere la vita facile agli altri. Chiedete a Steve Nash. Ve lo confermerà subito“.
Kevin Durant ha poi discusso del momento attuale con la squadra, che al momento si trova al dodicesimo posto della Eastern Conference e viene da una pesante sconfitta contro i Sacramento Kings:
Attualmente sono tipo solo sull’isola, ‘Va bene, devo schivare cinque difensori’, ma è divertente affrontare questa roba perché mi rende solo migliore come giocatore di basket.

Quindi sì, sto sperimentando qualcosa che non mi aspettavo che avrei sperimentato. Gente dentro e fuori le rotazioni, che non giocano o non giocano bene. Un settimo seed. Uno sweep al primo round. Un sacco di m***a. Fa parte del gioco. Solo perché ho dovuto affrontarlo non significa che io sia infelice […]

Guarda la nostra formazione iniziale. Edmond Sumner, Royce O’Neale, Joe Harris, Nic Claxton e me. Non è mancanza di rispetto, ma cosa ti aspetti da quel gruppo? Te lo dico io. Ti aspetti che vinciamo perché ci sono io…

Kevin Durant, già vincitore di un paio di anelli con i Golden State Warriors, ha concluso il discorso parlando di quella che è la sua “Legacy”, ovvero il cammino che si porterà con sé alla fine della carriera:

Tutta quella m***a in più come, ‘Devi vincere prima di smettere per mettere a posto la tua legacy’, per me sono s*******e. La mia eredità si basa su ciò che Cam Thomas sta imparando da me e su ciò che gli servirà tra qualche anno. Questa è la mia eredità. Quello che ho fatto con Andre Roberson, la fiducia che l’ho aiutato a costruire quando era nella lega. Questa è la mia eredità. Essere in grado di giocare con Russell Westbrook, Steph Curry e Kyrie ed essere ancora me stesso.

Sì, questa è la mia eredità. Ecco chi sono. Questo è ciò che ho dato al gioco. Posso giocare con chiunque, ovunque, in qualsiasi momento, e sai che lo farò ogni giorno. Questa dovrebbe essere la mia eredità…“, ha chiuso Kevin Durant nella sua intervista.

Kevin Durant è diventato in poco tempo il solo e unico condottiero di una squadra che tra difficoltà interne ed esterne è quasi alla deriva, ma nonostante ciò, non vuole che la sua carriera sia macchiata dal fatto di fare parte di una squadra nata per vincere, ma che nelle ultime stagioni ha rappresentato un flop.