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Puka Nacua vuole ritirarsi all’età di 30 anni

Puka Nacua vuole ritirarsi all'età di 30 anni

Puka Nacua, il ricevitore dei Los Angeles Rams, ha espresso l’intenzione di ritirarsi dal football americano all’età di 30 anni.

Il talento classe 2001 di radici samoane e hawaiiane ha da poco concluso la sua seconda stagione come professionista.

Giunto ai Rams tramite il Draft 2023, l’ex allievo di Washington e dello Utah si è rivelato essere uno dei migliori rookie di quella stessa stagione: tra le varie statistiche menzioniamo le 105 recezioni su 1486 yard corse e 6 touchdown completati, ai quali si aggiungono 9 recezioni su 181 yard e un touchdown ai playoff.

Questi enormi contributi gli hanno concesso una convocazione ai Pro Bowl Games e un riconoscimento All-Pro.

Nell’ultima stagione ha alleviato un po’ la presa a seguito di un infortunio al legamento crociato posteriore che lo ha costretto ad assentarsi per almeno 5 partite. Al suo ritorno, egli ha ripreso a dare il suo forte contributo ai Rams, i quali si sono qualificati ai playoff anche quest’anno.

Puka Nacua ha davanti a sé un grande futuro, ma non sarà lungo quanto molti pensano.

I piani di Puka Nacua per il ritiro dal football americano

In una recente intervista rilasciata al podcast Join The Lobby, Puka Nacua ha rivelato che giocherà come professionista per altre 7 stagioni:

“So per certo che voglio ritirarmi all’età di 30 anni. Ora ne ho 23 e presto inizierò la mia terza stagione.”

Nacua ha preso l’esempio del suo ex compagno di squadra Aaron Donald, ritiratosi proprio un anno fa perché arrivato in un momento in cui sentiva abbastanza appagato e soddisfatto per quanto archiviato nella sua carriera. Allo stesso tempo, però, lo stesso Puka Nacua vorrebbe mettere su famiglia:

“Si parla quindi di altri 7 o 8 anni, nemmeno 10. Aaron Donald si è ritirato nel momento in cui era un giocatore d’élite, sarebbe bello replicare la stessa cosa.

Allo stesso tempo, però, nutro il desiderio di mettere su famiglia. Venendo da una famiglia numerosa, vorrei avere almeno cinque figli e passare il maggior tempo possibile con loro.

Oltre a questo, bisogna contare anche il fattore infortuni. È una cosa che non puoi controllare, arrivano quando meno te li aspetti durante la partite.”