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Vince McMahon spiega perchè non comprò la UFC

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Vince McMahon, ex CEO WWE e chairman del TKO Group, ebbe a inizio anni 2000 la possibilità di acquistare la UFC ma rifiutò.

All’epoca la UFC proponeva uno sport del tutto nuovo, con un set di regole ancora non ben definite e che veniva reputato da molti una barbarie per folli e privo di alcuna dignità.

Molti Stati USA avevano deciso di non permettere competizioni di arti marziali miste sul proprio territorio e, in un’epoca senza social media, il Semaphore Entertainment Group non vedeva la possibilità di sfruttare il potenziale dell’idea imprenditoriale e cercava acquirenti per disfarsene arrivando a bussare alla porta della famiglia McMahon.

Perchè Vince McMahon non accettò la UFC?

Per arrivare a Vince McMahon nel 2000 la SEG avvicinò suo figlio Sean che era invece entusiasta dei combattimenti in gabbia e credeva ci fosse un potenziale da sfruttare.

La WWE all’epoca aveva tutte le capacità finanziare e tecniche per mettere in scena un prodotto di livello eccelso ma il capo non credette nel modello di business che gli veniva proposto perchè differiva troppo da quello che gli aveva portato fama e fortuna.

“Quando mi venne presentata l’oppotunità di acquistare la UFC, non mi piacque quel modello di business“, ha spiegato Vince McMahon. “Nel nostro modello di business (il professional wrestling), puoi creare personaggi di fantasia molto simili a quelli della Disney e possiamo continuare ad utilizzarli per sempre.”

“Un combattente UFC, invece, una volta sconfitto, o dopo un grave infortunio vede la propria carriera esaurirsi. Noi operiamo nel mondo dello spettacolo. Quello invece è uno sport.”

Come noto nel 2001 la UFC venne poi acquistata per 2 milioni dalla società Zuffa dei fratelli Fertitta che, con il supporto di Dana White, dopo alcuni anni di difficoltà economiche ed operative, resero la promotion una storia di successo vendendola alla Endeavor per 4 Miliardi 15 anni dopo, nel 2016.

Oggi sia UFC che WWE sono parte del TKO Group del quale Vince McMahon era il chairman prima di essere travolto da uno scandalo legale che lo spinse a fare un passo indietro pur mantenendo un buon numero di azioni.