Lorenzo Musetti, il giovane tennista tricolore, protagonista del torneo ATP 250 di Lione (Francia), riposa in attesa di sfidare venerdì alle 10:20 Aljaz Bedene nei quarti di finale. Dopo aver sofferto un’altra partita da montagne russe –quella vinta contro il figlio d’arte Sebastian Korda– Lorenzo Musetti si è guadagnato il quarto approdo a un quarto di finale ATP della sua giovane carriera.
So many great young Italian tennis players in the top 100 these days. Just seen Lorenzo Musetti for the first time – and in dazzling form. pic.twitter.com/z7BZTJEHgi
— Ian Winick, Translator & Copywriter 🇮🇪🇩🇪🇪🇺 (@JohnLovesJulie) May 20, 2021
Lorenzo Musetti, dopo aver vinto contro il Top 20 Felix Auger-Aliassime e il talentuoso americano Sebastian Korda, vuol continuare la sua ascesa in classifica
Lorenzo Musetti e il suo tennis ispirato alla bellezza, senza però perdere la capacità di sporcarsi le mani quando le partite premiano la lotta, eccezion fatta per i 23 ace battuti dal gigante americano Reilly Opelka agli Internazionali di Roma, dove in quel caso l’azzurro si trovava in una partita snervante decisa da due game a vuoto, sono un’occasione magnifica per una riflessione su molti temi transgenerazionali del tennis, una sorta di malinconico bilancio esistenziale.
«Uno dei più grandi errori commessi quando stavo emergendo nel circuito è stato quello di ascoltare chi mi diceva che un giorno sarei sicuramente diventato numero 1 del mondo» ha detto il bulgaro Grigor Dimitrov in una passata intervista. «Non si deve dare ascolto a tutto questo. Sei un campione solo quando lo sei già diventato».
Se lo dice uno dei tennisti del suo calibro, è forse il caso che Lorenzo Musetti, Jannik Sinner e tanti altri giovani del circuito ATP stiano a sentire. Vi è infatti solo da imparare dalla parabola del tennista bulgaro.
Stiamo parlando di un tennista passato da vincitore delle ATP Finals a sconfitto al primo turno dal numero 405 del mondo: questa è la triste storia di Grigor Dimitrov. Tennista elastico, energetico e insindacabilmente spettacolare, con un gioco per certi versi molto simile a quello di Roger Federer. Un rovescio pressoché identico e molto del gioco del bulgaro ispirato allo svizzero ne danno conferma.
La creatività nell’attacco e il sapersi difendere molto bene, alternando potenza e tocco, non bastano. Tanto corrispondono queste alle caratteristiche di gioco di Lorenzo Musetti tanto a quelle di Grigor Dimitrov. Giocatori a tutto campo, in sintesi e nel caso del secondo, uno dei giocatori più belli ed armoniosi da vedere nel circuito. Tutto ciò però non basta.
Musetti è molto sciolto perché giovane, ma la crescita tennistica va a pari passo con l’esperienza
Lorenzo Musetti è il caso specifico dell’intervista a Dimitrov. Il tennista bulgaro ha poi concluso la sua introspezione con uno degli aspetti più sottovalutati e male interpretati del tennis:
«So cosa significa avere 19 anni, avere tutto da guadagnare e nulla da perdere: sei molto sciolto e riesci a fare delle giocate incredibili nei momenti complicati. Non è facile per i tennisti più anziani competere contro questo tipo di giocatori, perché noi abbiamo più pressione. Anche se a volte possiamo girarla a nostro vantaggio usando la nostra esperienza».
È stato facile riconoscere questi due volti opposti dell’approccio psicologico al tennis nel torneo di Roma dell’anno scorso di Lorenzo Musetti. Spavaldo e dominante nelle prime due partite che lo hanno reso il più giovane vincitore di una partita in un 1000: quelle due partite da definirsi deresponsabilizzanti contro Stan Wawrinka e Kei Nishikori gli avevano perfino avvicinato lo status di favorito nei quarti di finale contro Dominic Koepfer, conclusi però malamente per una serie di ragioni.
La principale di queste, senza dubbio, è proprio quella del maggior peso di responsabilità contro un avversario fino a quel momento teoricamente dello stesso livello – livello alto Challenger, basso ATP.
Lorenzo Mussetti rimane comunque un unicum
Lorenzo Mussetti ha un’unicità del percorso nel fatto che è arrivato alle porte della top 100 a 18 anni ma rispettando immediatamente le promesse da junior, ben superiori a quelle di Jannik Sinner. E soprattutto sta riuscendo a ordinare immediatamente il suo talento multiforme in una prospettiva di grande concretezza.
Riesce a usare la migliore arma possibile per la situazione specifica, senza andare in confusione. Così Musetti riesce ad allinearsi ad alcuni profili della sua generazione, a Stefanos Tsitsipas per alcuni versi e a Denis Shapovalov per altri, provando anche lui a dimostrare ancora una volta come le previsioni apocalittiche sulla biodiversità dei tennisti del futuro siano state attese solo molto parzialmente.