La FIA, tramite un comunicato, ha preso una posizione favorevole nei confronti della Safety Car dopo le critiche avvenute durante lo scorso GP d’Australia.
#F1 : la #FIA ha messo in chiaro in seguito alle critiche ricevute che il passo della Safety Car dipende direttamente dalla Race Control e non dalle prestazioni delle vetture singole e che la velocità chiesta dai piloti è un aspetto del tutto secondario per la sicurezza 🌶️#14Apr pic.twitter.com/bqKU5wGkVb
— INSIDER_MOTORI (@insider_motori) April 14, 2022
La FIA difende la Safety Car dalle critiche post Australia
Tramite un comunicato uscito oggi, la FIA ha preso le proprie difese dopo le critiche avvenute nell’ultima gara da parte di alcuni piloti, che si sono lamentati delle velocità raggiunte dalla vettura di sicurezza nella gara di Domenica scorsa:
“Alla luce dei recenti commenti sulla velocità della Safety Car, affermiamo che il suo obbiettivo principale non è la velocità, ma la sicurezza di piloti, steward e ufficiali di gara.
La procedura di utilizzo della Safety Car tiene conto di molteplici obiettivi dipendenti dall’incidente in questione, incluse la necessità di ricompattare il gruppo, gestire le riparazioni o il recupero dei detriti in sicurezza ed il passo della SC in base alle operazioni in atto in varie parti della pista.
La velocità della Safety Car è pertanto generalmente dettata dalla Direzione Gara e non dalle possibilità delle vetture, riconosciute come macchine ad alte prestazioni, preparate da due dei più grandi costruttori del mondo, equipaggiate per gestire condizioni di pista mutevoli in ogni momento e guidate da piloti e copiloti di esperienza.
L’impatto della velocità della Safety Car sulle prestazioni delle monoposto che seguono è una considerazione secondaria, in quanto l’impatto stesso è uguale per tutti i concorrenti i quali, come sempre, sono responsabili di guidare in modo sicuro in qualsiasi momento in relazione alle condizioni della loro vettura e del circuito”
Quella fatta dalla federazione internazionale dell’automobilismo è una difesa dai commenti di chi, in pista, si è lamentato dell’operato di Bernd Maylander, in primis Max Verstappen, che ha notato quanto sia al limite per le gomme di una monoposto una macchina che va a 140 km/h sul rettilineo principale del tracciato.