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Salotto Dakar 2023: Intervista a Tiziano Internò

Salotto Dakar 2023: Intervista a Tiziano Internò

Il terzo ospite di Salotto Dakar 2023 è il motociclista Tiziano Internò, alla sua terza partecipazione nella corsa.

Il trentenne, che nella vita di tutti i giorni gestisce una agenzia di comunicazione e che si diverte ad andare il più lontano possibile nel Rally Raid più famoso al mondo.

Ringraziamo Cristina Cardone per il contributo scritto, e per i contributi dei piloti in questo spazio dedicato a loro.

 

Tiziano Internò parla con The Shield Of Sports alla Dakar 2023

Il terzo ospite di Salotto Dakar 2023 è il trentenne Tiziano Internò, capo di una agenzia di comunicazione nella vita di tutti i giorni, che gestisce anche il progetto Rally POV, che racconta tutto della sua Dakar, dalla preparazione alla corsa in sé. Per lui è la terza partecipazione alla corsa, dopo un ritiro alla terza tappa nel 2021 e il ventiseiesimo posto del 2022.

Nella prima tappa della Dakar 2023 è caduto a causa dell’urto di una delle sue ruote con un sasso, ma il motociclista italiano è ripartito senza alcun problema.

Greta, Renata, Piera: caratteristiche e aneddoti

Greta, Renata, Piera, diciamo che sono 3 anni, 3 Dakar ed è un po’ l’evoluzione del progetto Rally POV, non solo del progetto ma anche della persona professionista ‘Tiziano’, nel senso che in questi 3 anni la mia vita è radicalmente cambiata, continuo a fare i miei vecchi lavori, continuo a seguire le mie vecchie aziende ma sono sempre più immerso in questo meraviglioso mondo dei rally. Quindi diciamo che queste 3 moto prima di essere un’anima e due ruote, ciascuna, sono un po’ il riassunto di questi 3 anni bellissimi. 

Quindi dalla Greta che era la moto costruita in garage, un po’ da scappato di casa, insieme agli amici, a Renata che è la moto infallibile e che tutti dicono che è l’unica moto per finire una Dakar, infatti l’ha finita.

E la Piera che è un po’ il sigillo di essere entrato a vivere un sogno che è quello di essere un pilota supportato ufficialmente non con una moto qualunque ma con una moto italiana, un progetto nuovo e quindi, sicuramente delle 3, la Piera è già quella che porto più nel cuore, perché non mi sento più un individuo ma mi sento parte di un gruppo di lavoro che vuole portare al traguardo un progetto prima che una moto o un pilota“.

Progetto Rally POV: raccontaci le novità e i risultati di questi anni.

In parte te l’ho già detto, nel senso che io ho un’agenzia marketing in un’azienda che si chiama Mr. Wolf che produce mousse antiforatura per bicicletta e motociclo. Diciamo che la mia vita va avanti ma il Progetto Rally POV è diventato davvero una parte integrante della mia vita quotidiana.

Al progetto hanno lavorato tanto Paolo e Daniel che ringrazio perché sono stati un po’ il dietro le quinte e il cuore pulsante che ha reso possibile tante cose che senza di loro non ci sarebbero state e proprio per siglare questa evoluzione alla Dakar di quest’anno porterò una terza persona che si chiama Herry, lui è un “pazzo scatenato”, un appassionato viscerale di motori.

Herry svolgerà la funzione di racconto quando io sono in gara. Nel senso che nel 2021 con il mio ritiro io ho potuto raccontare il bivacco, l’arrivo dei primi, i retroscena, l’anno scorso, se da un lato è stato un successo perché ho finito la gara e ho potuto raccontare tutte le prove speciali, dall’altro però gli appassionati si sono ritrovati un po’ scoperti per tutto quello che era il racconto del bivacco.

Non perché io non ne avessi voglia ma perché dopo 8/900 km in moto e dopo essersi sistemato la moto trovare quei dieci minuti di tempo, oltre a scrivere i post, per fare anche le dirette era impegnativo e al di là di quello comunque ho capito che sarebbe mancata la parte pomeridiana, piuttosto che la parte notturna, dove andare un po’ a raccogliere tutti i retroscena e quelle cose che suscitano la curiosità degli appassionati.

Così questa terza persona sono sicuro che potrà dare al racconto di quest’anno qualcosa di nuovo, dal punto di vista di un ragazzo giovane, davvero appassionato ma malato, che sono sicuro riuscirà a rispondere a tutte le domande, gli aneddoti, tutte le curiosità di chi è a casa e che ovviamente sogna la Dakar”.

Correrai per Fantic, nella seconda settimana vi aspetta il deserto del Quarto Vuoto: emozioni e paure. Cosa si porta a casa.

Parlando di deserto io ho capito che il deserto non mi spaventa, anzi, è proprio la mia dimensione, ho capito che quando guido la moto in mezzo al nulla sono assolutamente presente.

Presente come potrebbero definirlo i monaci guerrieri che significa essere nel ‘qui e ora’ essere lì focalizzati e godersi l’istante o il chilometro che scorre sotto le ruote.

Le paure sono frutto, quelle che ci sono, dei traumi passati, in particolare l’infortunio della prima tappa. Quindi di tutta la Dakar diciamo che non c’è nulla che mi spaventa ma un pochino di timore sicuramente lo avrò proprio per l’Empty Quarter in particolare per le dune, che per quanto quest’anno mi sia allenato il più possibile, rimangono ancora il mio tallone d’Achille.

Diciamo che se c’è da scalare una montagna di sassi non mi fa proprio paura nulla, nelle dune ho ancora qualcosa lì sotto nell’inconscio mi trattiene dal godermi appieno la strada. Però dai, sono sicuro che riuscirò a gestirle insieme alla Piera, ce la prenderemo magari un pochino più con calma in quelle tappe di dune però l’obiettivo è quello di arrivare al traguardo di questa Dakar 2023 in sella a questa bellissima moto italiana“.