La FPI, Federazione Pugilistica Italiana, ha spento ieri 106 candeline.
Fu nel 2 marzo del 1916 che, dall’unione del Club Pugilistico Nazionale e dell’Accademia Pugilistica di James Rivers, venne alla luce la Federazione organo governativo della boxe su suolo italiano, con un ormai ritirato Gian Domenico Roseo (ex calciatore della US Milanese e del Milan) in qualità di primo presidente.
A soli 11 anni dalla sua nascita, l’FPI riuscì ad affiliarsi al CONI, e nel 2009, con la nascita dell’European Boxing Confederation come organo governativo del pugilato dilettantistico europeo, si affiliò anche all’AIBA.
Le parole del presidente della FPI
Il Dott. Flavio D’Ambrosi, presidente della Federazione Pugilistica Italiana dal febbraio dello scorso anno, ha rilasciato un comunicato in occasione del 106° compleanno dell’organo governativo della boxe italiana.
“Da qui in avanti ci aspettano nuove sfide per continuare ad avere eccellenti affermazioni a livello internazionale. Un percorso, quello verso le vette dell’Empireo pugilistico mondiale, che passerà forzatamente attraverso una riqualificazione ‘qualitativa’ dei settori Pro e AOB. Un obiettivo che la FPI potrà raggiungere solo con l’inestimabile e fondamentale aiuto e lavoro delle nostre società di base, che formano e fanno crescere i nostri boxer.
Elemento cardine del nostro sport, oltre al suo aspetto competitivo, sarà sempre il suo essere uno strumento di integrazione e inclusione per tutti coloro che lo praticano e ne fanno parte. Un valore sociale che lo rende unico da sempre e che lo farà per sempre.”
Sono passati ben 106 anni, e da allora la FPI non ha mai smesso di mostrare sul ring di boxe “Forza, Passione e Identità”, come recita il suo motto.