Il Grand National di quest’anno rimarrà nella storia per l’invasione di un gruppo di animalisti che ha rinviato l’inizio della corsa di qualche minuto.
Altro avvenimento della gara è stata la morte di un cavallo, tale Hill Sixteen, che è caduto nel primo dei trenta ostacoli, il terzo del meeting di quest’anno.
Secondo alcuni trainer, la morte del cavallo è avvenuta a causa dell’invasione di pista fatta dal gruppo appartenente ad Animal Rising, che ha messo in scena le proteste ad Aintree questo Sabato.
Continuano le proteste dopo il Grand National 2023 per la morte di un altro cavallo
L’edizione 2023 del Grand National verrà ricordata per tanti motivi, tra questi le proteste del gruppo di animalisti Animal Rising, che ha invaso la pista prima della corsa e ha ritardato di qualche minuto l’inizio della gara, oltre alla morte di un cavallo, Hill Sixteen, al primo dei trenta ostacoli da saltare.
Alcuni trainer hanno dato la colpa alle proteste avvenute prima della corsa, poi vinta da Corach Rambler, per la morte del cavallo:
“Tutto è stato causato dai cosiddetti amanti degli animali che non hanno alcuna idea della salute dei cavalli. Molti di loro erano nervosi e al momento della partenza nessuno sapeva cosa stava accadendo“, ha dichiarato Sandy Thomson, trainer di Hill Sixteen, mentre un membro di Animal Rising ha spiegato i motivi dietro all’invasione di pista durata un quarto d’ora:
“Il motivo per il quale la corsa doveva essere disputata era per il fatto che la gente poteva scommettere su di loro e i fantini potevano guadagnare qualcosa, in modo che tutti potevano avere una bella giornata. Abbiamo interrotto la gara per due motivi: Uno, per fermare la morte di un cavallo, e poi per riprendere una relazione ormai rotta con gli animali“.
Hill Sixteen trainer Sandy Thomson believes the protestors that delayed the start of the Grand National were to blame for the death of his horse.https://t.co/IVHxbqk3Ne
— ITV News Border (@ITVborder) April 17, 2023