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UFC: i 5 ‘what if’ della promotion leader nelle MMA

Oggi parliamo di quegli atleti che sembravano possedere tutte le carte in regola per incidere il proprio nome nella storia della UFC, ma che per svariati motivi non sono riusciti nel loro intento, spingendo i fan a considerarli all’interno dei “what if”.

Nell’arco della giovane storia di questa promotion l’elenco dei “se” non è molto ampio, ma ecco qui la classifica

UFC: I PIU’ GRANDI WHAT IF DELLA STORIA

5) Cole Konrad

Cole Konrad durante la cerimonia del peso
Cole Konrad durante la cerimonia del peso

 

Probabilmente per i più giovani questo nome non dice nulla dato che Konrad ha smesso di combattere esattamente dieci anni fa. Cole Konrad ha avuto una carriera nella lotta di tutto rispetto: due titoli NCAA nel biennio 2006-2007 e medaglia d’oro ai campionati panamericani nel 2005.

Training partner del più famoso Brock Lesnar, Konard ha iniziato a lottare nelle MMA ad inizio 2010. Dopo soltanto due vittorie ha firmato per Bellator in cui vince i primi due incontri per poi partecipare al torneo dei pesi massimi della federazione.

In finale batte Neil Grove per sottomissione nella prima ripresa e diventa il primo campione dei pesi massimi della storia di Bellator. Cole Konrad domina qualsiasi avversario e vince altri due incontri nella federazione e lascia la promotion dopo aver difeso la cintura contro Eric Prindle per sottomissione nel primo round.

Proprio nel momento in cui Konrad stava migliorando nello striking, e si vociferava un suo approdo in UFC, decide di abbandonare le MMA a soli 28 anni di età dopo aver accettato un posto da broker finanziario in un’azienda a Minnesota. Cole Konrad cambia vita e dice addio alle MMA.

4) TJ Grant

TJ Grant esulta dopo una vittoria in UFC
TJ Grant esulta dopo una vittoria in UFC

 

Un altro nome che a molti potrebbe non dire molto. TJ Grant, classe 1984, ha combattuto per quattro anni in UFC tra il 2009 e il 2013. Dopo i risultati altalenanti nella divisione al limite delle 170 libbre, Grant trova la sua dimensione nei pesi leggeri nell’ottobre del 2011.

Sottomette Shane Roller nel debutto nei 70 kg e vince per decisione unanime contro Carlo Prater ed Evan Dunham. TJ è completamente un altro combattente rispetto a quello visto nella classe di peso superiore e il 2013 sembra essere il suo anno.

A gennaio vince per knockout sul finire del primo round contro Matt Wiman e il 25 maggio vince ancora al primo round per tko contro Gray Maynard in un title eliminator match. Solo l’incontro per la cintura attende TJ Grant, il campione Ben Henderson è lì che lo aspetta il 31 agosto a UFC 164, ma Grant si infortuna e deve rimandare il match per il titolo.

Nel frattempo, il campione diventa “Showtime” Anthony Pettis e UFC decide di assegnare la title shot a Grant che l’ha meritata dentro la gabbia. L’incontro viene fissato a dicembre dello stesso anno, però TJ Grant non ottiene il via dai medici per combattere per colpa di una commozione cerebrale rimediata in allenamento.

In seguito, TJ Grant annuncia di lasciare la UFC e le MMA in generale anche per motivi finanziari.

3) Zabit Magomedsharipov

Zabit nell'ottagono contro Calvin Kattar
Zabit nell’ottagono contro Calvin Kattar

 

Il caso più recente di questa classifica. La carriera da professionista nelle MMA inizia nel 2012 in cui debutta vincendo per tko nel terzo round. Zabit dopo alcuni combattimenti in alcune promotion locali, viene chiamato nella ACB, una delle organizzazioni di MMA più importanti nel suolo europeo.

In ACB disputa 6 match vincendoli tutti quanti senza finire mai ai punti e conquistando la cintura dei pesi piuma. Dopo aver difeso il titolo arriva ovviamente la chiamata della UFC. Cambio lo scenario, ma Zabit continua a dominare i suoi avversari con uno striking molto divertente da vedere e un grappling decisamente solido.

Si inizia presto a parlare di Zabit come un possibile campione nella classe di peso al limite delle 145 libbre visto le sue performance contro Sheymon Moraes, Kyle Bochniak e Brandon Davis. Il russo continua a scalare i ranking UFC e vince il suo quinto incontro consecutivo battendo l’esperto Jeremy Stephens ai punti.

A quel punto mancano giusto uno o due incontri per l’assalto alla cintura. Nel novembre 2019 affronta Calvin Kattar, un top five UFC e Zabit riesce a vincere anche questo match per decisione unanime portandosi a casa due round sui tre previsti. Poi arriva la pandemia del COVID-19 e ad agosto l’ultimo ostacolo tra Zabit e la cintura UFC si chiama Yair Rodriguez.

Purtroppo per il daghestano inizia un calvario infinito che lo costringe a saltare il match contro il messicano e a non tornare più nell’ottagono. I continui problemi fisici non smettono di tormentare il promettente russo nel corso degli anni e nella primavera del 2022 Zabit annuncia il suo ritiro dalle MMA professionistiche. Inizia una nuova vita per il daghestano con la volontà di diventare medico.

2) Gegard Mousasi

Gegard Mousasi con il presidente Bellator Scott Coker
Gegard Mousasi con il presidente Bellator Scott Coker

 

Fighter che non ha certo bisogno di presentazioni. L’armeno naturalizzato svedese ha una carriera lunghissima nelle MMA con quasi 60 incontri alle spalle e ben 49 vittorie da professionista. Nel corso della sua infinita carriera l’olandese ha combattuto nelle migliori promotion al mondo come Pride, Dream, Strikeforce, UFC e attualmente è in Bellator.

Ha conquistato la cintura di campione del mondo in Strikeforce, Bellator e Dream eppure parliamo di lui come un what if, perché? Gegard debutta in UFC nel 2013 a seguito del fallimento di Strikeforce. Dopo i primi risultati in cui alterna vittorie e sconfitte, per Mousasi inizia l’apice nel 2016, a pochi mesi dalla sconfitta contro Uriah Hall.

Gegard inizia a combattere molto frequentemente in UFC e abbatte ogni suo avversario. Il primo è Thales Leites, poi finalizza l’ex contendente alla cintura dei lightheavyweight Thiago Santos in un solo round. A ottobre, sempre del 2016, si sbarazza di Vitor Belfort in due round e dopo soltanto un mese si vendica della sconfitta contro Hall per tko dopo quattro minuti dall’inizio della contesa.

A questo punto manca soltanto un top five per legittimare l’olandese come primo contendente alla cintura. Il nome arriva ed è l’ex campione dei pesi medi Chris Weidman. I due combattono un grande match con l’americano che vince il primo round e l’olandese sta avendo la meglio nel secondo fino a quando il match viene fermato per una presunta ginocchiata irregolare di Mousasi.

Weidman è stordito e rifiuta di tornare a combattere, ma il replay mostra che non c’è nessuna irregolarità da parte di Mousasi e così quest’ultimo si aggiudica un’altra vittoria, la quinta di fila. Con il campione Michael Bisping fuori per infortunio, UFC decide di scegliere l’australiano Robert Whittaker come avversario di Yoel Romero per la cintura ad interim.

Gegard Mousasi si aspettava una chiamata per la cintura e deluso decide di accettare l’offerta della rivale Bellator proprio quando si trova all’apice della sua carriera. Purtroppo, questo è un altro caso in cui non sapremo mai se, nel caso Gegard avesse continuato a combattere in UFC, sarebbe diventato campione del mondo nella più grande promotion di MMA. Comunque, Mousasi nel corso di questi anni ha continuato a cimentare la sua legacy conquistando e difendendo in più occasioni il titolo dei pesi medi Bellator.

1) Fedor Emelianenko

Fedor Emelianenko con la cintura del Pride FC
Fedor Emelianenko con la cintura del Pride FC

 

La prima posizione spetta di diritto ad uno dei più grandi fighter della storia delle mixed martial arts. Rispetto ai nomi precedenti, la situazione di Fedor è piuttosto diversa. Dopo aver vinto alcuni incontri in Russia e Giappone, Fedor firma con il Pride FC considerata all’epoca la promotion più importante al mondo di MMA, anche al di sopra della UFC, almeno dal 2000 al 2006.

I migliori lottatori al mondo erano quasi tutti nel Pride e Fedor nei pesi massimi era l’indiscusso numero uno. In molti hanno provato a fermarlo come Minotauro Nogueira, Mirko “Crocop” Filipovic, Mark Coleman Kevin Randleman, ma nessuno è riuscito a sconfiggerlo.

Con la chiusura del Pride, Fedor ha continuato la sua carriera in America battendo ex campioni mondiali UFC come Tim Sylvia e Andrei Arlovski, prima di perdere tre incontri su quattro in Strikeforce con un Fedor in netto declino.

Secondo alcuni queste sconfitte in Strikeforce hanno messo dei dubbi sul fatto se Fedor sarebbe davvero diventato campione del mondo in UFC, ma, come detto recentemente, quando “The last Emperor” era all’apice i migliori erano tutti al Pride e lui li ha sconfitti tutti. Quasi sicuramente sarebbe stato campione del mondo anche in UFC nella metà degli anni duemila.

Ed eccoci arrivati alla fine. Fateci sapere se siete d’accordo con i nomi selezionati o se ne abbiamo dimenticato qualcuno.

 

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UFC: i 5 'what if' della promotion leader nelle MMA
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