La FIA chiarisce la posizione di Lewis Hamilton sulla manovra compiuta dopo l’uscita di pista nel GP dell’Emilia-Romagna.
Perché Lewis Hamilton non è stato squalificato?
Come raccontato, Lewis Hamilton ha rischiato di non finire la gara del GP dell’Emilia-Romagna dopo un errore dettato dalla fretta di passare i doppiati. Il Campione del Mondo in carica, una volta uscito alla Tosa, si è trovato intrappolato tra le ghiaia e le barriere e, come si vede dalle immagini, c’è voluto veramente molto tempo prima che rientrasse in pista.
Hamilton stesso, per uscire dalla situazione, ha ingranato la retromarcia ed ha percorso la via di fuga prima di rientrare in pista, suscitando non poche polemiche all’interno del paddock. Secondo alcuni, infatti, la manovra è da definirsi irregolare nonché pericolosa ed il pilota della Mercedes andava squalificato; fortuna ha voluto che pochi secondi dopo sia stata sventolata la bandiera rossa per l’incidente tra George Russell e Valtteri Bottas, curiosamente poche curve prima di dove si trovava Hamilton.
L’episodio ha riportato alla mente il GP del Portogallo 1989 quando Nigel Mansell, ingranando la retromarcia nella pit-lane per tornare al suo box per il cambio gomme, venne squalificato per comportamento pericoloso. Ma la FIA ha chiarito che la manovra di Hamilton è perfettamente legale mentre quella del Leone d’Inghilterra non lo era.
Mentre la regola che costò la squalifica a Mansell esiste ancora, il caso di Hamilton rientra tra i parametri di sicurezza. Da regolamento, le monoposto di Formula 1 hanno la retromarcia solo per usarla in caso di incidente per spostarsi dalla zona incriminata in piena sicurezza e non possono usarla per nessun altro motivo pena la squalifica; il caso di Hamilton è regolamentato da 2 articoli, il 27.3 ed il 27.4, dove viene anche specificato che il pilota non può usare la retromarcia per trarne vantaggio o guidare la macchina in maniera troppo lenta per non incorrere in situazioni pericolose per se e per gli altri piloti.