Lewis Hamilton è molto schietto quando vuole. La cosa non dovrebbe sorprendere date le controversie da telenovela sul rinnovo di contratto avvenute nello scorso inverno. Tanto però si dimostra esserlo sulle richieste di contratto quanto sull’aspetto sociale.
🗞️ Esta es nuestra #PortadAS de hoy, jueves 20 de mayo
📰 “La F1 es un club de niños billonarios” pic.twitter.com/PYbI7mP3jg— Diario AS (@diarioas) May 19, 2021
Lewis Hamilton e lo stato attuale del suo contratto con la Mercedes
Lewis Hamilton, il sette volte campione del mondo, che anche nell’ ultimo appuntamento di Barcellona ha manifestato ancora una volta il suo talento conquistando una grande vittoria, non ha ancora iniziato i colloqui per estendere il suo contratto che scade quest’anno con la Mercedes.
In quel caso la schiettezza non era sinonimo in realtà di integrità e del suo essere genuino, quanto piuttosto di quattrini. Lewis Hamilton tuttora bussa a quattrini e la Mercedes è indecisa se aprire sostanzialmente. Il campione britannico continua a chiedere una cifra imponente.
Soprattutto in questo periodo in cui a causa della pandemia tutte le scuderie sono state chiamate a considerevoli tagli, non fa eccezione la Mercedes che si trova suo malgrado ad affrontare molte razionalizzazioni estremamente onerose sul fronte occupazionale con diversi riadeguamenti di organico.
Il management della Daimler da una parte capisce perfettamente l’importanza di avere una scuderia di Formula 1 vincente e un fuoriclasse assoluto al volante della propria miglior auto, dall’altro non può non constatare che diventa difficile andare a trattare con i sindacati potenziali licenziamenti quando i costi del progetto Formula 1 sono questi.
Lewis Hamilton non ha peli sulla lingua nemmeno sull’attuale stato dell’ambiente in Formula 1
Lewis Hamilton mette però da parte per un momento il polverone sul rinnovo del contratto nel corso di un’ intervista al quotidiano spagnolo AS, e non nasconde la sua opinione verso l’ambiente attuale in Formula 1 e la composizione dei piloti, a suo avviso diversa dal passato e molto condizionata dalla storia stessa dei piloti. Tanti i piloti arrivati dal nulla, ma altrettanti, secondo il britannico, quelli che hanno potuto contare su genitori o parenti piloti.
“Ci sono sempre ottimi piloti che arrivano, nel mio caso sono arrivato insieme a Rosberg e Kubica, Alonso c’era già da un poco, prima ancora vinceva Schumacher. Ci sarà sempre un’era di qualcuno. A mio avviso viviamo in un’epoca in cui questo è diventato un club per ragazzini milionari. Se dovessi ricominciare da una famiglia operaia, sarebbe impossibile per me essere qui oggi. Perché gli altri ragazzi avrebbero molti più soldi. Dobbiamo lavorare per cambiarlo e renderlo uno Sport accessibile, per i ricchi e per le persone di origine più umile”
Forse che il continuar a bussare a quattrini non possa essere un passo in dietro nel diminuir le spese di questo Sport e nell’avvicinarsi quindi anche di un solo passo al desiderio espresso nell’intervista di “renderlo uno Sport accessibile, per i ricchi e per le persone di origine più umile” ?