NewsOutdoor

Giro d’Italia 2023: L’anteprima

Giro d'Italia 2023: L'anteprima

L’attesa è finita: alle ore 13:50 di Sabato 6 Maggio il primo corridore inizierà il prologo del Giro d’Italia, dalla città di Fossacesia Marina ad Ortona.

E con la sua uscita dalla pedana di partenza ricomincerà il racconto dell’evento sportivo che più di tutti accompagna, da ormai più di un secolo, la storia del nostro paese.

La presentazione del Giro d’Italia è a cura del nostro partner “Angliru: Ciclismo all’insù”, nella figura del suo autore Carlo Giustozzi.

Tutto sul Giro d’Italia 2023: Chi vincerà la corsa rosa?

Il percorso del Giro d’Italia 2023

Dopo un Giro d’Italia del 2022 scarno di prove contro il tempo, nell’edizione di quest’anno saranno ben tre le tappe a cronometro, per un totale di 73,5 km.

La gara si aprirà con una prologo di 19,6 km. I primi 16 sono completamente piatti, e saranno per gran parte corsi lungo la Ciclovia Adriatica. In corrispondenza del secondo intermedio la strada inizierà però a salire. All’arrivo di Ortona è fissato anche un Gran Premio della Montagna di quarta categoria, e il corridore che avrà il miglior intertempo negli ultimi 3 km indosserà la prima maglia blu del Giro d’Italia.

La Costa dei Trabocchi apre il Giro d'Italia di quest'anno (Crediti: Abruzzo Web)
La Costa dei Trabocchi apre il Giro d’Italia di quest’anno (Crediti: Abruzzo Web)

La seconda cronometro si correrà in Romagna domenica 14 maggio, da Savignano sul Rubicone a Cesena. Con i suoi 35 km è la prova contro il tempo più lunga, e il percorso completamente piatto favorisce gli specialisti. La ventesima tappa prevede la cronoscalata di una salita inedita, il Monte Lussari.

La salita friulana misura 7,3 km al 12.1% di media, con punte al 22%. Particolarmente duri sono i primi cinque chilometri, con una pendenza media del 15.3% e che non scende mai sotto il 13.

Dopo la partenza dalla Costa dei Trabocchi il giro si dirigerà verso sud, con il primo arrivo per velocisti a San Salvo. La tappa di martedì nove maggio, 175 km da Venosa al Lago Laceno con tre GPM di seconda categoria, può regalare parecchie emozioni.

Due tappe in Campania con arrivo a Salerno e Napoli, e poi il Giro d’Italia tornerà in Abruzzo per il primo arrivo in salita, fissato sul Gran Sasso d’Italia a Campo Imperatore. Come da proverbio, questa frazione non deciderà chi vincerà il Giro, ma metterà in chiaro chi può competere nella generale e chi no.

Il secondo weekend della corsa rosa vede in programma l’arrivo a Fossombrone, in una tappa che favorisce le fughe, e poi la già citata cronometro romagnola.

La seconda settimana inizia con due arrivi per velocisti e una tappa per attaccanti. Venerdì 19 marzo ci sarà la prima frazione con cinque stelle di difficoltà. Il gruppo affronterà il Col du Grand Saint-Bernard, Cima Coppi con i suoi 2469 metri, e poi due salite di prima categoria: il Croix de Coeur e il Crans Montana, in Svizzera, dove è fissato il traguardo.

Il giorno successivo si riparte dal paese elvetico e si ritorna in Italia, con arrivo a Cassano Magnago, mentre domenica si prospetta un grande spettacolo con un percorso di saliscendi (quattro GPM) e l’arrivo a Bergamo.

L’ultima settimana del Giro è molto dura. Martedì, subito dopo il giorno di riposo, è previsto l’arrivo sul Monte Bondone, la montagna di Trento dove Charly Gaul vinse la Corsa Rosa nel ‘56 (consiglio di ascoltare il prezioso episodio di Marco Pastonesi per il podcast Parole Alvento).

Mercoledì c’è, insieme alla sfilata finale di domenica a Roma, l’unica tappa facile e adatta ai velocisti. Giovedì 25 si entra nel cuore delle Dolomiti con l’arrivo in Val di Zoldo, a Palafavera, mentre il giorno successivo c’è il tappone dolomitico: 4 GPM (Passo Campolongo, Passo Valparola, Passo Giau e Passo Tre Croci) e poi l’arrivo in salita al Rifugio Auronzo. Il Giro torna ad avere un traguardo alle tre Cime di Lavaredo dieci anni dopo l’ultima volta.

Nel 2013 Vincenzo Nibali sigillò la sua prima vittoria al Giro d’Italia imponendosi in maglia rosa tra il freddo, la pioggia e la neve di una giornata destinata a entrare nella storia del nostro ciclismo. Chissà se i protagonisti di quest’anno replicheranno quel meraviglioso gesto atletico, prima della cronometro con arrivo sul Monte Lussari e la passerella finale di Roma.

Vincenzo Nibali, vincitore del Giro d'Italia 2013 (Crediti: occhiosportivo.it)
Vincenzo Nibali, vincitore del Giro d’Italia 2013 (Crediti: occhiosportivo.it)

I favoriti del Giro d’Italia 2023

Scorrendo l’elenco degli iscritti si nota subito che il livello dei partenti di questo Giro d’Italia è tra i più alti degli ultimi anni. Oltre a due dei migliori ciclisti al mondo, sono presenti tanti bei nomi che possono fare bene sia nella generale sia per la vittoria delle tappe.

La grande sfida per la maglia rosa è aperta a tanti, ma due sono quelli che partono col grado di super favoriti. Stiamo parlando di Remco Evenepoel e Primoz Roglic. Breve biografia per chi magari mastica meno ciclismo, ma ogni maggio segue assiduamente il Giro d’Italia.

Remco Evenepoel è un belga classe 2000, che dopo aver giocato a calcio con ottimi risultati (giovanili dell’Anderlecht e del PSV, presenze con l’under 15 e l’under 16 della nazionale belga), a 17 anni si è dato al ciclismo. In pochissimo tempo si impone come uno dei migliori talenti di questo sport, e a soli 19 anni passa professionista con la Quick-Step di Patrick Lefevere.

Nel 2020 in un terribile incidente al Giro di Lombardia rischia la carriera e soprattutto la vita, ma alla fine tutto è andato nel verso giusto e, nonostante la giovanissima età, ha già vinto tra le altre cose due Liegi, l’ultima Vuelta e il mondiale in linea.

La carriera di Primoz Roglic ha seguito una parabola altrettanto particolare. Da giovanissimo Roglic era uno dei migliori saltatori con gli sci della Slovenia, tanto da vincere anche un mondiale juniores. Poi una bruttissima caduta interrompe la sua carriera, e nella riabilitazione si innamora della bicicletta e del ciclismo.

In un’epoca di giovanissimi talenti precoci, Roglic è diventato professionista solo a 27 anni. Giorno dopo giorno lo sloveno è diventato uno dei migliori ciclisti degli ultimi anni, e ha in bacheca tre edizioni della Vuelta, una Liegi-Bastogne-Liegi e altre 70 vittorie.

Evenepoel e Roglic sono due corridori simili: forti in salita, forti a cronometro, veloci in uno sprint ristretto. Come detto nella puntata di Angliru dedicata alla presentazione del Giro, Remco può contare su una maggiore creatività che gli permette di inventare e creare distacchi anche in frazioni apparentemente innocue. Roglic ha invece l’esperienza di chi ha corso 11 grandi giri, e la tranquillità di chi, arrivato ormai a 33 anni, non ha più nulla da dimostrare agli altri e a sé stesso.

Lo scontro per la classifica generale sembra assomigliare a una lotta a due, ma ci sono diversi che non si arrenderanno ai pronostici. La Ineos si presenta al via con una delle squadre migliori: i capitani disegnati sono Tao Geoghegan Hart e Geraint Thomas (con il primo favorito sul secondo), ma ci saranno anche Arensman e Sivakov per le salite e Filippo Ganna per le cronometro e non solo.

Joao Almeida sarà il capitano della UAE, e proverà a salire per la prima volta in carriera sul podio di un grande giro. Situazione più caotica nella Bora: Vlasov dovrebbe lottare per la generale, ma in squadra c’è anche un Lennard Kamna in grande condizione.

La Bahrain Victorious è un vero e proprio caos. Il capitano dovrebbe essere Damiano Caruso, a cui si affidano le maggiori speranze italiane per la generale, ma c’è anche Jack Haig, con Gino Mader out a causa del Covid, sostituito da Yukiya Arashiro. Da non sottovalutare poi il nome di Santiago Buitrago, giovanissimo scalatore colombiano già vincitore di una tappa all’ultimo Giro d’Italia. Buitrago ha chiuso terzo all’ultima Liegi, e ha le carte per entrare in top 10.

Sarà interessante seguire Lorenzo Fortunato, che la scorsa settimana ha vinto la Vuelta a Asturias. Il bolognese della Eolo-Kometa va forte in salita, ma a cronometro potrebbe prendere distacchi da capogiro e in grado di compromettere la sua posizione nella generale.

Gli outsider del Giro d’Italia 2023

Non sono molte le possibili volate di questa Corsa Rosa, e non ci sono tanti velocisti al via. L’australiano Kaden Groves è tra i più veloci del gruppo, e può fare bene nelle tappe piatte.

Gli anni avanzano per Mark Cavendish, che in questo inizio di stagione non ha mai trovato la gamba. In grande forma invece Fernando Gaviria, che non vince al Giro d’Italia dal 2019. Grande attenzione sarà poi riservata a Mads Pedersen, più tuttocampista che semplice velocista, e che speriamo infiammerà la corsa come ha fatto Van der Poel lo scorso anno.

Lo stesso potranno fare Michael Matthews e Magnus Cort, forse meno adatto agli sprint di gruppo ma tra i migliori per quanto riguarda le fughe. Tra gli italiani occhi puntati su Alberto Dainese e Simone Consonni.

Per la maglia di miglior scalatore, sarà lotta tra i favoriti per la generale e gli scalatori che avranno come obiettivo le fughe e le vittorie di tappa. Thibaut Pinot, arrivato all’ultima stagione prima del ritiro, sembra perfetto per questo ruolo, così come Jay Vine e Warren Barguil. Purtroppo non ci sarà Giulio Ciccone, che ha dovuto dare forfait a causa del Covid.

Tantissimi i nomi per le tappe, e allora mi limito a elencare i miei italiani preferiti tra quelli non ancora citati: Oldani, Battistella, Velasco, Albanese, Vendrame, Rota e il campione italiano Filippo Zana.

E allora buon Giro d’Italia a tutti, e buon divertimento.