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Il WTA Tour potrebbe fare un torneo in Arabia Saudita

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Il WTA Tour è intenzionato a ospitare un evento, forse a fine stagione, sul territorio arabo, dopo che il paese avrebbe contattato l’ente.

Gli organi di competenza fanno sapere che non è ancora avvenuta alcuna forma di discussione tra l’organismo internazionale del Tennis femminile e il paese arabo, in quanto sono attualmente coinvolti in molteplici trattative in altri sport.

Nell’ultimo periodo l’Arabia Saudita è rimasta coinvolta nell’unione tra PGA Tour e LIV Golf, lega finanziata dal Fondo di Investimento Pubblico, il calciomercato che sta portando tanti volti noti nella lega locale, e le accuse di Sportswashing che il paese sta avendo per le sue leggi restrittive.

 

La WTA ha intenzione di discutere con l’Arabia Saudita per un torneo nel paese asiatico

La WTA ha momentaneamente smentito, almeno per ora, dei contatti avvenuti con l’Arabia Saudita per ospitare un torneo nel finale di stagione nella nuova terra mondiale dello Sport.

Non abbiamo avuto modo di avere contatti o discussioni. Questo è un topic da approfondire in quanto molti ne stanno parlando. Sono stato a Febbraio in Arabia Saudita insieme con due tenniste per capire la situazione, e ci sono stati molti cambiamenti, anche se quella attuale è solo una fase di transizione.

Nonostante ciò, molte cose, come per esempio l’accettazione della comunità LGBTQ+, sono ancora lontane dall’essere risolte e devono avere un ulteriore progresso, in quanto è una cosa che ci sta a cuore”, ha dichiarato l’amministratore delegato e presidente della federazione, Steve Simon, che ha manifestato il proprio interesse nell’ospitare un torneo nel paese.

Un eventuale torneo in Arabia Saudita sarebbe un altro passo per un paese che tramite lo sport e il potere sta provando in ogni modo a mettersi sulla mappa. L’unione con il PGA Tour tramite LIV Golf, finanziata dagli arabi, lo strapotere calcistico nel prendere giocatori prossimi al ritiro o di grandi speranze, gli eventi di Boxe di primo ordine, per fare un esempio, ne sono la prova, in un paese che continua a discriminare e a fare dello sport il suo capro espiatorio per la sua grandezza.