TKO Group, il gigante dell’entertainment che controlla UFC e WWE ha raggiunto un accordo per chiudere la class action contro UFC.
1200 atleti che avevano combattuto sotto l’egida della promotion avevano iniziato cinque diverse class actions, che erano poi state consolidate in una unica ed alla quale se ne era aggiunta una ulteriore nel 2021, con l’intento di denunciare il comportamento monopolistico dell’organizzazione nella gestione dei contratti degli atleti ed il suo utilizzo di pratiche ingiuste ed intimidatorie,
La corte competente nei mesi scorsi aveva legittimato tale procedimento non ritenendo soddisfacente la documentazione prodotta dalla UFC ed il 13 Aprile si sarebbe dovuto aprire il processo che TKO Group ha sventato.
TKO Group mette un pietra sulla contrattazione collettiva?
E’ stato ieri reso noto che TKO Group ha raggiunto un accordo economico con gli atleti che si erano fatti promotori delle class action indennizzandoli con 335 milioni di dollari complessivi ed evitando così andare ad un procedimento legale che vedeva il gruppo a rischio di dover sborsare tre volte tanto.
Tuttavia oltre al lato economico, il processo che TKO ha voluto evitare, avrebbe potuto dare un forte impulso all’adozione di forme di contrattazione collettiva a favore dei fighter e di una migliore distribuzione dei proventi che le promotion generano, che avrebbe beneficiato gli atleti, come avviene in molti altri sport professionistici americani.
Ora, invece, tutta rimarrò immutato e la potenziale forza innovativa che queste azioni presentavano è stata sopita dallo strapotere economico di TKO Group
TKO Holdings, the parent company for the UFC, reached a $335M settlement on March 13 in two class action lawsuits, a little more than a month before trial was set to begin, according to a U.S. Securities and Exchange Commission filing. https://t.co/Sh2jwpZbNW
— ESPN MMA (@espnmma) March 20, 2024