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Dan Milstein: “Giocatori russi minacciati in NHL”

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Dan Milstein, agente e rappresentante della maggioranza dei giocatori nati in Russia e che ora giocano in NHL, ha dichiarato all’emittente ESPN che i suoi clienti stanno subendo molestie di “livelli preoccupanti”.

Milstein crede, inoltre, che i giocatori idonei al draft vengano già discriminati a causa dell’invasione russa ai danni dell’Ucraina.

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Le dichiarazioni di Dan Milstein

“La discriminazione e il razzismo che questi giocatori russi e bielorussi stanno affrontando in questo momento è davvero notevole”, ha riferito Milstein a ESPN in un’intervista questo martedì. “Siamo indietro di 30 anni. Ho giocatori che mi chiamano. Genitori che mi chiamano. Non sanno se saranno in grado di giocare, se saranno al sicuro”.

Dan Milstein, nato a Kiev, in Ucraina, è immigrato negli Stati Uniti nel 1991 all’età di 16 anni come rifugiato politico. Ora è cittadino statunitense e rappresenta oltre il 75% dei giocatori della NHL di origine russa e bielorussa, tra cui le star dei Tampa Bay Lightning Nikita Kucherov e Andrei Vasilevskiy, nonché il portiere dei New York Islanders Ilya Sorokin.

Dan Milstein rappresenta anche il difensore dei Flames Nikita Zadorov, uno dei pochi giocatori della NHL ad essersi schierato pubblicamente contro l’invasione russa ai danni dell’Ucraina attualmente in corso. Il 26enne Zadorov, nato a Mosca, venerdì ha pubblicato un post su Instagram con le parole “No War”. Come risultato, Zadorov sta già subendo ripercussioni, insulti e minacce di morte, come dimostra una raffica di messaggi dispregiativi arrivati sul suo account.

“Mentre alcuni dei miei assistiti possono parlare liberamente in sicurezza poiché si trovano in Nord America, la loro famiglia, che invece si trova in Russia, potrebbe subire delle conseguenze. Può succedere di tutto”, ha continuato Milstein.

“Sono un orgoglioso americano, quindi vorrei che restassimo uniti. La mia casa d’infanzia viene bombardata, mentre parlo con i miei amici. Non dormo da sei giorni, perché questo è un momento davvero troppo complicato. Ma devo dire che la gente se la sta prendendo con le persone sbagliate. Posso parlare a nome dei miei assistiti: loro vogliono la pace nel mondo esattamente come tutti gli altri. Spero non vengano più trattati in questo modo, ha concluso.

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