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Arnold Schwarzenegger: Oliva era il più duro da battere

Arnold Schwarzenegger: Oliva era il più duro da battere

Arnold Schwarzenegger è tornato a parlare di recente del leggendario Sergio Oliva, a detta sua il rivale più forte che egli abbia mai avuto.

L’uomo conosciuto come “The Myth” è considerato una delle più grandi leggende del bodybuilding, con ben 23 anni di carriera e numerosi riconoscimenti e premi archiviati. Su tutti i titoli di Mr. World e Mr. Universo del 1966, le sue prime competizioni da professionista, e i titoli delle edizioni di Mr. Olympia dal 1967 al 1969.

Fu proprio in quest’ultima edizione citata che l’austriaco fece il suo debutto a Mr. Olympia, riuscendo a raggiungere il secondo posto. Solo nell’anno successivo, Arnold riuscì a vincere il primo titolo della suddetta competizione.

Lo stesso Schwarzenegger ha sempre speso parole di ammirazione per Sergio Oliva, come ha fatto in una recente edizione del Daily Pump.

Arnold Schwarzenegger sulla rivalità con Sergio Oliva

Nel recente intervento da lui scritto, Arnold Schwarzenegger ha ribadito quanto per lui il cubano Sergio Oliva fosse stato il bodybuilder più duro da battere.

“Non credo di avere dubbi quando parlo di Sergio Oliva come l’avversario più forte della mia carriera. Vinse Mr. Olympia per due volte di fila, prima di ottenere la terza nel ’69 battendomi in finale.

Era lui il più duro da battere, il dragone che dovevo abbattere. Aveva un fisico incredibile. Nel privato era una persona molto buona, ma nel bodybuilding era un mostro (in senso positivo). Feci di tutto per batterlo nel Mr. World e nel Mr. Olympia del 1970.”

Arnold Schwarzenegger non nasconde tuttavia il fatto di averlo imbrogliato a Mr. World 1970 per poterlo battere.

“I giudici erano ancora indecisi. Io e Sergio eravamo in posa sullo stage da molto, e lì decisi di dirgli che dovevamo lasciare lo stage.

Lui ci cascò e si allontanò, mentre io mostrai un’ultima posa. Da quel momento non persi più.

Oltre ad essere stato una grande ispirazione per me, era anche un buon amico. Ricordo con affetto le nostre uscite a Chicago.”