Katie Ledecky, nuotatrice statunitense vincitrice di ben 10 medaglie olimpiche, ha ribadito la sua volontà di partecipare alle Olimpiadi del 2028.
La campionessa americana non vuole smettere di stupire il mondo. Dopo aver primeggiato in tutte le categorie nelle scorse Olimpiadi, punta a dominare anche quelle che prenderanno parte quest’estate a Parigi, rivolgendo al tempo stesso lo sguardo verso le Olimpiadi del 2028.
Perché è così importante per lei esserci nel 2028? Sicuramente non le manca vincere una medaglia olimpica, visto i 7 ori e 3 argenti vinti negli ultimi anni. Quindi, in poche parole, Ledecky non vuole perdere l’opportunità di gareggiare dinanzi al proprio pubblico di casa, visto che le Olimpiadi successive si svolgeranno a Los Angeles.
Soprattutto pensando al fatto che esibirsi dinanzi al proprio Paese, alla propria gente, non è cosa da tutti. Lei arriverà all’appuntamento di questa estate con la consapevolezza di essere la campionessa, ma al contempo di non essere la stessa nuotatrice di un tempo.
Le campionesse come Ledecky lo riconoscono questo e chi come loro saprà prepararsi al meglio per gli eventi futuri che l’aspettano. Se dovesse effettivamente partecipare a Los Angeles nel 2028, la Ledecky avrebbe ben 31 anni, e nella storia solamente tre sono state le nuotatrici in grado di vincere un oro olimpico di nuoto dopo i 30 anni.
Dopo tanti trionfi, cosa manca a Katie Ledecky?
In una recente intervista rilasciata alla NBC, Katie Ledecky si è aperta totalmente esprimendo tutti quelli che sono i suoi pensieri al momento:
“Le Olimpiadi che si terranno a Los Angeles sono molto allettanti. Non sono molti gli atleti che hanno l’opportunità di competere ai Giochi in casa.
A questo punto, sto pianificando di prendere parte anche a quelle del 2028, a prescindere dalle gare in cui gareggerò.”
Per concludere, le è stato chiesto come la facesse sentire l’essere diventata un’ispirazione per le altre nuotatrici:
“È molto bello. È un onore”.
Ora Katie Ledecky porrà tutte le sue energie e forze alle Olimpiadi di Parigi, per poi concentrarsi definitivamente nel sogno di gareggiare davanti ai suoi compatrioti.
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