Con la Amstel Gold Race di domenica si apre il Trittico delle Ardenne, cioè le tre classiche di aprile che si corrono tra il Limburgo e le Ardenne.
L’anno scorso fu il polacco della Ineos Michał Kwiatkowski a battere sul traguardo Benoît Cosnefroy, francese della AG2R sulla linea del traguardo in un finale pieno di suspance e tensione. Chi porterà a casa l’edizione di quest’anno?
La presentazione della Parigi-Roubaix è a cura del nostro partner “Angliru: Ciclismo all’insù”, nella figura del suo autore Carlo Giustozzi.
L’anteprima della Amstel Gold Race 2023
La storia dell’Amstel Gold Race
La corsa olandese, che solitamente inaugura il Trittico, è anche quella con la storia più recente. La prima edizione risale infatti al 1966, quando due olandesi, Ton Vissers e Herman Krott, volevano organizzare nel proprio paese una classica che potesse rivaleggiare con il Giro delle Fiandre e la Milano-Sanremo.
I problemi furono tanti: la corsa si doveva tenere il 30 aprile, il giorno della festa nazionale, ma il movimento hippy aveva dichiarato uno stato di anarchia che rendeva quasi impossibile organizzare grandi eventi. Il percorso originale doveva collegare Amsterdam e Maastricht, ma la geografia dei Paesi Bassi – le tante stradine che corrono lungo i canali – rendeva impossibile il transito nei grandi centri urbani.
Alla fine però tutto andò nel verso giusto, e Jean Stablinski vinse l’edizione inaugurale della classica olandese tagliando per primo il traguardo fissato a Meerssen.
Il percorso della Amstel Gold Race
Fino al 2016, l’arrivo era posizionato in cima o a poca distanza dal muro di Cauberg, nella cittadina di Valkenburg. Negli ultimi anni gli organizzatori hanno rivoluzionato il finale, rendendo l’Amstel una corsa aperta a più esiti diversi.
Il percorso è lungo 253 km, e la partenza è fissata a Maastricht, capoluogo del Limburgo. Sono 33 le asperità che il gruppo dovrà affrontare prima di arrivare sulla linea d’arrivo di Valkenburg. Il muro simbolo della Amstel Gold Race è il Cauberg, che verrà scalato due volte domenica. Non è una salita molto lunga, misura 1.2 km, ma la pendenza media del 6% e le punte al 12% lo rendono il perfetto trampolino di lancio.
L’ultimo muro previsto sul percorso è invece il Bemelerberg, il cui scollinamento è posizionato quando mancheranno sette chilometri al traguardo.
I favoriti della Amstel Gold Race
Visto il nome presente nella lista dei partenti, l’Amstel Gold Race si configura come un uno contro tutti. Il grande favorito di domenica è il campione Tadej Pogacar, che si presenta per la seconda volta al via della classica olandese. Nel 2019 il giovanissimo talento sloveno partecipò alla Amstel con il dorsale numero 174, ma non riuscì a concludere la gara.
Oggi Pogacar, fresco del successo al Giro delle Fiandre che ha portato a quattro le classiche monumento in bacheca, sa di essere il ciclista più forte al mondo e di poter raccogliere l’undicesima vittoria stagionale. Potrà contare sull’aiuto di ottimi gregari come Matteo Trentin, Marc Hirschi e l’austriaco Großschartner.
Nella Jumbo-Visma il capitano disegnato dovrebbe essere Tiesj Benoot, che l’anno scorso aveva chiuso sul podio. Occhio però al campione ungherese Attila Valter, protagonista di un ottimo inizio di stagione e particolarmente adatto al percorso.
Una squadra che può fare la corsa è la Ineos, che schiera il campione in carica, l’ex iridato Michal Kwiatkowski, e l’inglese Tom Pidcock. Pidcock ha dominato la Strade Bianche, ma poi ha non ha raccolto risultati degni di nota durante la primavera di ciclismo. Saranno da seguire anche i giovanissimi Heiduk e Sheffield.
Un possibile favorito per la vittoria di domenica è il colombiano della Bora Sergio Higuita. Ha raccolto una vittoria nel Giro dei Paesi Baschi, ed è dotato di un ottimo spunto veloce negli sprint ristretti. Senza la presenza di van der Poel, Soren Kragh Andersen potrà giocare le sue carte per cogliere un piazzamento prezioso. In questo inizio di stagione Neilson Powless ha fatto vedere di poter cogliere un successo importante dopo il San Sebastian di due anni fa, e nell’ultimo mese l’americano della EF ha fatto settimo alla Milano-Sanremo, terzo alla Dwars door Vlaanderen e quinto al Giro delle Fiandre.
La Groupama FDJ può contare su un’ottima squadra, e la presenza di talenti come Gaudu, Gregoire e Madouas garantisce più armi per giocarsi la vittoria. Anche la Trek – Segafredo schiera nomi interessanti come Bauke Mollema, Quinn Simmons e Mattias Skjelmose.
Ma sono tanti i ciclisti che possono sorprendere sull’arrivo di Valkenburg: ci sono scalatori come Romain Bardet, Pello Bilbao e Richard Carapaz, campione olimpico in carica, puncheur esperti quali Michael Woods, Simon Clarke e Dylan Teuns e un talento tuttofare come lo sloveno Matej Mohoric.
Poche speranze per gli italiani: Matteo Trentin correrà in aiuto di Pogacar, mentre Piccolo e Aleotti non sembrano avere i numeri. Occhi allora puntati su Lorenzo Rota, che ha raccolto buoni piazzamenti finora, Andrea Bagioli, uno dei giovani italiani con più talento per le corse di un giorno, e Samuele Battistella, iridato tra gli under 23 ormai quattro anni fa. Infine, attenzione a Matteo Sobrero. Il piemontese della Jayco Alula ha mostrato un’ottima gamba nel Giro dei Paesi Baschi, e potrebbe correre da outsider per raccogliere un buon piazzamento.
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