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Magnus Carlsen si è sottoposto alla macchina della verità

Magnus Carlsen si è sottoposto alla macchina della verità

Magnus Carlsen ha accettato l’invito di chess.com e si è sottoposto alla dura prova della macchina della verità rispondendo a domande personali.

Il Lie Detector Chess, o scacchi con la macchina della verità, ha visto la partecipazione del GOAT in persona assieme al GM  e commentatore David Howell. Le regole sono semplici: entrambi i giocatori giocano due partite a scacchi, in ognuna di queste un giocatore pone le domande e l’altro risponde. Il giocatore che risponde indossa una serie di dispositivi collegati ad un computer che rivela le alterazioni fisiologiche durante la risposta. Al poligrafo, ad interpretare e commentare i dati, c’è l’esperto Ørjan Hesjedal.

Non ci sono particolari regole riguardo alle domande che ai giocatori è concesso fare, possono spaziare liberamente da curiosità personali a opinioni riguardo la situazione che si sta sviluppando sulla scacchiera durante l’interrogatorio. Alla fine del gioco i partecipanti sono liberi di esprimere cosa li ha colpiti dell’esperienza appena passata.

 Come è andato l’interrogatorio a Magnus Carlsen?

Alla fine del Lie Detector Chess, il GM Magnus Carlsen ha ammesso che forse alcune delle cose che credeva essere per lui vere, e che invece sono state segnalate come false dalla macchina della verità, meritano effettivamente una rivalutazione da parte sua.

Non fa parte di queste però la decisione del GOAT di essersi ritirato dal campionato di scacchi classico, infatti GM David Howell chiedendogli se si fosse mai pentito della scelta ha ricevuto la decisa risposta:

“Dire che non mi sono mai pentito è difficile dirlo, ma nel complesso no, non lo rimpiango”

 dichiarata vera da Ørjan Hesjedal. Gli argomenti trattati hanno toccato vicende passate fra i due GM (Magnus Carlsen non ha ancora perdonato David Howell per avergli impedito la vittoria ai Campionati Mondiali under 12 nel 2002) partite giocate da ubriachi, il torneo dei candidati, chessboxing, l’online cheating e progetti futuri.

Molte delle domande sono sfocciate in momenti di ilarità, ma anche di imbarazzo che hanno messo a dura prova l’immagine che ognuno di loro mostra di se stesso, al punto tale che lo stesso Ørjan Hesjedal ha segnalato il tentativo di Magnus Carlsen di controllare il battito cardiaco per nascondersi dal poligrafo.

E’ chiaro che il Lie Detector non è infallibile e le valutazioni al riguardo della sua funzionalità sono diverse, ma un video del genere è sicuramente da non perdere per chi è interessato a queste figure del mondo degli scacchi.